Sappiamo tutti che il genere “i ricchi sono terribili” va forte ultimamente, e l’ultima interpretazione di questo tema è un thriller scandinavo dove una giovane donna filippina che lavora come au pair in uno dei quartieri più ricchi della Danimarca scompare nel nulla. Ma ecco il problema: a nessuno sembra importare granché. Alcuni pensano che sia scappata, altri che abbia fatto qualcosa di rischioso. Solo una delle residenti del quartiere, insieme all’amica dell’au pair, si preoccupa davvero. E quando iniziano a indagare, scoprono molto più di quanto volessero sapere sul loro elegante vicinato.
La scomparsa che nessuno vuole vedere
“Reservatet – La riserva” si apre con una chiamata al dispatcher della polizia della North Zealand, uno dei quartieri più esclusivi di tutta la Danimarca. Quando la donna dall’altra parte della linea cerca aiuto, dice semplicemente: “È troppo tardi”. Così inizia questa storia che mescola mystery e critica sociale con la maestria tipica del Nordic Noir.
Cecile (Marie Bach Hansen), che vive nel quartiere con il marito Mike (Simon Sears), vede Ruby (Donna Levkovski), l’au pair dei vicini Katrina (Danica Curcic) e Rasmus (Lars Ranthe), mettere qualcosa nel bidone della spazzatura di un altro vicino. Angel (Excel Busano), l’au pair della famiglia di Cecile, invita Ruby a cena, dove la ragazza confida di non poter più vivere con Katrina e Rasmus.
Il mattino seguente, Kat si presenta da Cecile per dire che Ruby è scomparsa nel nulla. Sembra che Kat e Rasmus siano preoccupati, ma non abbastanza da pensare che sia davvero sparita: hanno sentito dire che molte au pair, specialmente quelle dalle Filippine come Ruby e Angel, tendono ad andarsene senza preavviso per opportunità migliori.
I sospetti di una vicina attenta
Cecile e Angel, però, sono entrambe preoccupate. Angel è particolarmente in ansia, dato che conosce bene Ruby e non pensa sia nella sua natura andarsene così. Quando i quattro vanno a cena a casa di Kat e Rasmus quella sera, controllano nel seminterrato dove c’era la stanza di Ruby. Il passaporto e molti contanti erano ancora lì, insieme ai suoi vestiti.
Cecile diventa ancora più sospettosa quando Mike le racconta di una battuta sfacciata che Rasmus ha fatto sulla scomparsa di Ruby. Trova una scatola di un test di gravidanza vicino ai bidoni dove aveva visto Ruby prima che sparisse, poi vede Rasmus nelle vicinanze che porta a spasso il cane. Tutto sembra essere troppa coincidenza, ma Mike le dice di non spargere pettegolezzi.
Un Nordic Noir che va dritto al punto
Creata da Ingeborg Topsøe, “Reservatet – La riserva” racconta la sua storia in episodi relativamente brevi che durano circa 34-38 minuti; solo il finale della serie supera i 40 minuti. Quello che sorprende del primo episodio è che Topsøe riesce a inserire molta narrazione in un runtime breve; normalmente quando vediamo un primo episodio di un dramma così corto, sembra più un episodio di un’ora tagliato a metà, lasciandoci con pochissime informazioni sui personaggi.
Questa serie, invece, ci lascia con la voglia di vedere di più perché otteniamo informazioni più che sufficienti su tutti i coinvolti. È piuttosto evidente che Cecile sarà una delle uniche persone nella sua cerchia di amici e conoscenti, oltre ad Angel, a spingere per scoprire cosa è successo a Ruby.
Una detective in un sistema indifferente
Una nuova detective della polizia, Aicha (Sara Fanta Traore), viene assegnata al caso, ma sembra già che un’au pair filippina scomparsa non sia in cima alla lista delle priorità per la polizia o per i datori di lavoro di Ruby. È una storia di privilegi e indifferenza, con persone come Rasmus che saltano a conclusioni su Angel che sono al limite del razzismo, pur non sfuggendo mai al sospetto di aver avuto qualcosa a che fare con la sua scomparsa.
La serie ha diversi strati che Cecile probabilmente scoprirà mentre lei e la detective indagano di più. Per esempio, Oscar (Frode Bilde Rønsholt), il figlio di Kat e Rasmus, sembra avere una vena voyeuristica, come vediamo dal suo uso di un drone e occhiali VR, ed era anche l’unico a visitare Ruby giù nel seminterrato.
Segreti, affari e voyeurismo tecnologico
Mike e Rasmus hanno un affare in corso che potrebbe complicare le cose. E qual è l’influenza di Oscar su Viggo (Lukas Zuperka), il figlio maggiore di Cecile e Mike, che adora Angel come se fosse una seconda madre?
Qualsiasi episodio di 34 minuti che genera tutte queste domande e storyline intriganti è un buon segno che il resto della storia sarà raccontato in modo serrato, senza un sacco di false piste e altre distrazioni. La serie non cerca di distrarre i spettatori mandandoli giù per troppi vicoli ciechi, e racconta una storia su classe, razza e ricchezza nel processo.
Lars Ranthe è terribilmente inquietante nel ruolo di Rasmus. Pensi immediatamente che abbia qualcosa a che fare con la scomparsa di Ruby, ma siamo sicuri che nulla è come sembra all’inizio. Quando Rasmus bacia Kat di saluto – che è molto più alta di lui – le afferra il sedere con entrambe le mani, anche se Cecile e Mike sono presenti. Che schifo.
Il voyeurismo come metafora sociale
Un aspetto particolarmente interessante è come la serie utilizzi il voyeurismo come metafora. Parte di questo voyeurismo si vede quando Mike e Cecile fanno sesso leggermente violento contro l’enorme finestra della camera da letto nella loro casa moderna con finestre dal pavimento al soffitto. Mentre Mike prende Cecile contro la finestra della loro stanza, vediamo alcune riprese sfocate di quello che probabilmente è un drone fuori casa.
È una metafora potente: in questa comunità di ricchi, tutti osservano tutti, ma nessuno vede davvero. Osservano per il pettegolezzo, per il controllo, per il potere, ma sono ciechi di fronte alla sofferenza reale di chi è diverso da loro.
Il verdetto finale
“Reservatet – La riserva” è un thriller che non cerca di confondere i spettatori con troppi falsi indizi, e racconta una storia su classe, razza e ricchezza nel processo. È Nordic Noir fatto bene: atmosferico, critico socialmente e con personaggi che senti di conoscere (anche se speri di non dover mai cenare con loro).
La serie sa che il vero mistero non è tanto chi ha fatto cosa a Ruby, ma perché una società che si considera civile ed evoluta può essere così indifferente alla sparizione di una persona solo perché proviene da un paese diverso e fa un lavoro considerato “di servizio”.
E tu, hai mai vissuto in un quartiere dove tutti conoscono i fatti degli altri ma nessuno vuole davvero vedere? Pensi che le serie TV abbiano il dovere di denunciare le ingiustizie sociali o preferisci l’intrattenimento puro? Condividi la tua opinione nei commenti e raccontaci se secondo te “Reservatet – La riserva” riuscirà a bilanciare mistero e critica sociale senza perdere il ritmo!
La Recensione
Reservatet - La riserva
"Reservatet - La riserva", nuova serie Nordic Noir di Netflix creata da Ingeborg Topsøe, racconta la scomparsa di Ruby, una giovane au pair filippina che lavora in uno dei quartieri più esclusivi della Danimarca. Quando nessuno sembra preoccuparsi della sua sparizione, tranne la vicina Cecile e l'amica Angel, inizia un'indagine che rivelerà i segreti più oscuri della comunità benestante. Con episodi brevi ma intensi (34-38 minuti), la serie combina il mistero della persona scomparsa con una critica feroce ai privilegi di classe, offrendo un thriller teso senza troppi vicoli ciechi narrativi.
PRO
- Episodi compatti che non sprecano un secondo di tempo
- Una critica sociale tagliente su classe, razza e privilegi
- Il perfetto mix tra Nordic Noir e dramma sociale
CONTRO
- Se preferisci i misteri con tanti colpi di scena e false piste