Doveva essere il grande ritorno del gangster movie con un’icona vivente come De Niro. Ma il pubblico ha detto no. Analizziamo cosa non ha funzionato in Alto Knights, tra marketing debole e nostalgia mal riposta.
C’era una volta Robert De Niro, il volto inconfondibile del cinema crime, l’uomo che bastava piazzare su una locandina per attirare milioni. Ora, però, qualcosa si è rotto. Alto Knights, la nuova pellicola diretta da Barry Levinson in cui De Niro interpreta non uno ma due boss mafiosi (Frank Costello e Vito Genovese), si è rivelata un clamoroso insuccesso commerciale.
Al debutto, il film ha incassato appena 3 milioni di dollari negli Stati Uniti e altri 1,9 milioni nel resto del mondo, per un totale globale di meno di 5 milioni di dollari. Un disastro, soprattutto se si considera che il budget stimato era di circa 50 milioni.
Insomma, se ci aspettavamo un nuovo The Irishman, ci siamo ritrovati con un Il boss e la matricola… senza la parte divertente.
Un film che punta sugli anziani, ma dimentica i giovani
Uno dei problemi principali di Alto Knights è il target di riferimento. Come accaduto anche per Horizon: An American Saga – Capitolo 1 di Kevin Costner, il film si rivolge a un pubblico adulto, forse troppo adulto. E il box office di oggi, purtroppo, parla un’altra lingua: supereroi, horror adrenalinici, commedie brillanti. Non gangster lenti e crepuscolari.
Il marketing è stato poco incisivo. Nessuna campagna virale, zero buzz sui social. E quando il protagonista ha oltre 80 anni e i tuoi spettatori ideali hanno bisogno degli occhiali per leggere la locandina, ecco che il problema si fa serio.
Recitazione doppia, effetto dimezzato
Sulla carta, l’idea era intrigante: De Niro nei panni di due boss rivali. Peccato che l’esecuzione lasci molto a desiderare. Secondo Collider, il film “spende un tempo osceno a raccontare i personaggi invece di mostrarli davvero”. In altre parole: tanta esposizione, poca emozione.
E anche la regia di Barry Levinson, pur solida, non riesce a scrollarsi di dosso l’aria da film nostalgico, impolverato, poco coinvolgente per chi non ha già vissuto (e amato) l’epoca dei Quei bravi ragazzi.
Una critica che non perdona
Con un misero 38% su Rotten Tomatoes e un B su CinemaScore, la critica è stata tutt’altro che clemente. E in un mondo in cui le recensioni online contano eccome (specialmente nei primi giorni), partire con una zavorra simile può essere fatale.
Perfino i fan più affezionati sembrano essersi disinteressati. In confronto, Joker: Folie à Deux (che comunque è stato un flop rispetto al primo capitolo) è andato meglio.
Un’occasione mancata per De Niro
Robert De Niro ha ancora un carisma invidiabile, e in Killers of the Flower Moon di Scorsese ha dimostrato di poter dominare la scena. Ma Alto Knights non è Taxi Driver, non è Quei bravi ragazzi, non è nemmeno Casinò.
Il doppio ruolo avrebbe potuto essere un tour de force attoriale, ma si riduce a una trovata senza mordente, dove i due personaggi finiscono per sembrare la stessa persona con il cappello diverso.
Conclusione: flop immeritato o segnale d’allarme?
Alto Knights non è il peggior film del 2025, ma è un campanello d’allarme. Non basta più il nome di una leggenda per riempire le sale. Serve una storia forte, una regia audace, un messaggio che parli anche al pubblico di oggi.
Se sei un amante del gangster movie old school, potresti anche apprezzarlo per alcuni dettagli stilistici o per la fotografia malinconica. Ma non aspettarti Heat – La sfida. Qui il cuore batte piano, forse troppo.
E tu che ne pensi?
Hai visto Alto Knights? Ti aspettavi di più da De Niro? Secondo te il cinema gangster è ancora vivo o ormai è roba da boomer? Scrivilo nei commenti, ti leggiamo con piacere!