Quando Netflix lancia un nuovo show immobiliare, non ci si aspetta di vedere qualcosa di tranquillo e rilassante. Oh no. Ci aspettiamo lussuosi appartamenti, drammi tra colleghi e cattiverie da manuale, il tutto condito con un pizzico di glamour newyorkese. Selling the City, il nuovo reality della piattaforma, non fa eccezione. Ma vale la pena vederlo? Beh, preparatevi a un giro sulle montagne russe, perché qui si alternano momenti memorabili a cliché spinti al limite.
Eleonora: una regina sopra le righe
Dimenticate l’idea di un capo che guida il suo team con calma e comprensione. Eleonora arriva in elicottero, perché camminare è per i comuni mortali. La prima impressione è chiara: questa donna non scherza. “Voglio vendite monumentali,” dichiara senza mezzi termini. Tradotto: “Fate il vostro lavoro o siete fuori.”
Eppure, Eleonora non è solo una macchina da soldi. Episodio dopo episodio, emerge anche il suo lato umano, con un momento di cruda vulnerabilità nell’Episodio 4 che potrebbe sorprendere anche il pubblico più scettico. Nonostante tutto, la sua leadership è un mix di fascino e spietatezza che la rende il centro nevralgico dello show.
Un cast pronto a far scintille
Il team di agenti immobiliari è vario e, ovviamente, perfettamente pettinato per la telecamera. Tra loro spicca Abi, la nuova arrivata. Giovane, ambiziosa e… completamente invisa a molti dei suoi colleghi. “Forse mi odiano perché sono più giovane di un decennio,” insinua con un sorriso pungente. Ah, il fascino del drama.
Poi c’è Justin, il cavaliere dalle intenzioni moderne che dichiara di non avere problemi a lavorare con un team di donne. Ma attenzione: il suo commento “le ragazze sono ragazze” in un episodio successivo fa subito scivolare la sua immagine nella zona dell’eye-roll. E, naturalmente, non manca la ciliegina sulla torta: Steve Gold, il volto noto di Bravo TV, introdotto con un montaggio che esalta i suoi muscoli e il suo fascino. Un’entrata in scena da manuale, non c’è che dire.
Proprietà da sogno e tensioni da incubo
Un reality immobiliare non è completo senza case spettacolari e momenti di alta tensione. Qui, Selling the City si difende bene, anche se non sempre riesce a raggiungere l’apice di altre produzioni del genere come Owning Manhattan. Le proprietà da milioni di dollari fanno sognare – e, diciamolo, anche un po’ invidia – mentre le liti tra gli agenti tengono alta l’attenzione.
Jade, uno dei personaggi più esplosivi, alza subito il livello del drama organizzando un pranzo esclusivo con pochi colleghi, scatenando la furia di Eleonora e di chi è rimasto escluso. La sua frase minacciosa, “Le farò pagare tutto, e avrà la testa su un piatto,” è già materiale da meme. Non mancano situazioni assurde come minacce di denuncia e persino un “F*ck you Netflix” urlato da un agente durante un momento di pura follia.
Eventi, moda e un pizzico di trash
Se c’è una cosa che Selling the City fa bene, è trasformare gli eventi immobiliari in spettacoli degni di un red carpet. Ogni episodio è un’esplosione di eleganza e glamour, tranne quando Steve, il ribelle dello stile, decide di presentarsi in felpa e giacca semi-elegante. Ma d’altronde, chi osa giudicare uno dei grandi nomi del settore?
La moda è una protagonista silenziosa dello show, con outfit studiati per impressionare e momenti in cui sembra di assistere a una sfilata piuttosto che a una trattativa immobiliare. Questo mix di lusso e leggerezza è uno dei motivi principali per cui lo show è perfetto per una visione rilassante – o per una maratona di puro guilty pleasure.
Il dilemma morale: eroi o manipolatori?
Dietro le liti e le risate, Selling the City solleva anche una questione interessante: quanto siamo disposti a sopportare per vendere un sogno? I protagonisti sono presentati come “buoni”, ma non è sempre facile schierarsi dalla loro parte. Eleonora vuole vendite monumentali, ma a che prezzo? E Marina, la ricca ereditiera e obiettivo delle loro manovre, viene inizialmente dipinta come un simbolo del capitalismo sfrenato, salvo poi rivelarsi molto più complessa.
Questa ambiguità morale aggiunge uno strato di profondità allo show, anche se non sempre viene esplorata a sufficienza. Si ha la sensazione che i produttori abbiano scelto di puntare tutto sul drama, sacrificando riflessioni più profonde.
Un format che convince, ma con riserva
Nonostante le sue qualità, Selling the City non è privo di difetti. Il format, ormai collaudato, rischia di sembrare ripetitivo, con dinamiche già viste in altri show immobiliari. La tensione tra i personaggi a volte appare forzata, e alcuni episodi soffrono di cali di ritmo.
Tuttavia, per chi ama il genere, questi limiti possono essere facilmente perdonati. Selling the City è come un bicchiere di champagne: non sempre necessario, ma sicuramente piacevole. Le case da sogno, le rivalità accese e i personaggi sopra le righe lo rendono un’opzione perfetta per una serata senza pensieri.
Conclusioni: vale la pena guardarlo?
Se siete fan di show come Selling Sunset o Million Dollar Listing, Selling the City è un’aggiunta che non potete perdere. È uno spettacolo che mescola lusso, emozioni e un pizzico di follia, regalando momenti memorabili. Certo, non è perfetto, ma a volte ciò che conta davvero è lasciarsi intrattenere senza troppe pretese.
E voi, cosa ne pensate? Vi siete già immersi nel mondo di Selling the City, o siete indecisi se iniziare? Fatecelo sapere nei commenti: la vostra opinione conta!
La Recensione
Selling the City
Tra tensioni personali e proprietà di lusso, Selling the City offre glamour ma ricade nei cliché prevedibili del reality immobiliare.
PRO
- Glamour senza fine: proprietà di lusso e eventi mozzafiato per gli amanti del lifestyle.
- Dramma e tensione: intrighi personali e rivalità che tengono incollati allo schermo.
- Cast carismatico: Eleonora e Steve Gold sono nati per il reality.
CONTRO
- Trama prevedibile: cliché del genere che non offrono nulla di nuovo.
- Superficialità: più attenzione al drama che al reale mercato immobiliare.