Le polemiche sul caso Balocco-Ferragni continuano a infiammare il dibattito pubblico. Dopo le recenti dichiarazioni della Guardia di Finanza e l’avvio del processo per truffa aggravata, spuntano nuove accuse da parte dei dipendenti dell’azienda dolciaria. Alcuni di loro avrebbero segnalato già nel 2022 come l’influencer si stesse prendendo meriti che non le spettavano e come la beneficenza fosse solo una strategia di marketing.
Le accuse dei dipendenti Balocco
Secondo un’informativa della Guardia di Finanza, depositata nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano, alcune email interne alla Balocco rivelano forti perplessità sulla campagna del Pandoro Pink Christmas. In particolare, un dipendente dell’agenzia di comunicazione che lavorava con Balocco scriveva già a novembre 2022:
“Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. Si parla solo di lei, della beneficenza e di Balocco, mentre l’azienda viene esposta a rischi reputazionali.”
Un’osservazione che oggi assume un significato ancora più forte, considerando le recenti accuse e il rinvio a giudizio dell’influencer per pubblicità ingannevole.
“Le vendite servono per pagare il suo cachet esorbitante”
Un altro scambio di email tra i dirigenti Balocco mette in discussione l’effettivo contributo di Ferragni alla beneficenza. In una comunicazione del 20 ottobre 2022, l’amministratrice delegata Alessandra Balocco scriveva:
“Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno.”
Un’altra dipendente dell’azienda le risponde in maniera ancora più diretta:
“Mi verrebbe da rispondere: ‘in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante’.”
Queste dichiarazioni sembrano confermare che il compenso della Ferragni fosse una delle voci di spesa principali della campagna e non una donazione diretta all’ospedale Regina Margherita, come lasciato intendere al pubblico.
La beneficenza: una decisione postuma?
Un’altra testimonianza raccolta dagli investigatori riguarda la decisione di inserire la beneficenza nella campagna pubblicitaria. Una dipendente del marketing Balocco ha spiegato:
“Abbiamo ricevuto il long form del contratto ed è comparsa a quel punto la proposta della beneficenza da parte del team Ferragni. La cifra era fissa, non collegata alle vendite.”
In sostanza, la donazione all’ospedale Regina Margherita non era prevista inizialmente nel contratto e sarebbe stata introdotta solo in un secondo momento, probabilmente per migliorare la percezione pubblica dell’iniziativa.
Il controllo sui messaggi pubblicitari
Dalle carte dell’inchiesta emerge anche che tutta la comunicazione della campagna era rigidamente controllata dal team Ferragni. Un ex dipendente della sua società ha spiegato:
“Chiara posta in prima persona. Nessuno di noi ha mai pubblicato fisicamente al posto suo.”
Inoltre, quando Balocco aveva manifestato dubbi su un post pubblicitario, la risposta dal team Ferragni fu chiara:
“Il post lo facciamo. La beneficenza l’abbiamo fatta. Fate tutti i check legali.”
Un atteggiamento che, col senno di poi, evidenzia una gestione strategica e poco trasparente dell’intera operazione.
Anche le uova di Pasqua coinvolte nel caso
Le accuse non si fermano al Pandoro Pink Christmas. Un ex responsabile marketing di Cerealitalia, azienda produttrice delle uova di Pasqua griffate Ferragni, ha dichiarato:
“Ho questa sensazione che sia partita dal team Ferragni l’idea di abbinare il prodotto a una causa sociale.”
Anche in questo caso, emergono dubbi su una possibile strategia di marketing basata sull’illusione della beneficenza legata alle vendite.
L’arrivo della Guardia di Finanza
Quando la Guardia di Finanza ha fatto irruzione negli uffici delle società di Chiara Ferragni, il suo team avrebbe inviato un messaggio WhatsApp ai dipendenti con l’ordine di non presentarsi in ufficio.
“Avviso importante: Fabio mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in TBS. C’è la Guardia di Finanza e stanno interrogando parte del team.”
A questo punto, la domanda sorge spontanea: se tutto fosse stato trasparente, perché evitare il confronto con le autorità?
E adesso?
Con il processo fissato per settembre 2025, le accuse contro Chiara Ferragni potrebbero avere pesanti ripercussioni sulla sua immagine e sulla sua carriera. Quello che sembrava un semplice caso di marketing si è trasformato in uno dei più discussi scandali dell’anno.
Cosa ne pensi di queste nuove rivelazioni? Ferragni è vittima di una campagna diffamatoria o ha davvero ingannato il pubblico? Scrivilo nei commenti!