Pensavi di aver visto tutto? Beh, preparati perché il Twisted Childhood Universe (sì, esiste davvero un universo cinematografico dedicato a stravolgere i classici dell’infanzia) ci regala ora Bambi trasformato in una bestia assassina assetata di sangue. Dopo aver assistito a Winnie the Pooh che massacra innocenti e Peter Pan che rapisce bambini, era inevitabile che anche il tenero cerbiatto diventasse protagonista di un horror splatter. E devo dirti una cosa: Bambi: La Vendetta riesce nell’impresa di essere sia coraggiosamente sanguinolento che stranamente privo di autoironia.
La tragedia di Bambi versione dark
Ricordi quanto piangemmo tutti da bambini vedendo la mamma di Bambi morire? Ecco, qui il regista Dan Allen ha pensato bene di raddoppiare il trauma. In questa versione, Bambi non solo assiste impotente alla morte della madre, ma trova anche la sua compagna ridotta a roadkill da un camion della Wilbexr Pharmaceuticals e il suo cucciolo rapito. Come se non bastasse, il povero cervo beve acqua contaminata dai rifiuti tossici dell’azienda e si trasforma in una creatura demoniaca con denti aguzzi e muscoli che farebbero invidia a un culturista.
L’ispirazione? Quella divinità-cervo terrificante di The Ritual di David Bruckner. Perché sì, questi film del TCU non si fanno problemi a copiare spudoratamente da opere ben più riuscite. Gli effetti speciali in CGI non sono malaccio, soprattutto nelle scene notturne, ma si vede lontano un miglio che è una versione economica di qualcos’altro.
I protagonisti umani (che interessano relativamente)
La storia ruota attorno a Xana (Roxanne McKee) e suo figlio Benji (Tom Mulheron), che fungono da contraltare umano al dramma di Bambi. Anche loro hanno problemi familiari: il marito di Xana è un padre assente quanto la compagna morta di Bambi. C’è un tentativo – abbastanza goffo, a dire il vero – di parlare di amore genitoriale cercato nelle persone sbagliate. Ma onestamente? Chi se ne frega quando c’è un cervo mutante che scorazza per la foresta.
La parte più interessante arriva quando entrano in scena i mercenari assoldati dalla Wilbexr per dare la caccia a Murder Bambi (sì, lo chiamo così). Qui il film funziona davvero, perché quando i cacciatori vengono squartati e decapitati il tutto acquista finalmente quel tono grottesco che ci si aspetta da un’operazione del genere.
Quando prendersi troppo sul serio rovina tutto
Ed eccoci al problema principale di Bambi: La Vendetta: il film si prende dannatamente troppo sul serio. Allen cerca disperatamente di bilanciare effetti splatter da B-movie con una storia emotiva sulla protezione dei figli, ma è uno sforzo inutile. La cosa peggiore che potesse fare era allontanarsi dall’intrinseca assurdità della premessa, succhiando via tutto il divertimento da quello che dovrebbero essere spensierati massacri forestali.
I parenti di Benji esistono solo come carne da macello – letteralmente. Non vengono minimamente caratterizzati se non per il modo in cui verranno squartati. L’unica eccezione è Harrison (Joseph Greenwood), un adolescente così insopportabile che aspetti con ansia il momento della sua morte. Allen vuole disperatamente farci un discorsetto sulla speranza nelle dinamiche familiari disfunzionali, ma le sue nobili intenzioni cozzano violentemente con i brividi da mezzanotte che questi slasher del TCU dovrebbero regalare.
E poi c’è quel finale. Dio, quel finale così deprimente che mi ha lasciato l’amaro in bocca per ore.
La violenza (finalmente!) funziona
Parliamo delle scene gore, che sono l’unica vera ragione per cui dovresti guardare questo film. Bambi diventa un missile cercatore di umani che esegue gli ordini più crudeli di Madre Natura: infilza le vittime sulle corna, lascia scie di sangue ovunque, e il tutto con una brutalità ripugnante che ti fa gridare “sì, questo è quello che volevo vedere!”.
C’è anche un omaggio a Tippete – l’amico coniglietto di Bambi – che partecipa al massacro, perché qualsiasi creatura del bosco avrebbe potuto bere la stessa acqua infetta, giusto? Quando il film si concentra su queste sequenze violente dove i colpevoli pagano per i loro crimini ambientali, trova finalmente il suo ritmo. Se solo non fosse stato appesantito da melodrammi inutili e personaggi poco interessanti, forse il caos gioioso della furia omicida di Bambi avrebbe potuto elevarsi davvero.
Il peso delle influenze troppo evidenti
Purtroppo Bambi: La Vendetta affonda in un ciclo dimenticabile di uccisioni una dopo l’altra e citazioni alle sue influenze decisamente superiori. Non puoi fare a meno di vedere Death of a Unicorn (senza la comicità) riflesso in innumerevoli scene. C’è anche un’abbondanza di riferimenti a Jurassic Park, che sembrano doppiamente riciclati visto che pure Death of a Unicorn remixava Il mondo perduto.
Certo, l’originalità non è mai stata il forte di questi film di pubblico dominio. Ma è un peccato, perché personaggi come Peter Pan e Bambi meriterebbero interpretazioni proprie, non di diventare versioni discount dei successi altrui.
Il verdetto
Bambi: La Vendetta, disponibile su Prime Video, Mediaset Infinity e Apple TV+, è probabilmente uno dei film migliori del Twisted Childhood Universe. Ma attenzione: l’asticella è posizionata così in basso che non è proprio un grande complimento. È audacemente sanguinolento, questo sì, ma completamente privo di quel senso dell’umorismo che avrebbe reso tutto più digeribile.
Allen ci prova a mantenere la solennità del cartone Disney originale cercando allo stesso tempo di accontentare i fan dell’horror. Il risultato? Un mostro di Frankenstein mal cucito che non funziona né come dramma familiare né come splatter puro.
Se ami il trash horror e non ti spaventa un po’ di sangue (anzi, molto sangue), potresti trovarlo divertente. Ma se cerchi qualcosa di più sostanzioso o anche solo più autoconsapevole della propria ridicolaggine, questo cervo mutante ti lascerà con un palmo di naso.
La Recensione
Bambi: La Vendetta
Bambi: La Vendetta (Bambi: The Reckoning) trasforma l'iconico cerbiatto Disney in una creatura mostruosa assetata di vendetta dopo aver subito molteplici tragedie e bevuto acqua contaminata da rifiuti tossici. Il quarto capitolo del Twisted Childhood Universe segue Xana e suo figlio Benji mentre affrontano il cervo mutante, in un tentativo di parallelo tra la loro storia familiare disfunzionale e quella di Bambi. Il film di Dan Allen cerca di bilanciare violenza splatter con drammi familiari profondi, ma fallisce prendendo se stesso troppo sul serio e soffocando il divertimento grottesco che la premessa prometteva. Le scene gore funzionano bene e gli effetti speciali in CGI sono accettabili, ma l'assenza di autoironia, personaggi poco sviluppati e un finale deprimente pesano negativamente. Nonostante sia uno dei migliori film del TCU, resta un prodotto derivativo che copia spudoratamente da opere superiori senza trovare una propria identità. Disponibile su Prime Video, Mediaset Infinity e Apple TV+.
PRO
- Le scene di violenza splatter sono realizzate con coraggio e offrono il gore che i fan del genere cercano
- Gli effetti speciali del Bambi mutante funzionano discretamente nelle sequenze notturne
CONTRO
- Il film si prende troppo sul serio perdendo completamente il senso dell'umorismo necessario
- I personaggi umani sono poco sviluppati e servono solo come vittime sacrificali
- Copia pesantemente da film molto superiori come The Ritual e Jurassic Park
- Il finale eccessivamente cupo lascia uno sgradevole retrogusto che rovina l'esperienza




