Devo essere sincero con te fin dall’inizio: Animal, la nuova serie Netflix di Víctor García León con Luis Zahera protagonista, richiede un po’ di pazienza. I primi episodi sono così acidi che quasi bruciano lo stomaco, ma se resisti fino a metà stagione scoprirai una commedia pungente che vale l’attesa. Disponibile su Netflix dal 3 ottobre, questa serie spagnola non è il classico prodotto che ti aspetteresti dalla piattaforma.
Il creatore: Víctor García León e il suo stile inconfondibile
Se hai visto la trilogia Vota Juan (Vota Juan, Vamos Juan, Venga Juan), sai già cosa aspettarti. García León, insieme al co-sceneggiatore Alberto de Toro (Reyes de la noche), non fa commedie per farti ridere facilmente. Ti mette davanti personaggi complessi che devono scendere a compromessi morali per sopravvivere, e mentre lo fanno ti costringe a riflettere su temi scomodi.
Il suo approccio è miscredente e irriverente, con meno intenzione di strappare risate facili e più di metterti in una posizione scomoda come spettatore. E ci riesce, eccome.
La trama: il veterinario che odia i barboncini viziati
Antón (Luis Zahera) è un veterinario rurale stanco morto. Non perché non ami la sua professione – a cui ha dedicato tutta la vita – ma perché semplicemente non gli permette di sbarcare il lunario. Gli allevatori che aiuta finiscono sempre per pagarlo con uova e latte invece che con soldi veri, e le bollette continuano ad accumularsi sulla sua scrivania.
Quando la nipote Uxía (Lucía Caraballo) lo convince a lavorare in una boutique per animali chiamata Wakanda, Antón rimane letteralmente sconvolto. Non è preparato per i collari con cristalli Swarovski, per i dispenser anti-stress per barboncini da 300 euro, e ancora meno per occuparsi di persone che portano i loro animali con problemi assolutamente ridicoli.
Il colpo di grazia arriva quando gli viene fatto capire chiaramente che deve aumentare le vendite e migliorare le valutazioni dei clienti. In pratica: deve mettere da parte la sua brutalità onesta, il suo sarcasmo tagliente e allinearsi agli interessi aziendali se vuole mantenere il posto.
Nel frattempo continua a occuparsi di capre, pecore e mucche nel tempo libero, e finisce invischiato in un pasticcio legale quando decide di firmare un documento che potrebbe distruggergli la carriera e persino mandarlo in galera.
Il contrasto: campagna contro città, verità contro bugie
Animal è una serie costruita su contrasti dialettici estremi. Da un lato la dura realtà della pastorizia, dall’altro il mondo patinato degli animali domestici di lusso (con tanto di episodi monografici dedicati ai barboncini). C’è uno scontro tra rurale e sofisticato, intergenerazionale tra zio e nipote, ideologico tra la verità pura e dura e le mezze verità addolcite per renderle più digeribili e redditizie per l’azienda.
Questo gioco di opposti è ciò che rende la serie interessante, anche quando fatica a trovare il giusto equilibrio tonale.
Luis Zahera: una performance agli antipodi
La serie regge soprattutto sulle spalle di Luis Zahera, che offre un’interpretazione completamente diversa da quello che ha fatto negli ultimi anni per sfruttare la sua innegabile e potentissima vena comica. Qui è cupo, sarcastico, brutalmente onesto fino all’autolesionismo.
Lo affianca la sua nemesi Lucía Caraballo, completamente assorbita dalla cultura aziendale di Wakanda e dai suoi slogan vuoti. Il fatto che Antón chiami la sua compagna di lavoro “avversaria nella vita”, che sia incapace di mentire quando gli chiedono di fingere che una cavia abbia una gravidanza isterica, o che non riesca a reprimere quello che pensa delle “frasi motivazionali da tazzina” risulta esilarante.
Il cast è di qualità notevole: compaiono alcuni degli interpreti più celebrati di Rapa e c’è anche Carmen Ruiz, che aggiunge ulteriore spessore a una produzione già solida.
Il problema: ci mette troppo a ingranare
Ecco il difetto principale di Animal: impiega troppo tempo a trovare il suo ritmo. Il tono iniziale è così acido e caustico che rischia di allontanare lo spettatore. La serie si scalda gradualmente man mano che prendi confidenza con i personaggi, con il ritmo narrativo e con lo stile del creatore, per arrivare a un finale più divertente in cui il personaggio di Zahera diventa leggermente più amabile e può finalmente respirare.
Secondo la recensione originale, è intorno alla metà della stagione che Animal inizia davvero a funzionare come commedia, trovando un equilibrio meno aspro e più godibile.
I temi: satira sociale con il bisturi
Dove la serie affonda davvero il bisturi è nella satira delle pratiche aziendali. Garcia León prende di mira le aziende che trattano i propri dipendenti come animali domestici, pretendendo che facciano parte di una “famiglia”, obbligandoli a competere per premi ridicoli e a essere parte di una “cultura aziendale” che in realtà cerca solo di massimizzare i profitti. Chapeau.
C’è anche una critica feroce alla tendenza di trattare gli animali domestici come figli, riempiendoli di articoli di lusso, cibo premium e tanta ipocrisia nel tentativo di adattarli alle nostre esigenze umane invece che rispettare la loro natura.
E naturalmente parla della precarietà del mondo agricolo, di chi vive ancora della terra e fatica a sopravvivere, dei compromessi con le autorità e delle stupidaggini burocratiche che rendono tutto più difficile.
Il montaggio e la concezione dialettica
Uno dei punti di forza è il montaggio e la concezione dialettica della serie, che mette a confronto realtà che convivono in modo paradossale. Da un lato i barboncini viziati delle boutique, dall’altro le mucche e le capre del mondo rurale. Da un lato la sincerità brutale, dall’altro le bugie patinate della cultura aziendale.
Questo contrasto costante è ciò che rende Animal qualcosa di più di una semplice commedia: è un commento sociale camuffato da storia su un veterinario burbero.
Il verdetto: merita se hai pazienza
Animal non è una serie facile. Chiede pazienza, perché solo dopo il quarto o quinto episodio inizia a mostrare il suo lato più divertente e a sfruttare appieno il gioco di contrasti. Ma se superi l’inizio acido e caustico, scoprirai una commedia intelligente con un cast eccellente e messaggi chiarissimi sulla precarizzazione del campo e sulle assurdità della cultura aziendale.
Non è il tipo di umorismo che ti fa sganasciare dalle risate, ma è quello che ti fa sorridere amaramente mentre annuisci pensando “è proprio così”. E a volte, questo tipo di commedia è esattamente quello di cui abbiamo bisogno.
La Recensione
Animal
Animal è una serie spagnola Netflix creata da Víctor García León (Vota Juan) con Luis Zahera e Lucía Caraballo come protagonisti. Racconta di Antón, un veterinario rurale costretto a lavorare in una boutique per animali di lusso chiamata Wakanda, dove deve scontrarsi con la cultura aziendale, i barboncini viziati e la perdita dei suoi principi morali. La serie contrappone il mondo rurale della pastorizia con quello sofisticato degli animali domestici chic, usando questo contrasto per criticare le pratiche aziendali, la precarietà del campo e l'assurdità di trattare gli animali come figli. Richiede pazienza perché i primi episodi sono molto insipidi, ma dalla metà stagione trova un tono più divertente e godibile.
PRO
- Luis Zahera offre una performance completamente diversa dal solito esplorando un registro più cupo e sarcastico
- La satira feroce delle pratiche aziendali che trattano i dipendenti come animali domestici è brillante e attuale
- Il contrasto dialettico tra mondo rurale e boutique di lusso per animali funziona benissimo come commento sociale
CONTRO
- I primi episodi sono così acidi e caustici che rischiano di allontanare lo spettatore prima che ingrani
- Ci vuole pazienza perché solo dalla metà stagione inizia a essere davvero divertente





salve ragazzi qualcuno sa dirmi il titolo o di chi e’ il pezzo techno che si sente alla fine dell’episodio 7?
grazie
Ciao Christian, prova a scrivere anche sul post della nostra pagina Facebook… abbiamo molti utenti che commentano là 🙂
Io l’ho amata dal primo episodio ! Spero in una prossima vicina stagione !
Bellissima serie, diversa e vera con natura e sentimenti un bel 9 lo merita
Bellissima diversa ma appassionante, vera natura e sentimenti, non capisco pk il voto risultante dalle recensioni è 6 io un 9 lo darei volentieri, spero ci sarà un seguito