Cari amanti del maximum hype, se pensavate che DJ Khaled si fosse dato alla vita da self-help guru tra grigliate e consigli su TikTok, preparatevi a un ritorno in grande stile. L’uomo che ha trasformato il featuring in una formula matematica (1 hit + 10 superstar = successo garantito) ha appena svelato Aalam of God, il suo 14° album, con un trailer cinematografico che fa sembrare Fast & Furious un cortometraggio amatoriale. Tra salti da grattacielo, Mark Wahlberg in versione boss mafioso e un’ossessione per le 100 bar di Jay-Z, Khaled non promette un disco: promette un’esperienza. Ma sarà un capolavoro o l’ennesimo overpromise?
Partiamo dai dati tecnici: Aalam of God (che in arabo significa “parola di Dio”) è un omaggio al figlio Aalam, ma anche un claim di grandiosità che solo Khaled può permettersi. Il trailer, lungo 7 minuti, è un mix tra Mission: Impossible e una callout post di Instagram, con l’artista che difende l’album da ladri armati di chiavette USB. Spoiler: Drake c’è, Rihanna forse, e Jay-Z è il fantasma che aleggia su ogni frame. Ma perché tanta paranoia? Perché, come sussurra Wahlberg nel clip: «Se esce quel verso da 100 bar, il rap non sarà più lo stesso».
Aalam of God: il trailer che fa sembrare Avengers: Endgame uno spot della Lidl
Se il tuo concept album si basa su salvataggi in extremis e colpi di scena degni di Ocean’s Eleven, hai già vinto metà della battaglia. Khaled lo sa bene: il trailer di Aalam of God inizia con un salto nel vuoto dal 30° piano (con tanto di wirework da action movie) e prosegue con una caccia al tesoro dove il tesoro è… l’album stesso. Meta? Geniale.
Ma non è tutto fumo negli occhi. Tra le righe (e le esplosioni), spuntano dettagli succosi: due tracce con Drake — probabilmente un banger da club e una emo-ballad — e un misterioso brano intitolato I Just Wanna Breathe che vedrebbe protagonista Rihanna. Peccato che, come ricorda il buon Khaled nel caption, «questo non è il mio ultimo album, è il mio Black Album», citando Jay-Z. Coerenza? Mai sentita nominare.
Drake, Rihanna e il fantasma di Jay-Z: il tridente (troppo) perfetto?
Analizziamo i featuring con il piglio del critico musicale. Drake è ormai una garanzia: dal flow malinconico di Take Care alle vibes dancehall di One Dance, il rapper di Toronto sa adattarsi a qualsiasi beat. Ma due tracce insieme rischiano di saturare il mercato (e i nostri playlist).
E Rihanna? La regina delle anti-drop (vedi Work) potrebbe trasformare I Just Wanna Breathe in una ballad ipnotica, ma attenzione: l’ultima volta che Khaled ha scomodato una diva pop (cough Beyoncé in Top Off), il risultato fu… un meh sonoro.
La strategia di Khaled: quando il marketing diventa più importante della musica
Qui sta il punto: Aalam of God non è un album, è un esperimento sociale. Khaled ha capito che nel 2025 l’attenzione si conquista con i meme, le citazioni virali e i trailer ipercostosi. Il riferimento al Black Album di Jay-Z non è casuale: nel 2003, Hov usò lo stesso espediente per annunciare il (finto) ritiro.
Ma c’è un problema: mentre Jay-Z parlava al suo pubblico con sobrietà, Khaled urla al miracolo. E quando urli troppo, il rischio è che nessuno ascolti più.
100 bar di Jay-Z: la profezia che (forse) nessuno voleva
Ricordate God Did, il brano del 2022 dove Jay-Z sfornò un verse da 4 minuti che fece implodere Twitter? Ecco, Wahlberg nel trailer cita proprio quello: «Se esce un altro pezzo del genere, Khaled vince tutto». Peccato che, tecnicamente, 100 bar in un solo brano siano un’arma a doppio taglio: o diventi Illmatic o finisci nel dimenticatoio come le paparade di Pitbull.
Aspettative vs realtà: Aalam of God sarà l’album dell’anno o un flop epico?
Il dilemma è servito. Da un lato, Khaled ha dalla sua numeri da brivido: 13 album, 35 milioni di dischi venduti, 7 Grammy. Dall’altro, il rischio di overdose da featuring è alto: troppe star possono uccidere l’identità di un progetto.
E tu, cosa ne pensi? Khaled è un genio dello hype o un maestro del clickbait? E soprattutto: aspetteresti 7 minuti di trailer per un album che, forse, non ascolterai mai? Scrivilo nei commenti, siamo curiosi!