Il Napoli è un rullo compressore: credere nello scudetto è possibile.
Il “grande sogno” è ciò che sta accompagnando i calciatori azzurri e i propri tifosi sin dal ritiro estivo di Dimaro. La conquista dello scudetto è prerogativa assoluta in casa Napoli. Mai come in questa stagione, ci siano tutte le credenziali affinché tale desiderio si tramuti in concreta realtà. L’ultimo tricolore festeggiato sotto l’ombra del Vesuvio risale al lontano 1990, erano i tempi di Maradona, Careca, Alemao, interpreti di una storia passata ma sempre viva nella memoria dei calorosi supporters azzurri. Compiendo un balzo in avanti di ben ventotto anni, i protagonisti della cavalcata in salsa partenopea ora assumono i connotati di Insigne, Mertens, Callejon, elementi imprescindibili nel tridente offensivo.
Oltre a loro c’è un gruppo solido ed ottimamente amalgamato, in cui spiccano Hamsik, Jorginho, Allan, il roccioso Koulibaly, l’affidabile Albiol, il baluardo Reina e i volenterosi Hysaj e Mario Rui, in attesa del ritorno in campo di un altro pezzo da novanta quale Ghoulam. Il percorso in campionato del Napoli è decisamente esaltante: dopo ventidue giornate gli azzurri sono in testa a quota cinquantasette, ad un punto di distanza dalla Juventus seconda. I partenopei hanno vinto ben diciotto partite, pareggiandone tre e perdendone solo una, al San Paolo, al cospetto della Vecchia Signora. Miglior difesa del torneo con quattordici reti al passivo, il Napoli ama, altresì, pungere e quando lo fa sono dolori per gli avversari. Chiedere informazioni al Bologna, ultima vittima in ordine di tempo, passata in vantaggio dopo pochi secondi con Palacio per poi essere acciuffata da una sfortunata autorete di Mbaye, e successivamente superata da un Mertens infallibile, protagonista di una doppietta che lo issa a quota tredici reti in questo campionato. Che sia una stagione particolare, lo si percepisce dall’atmosfera che regna attorno alla squadra.
Anche domenica il San Paolo era gremito, segno, questo, di un’estrema vicinanza ai loro beniamini, come a simboleggiare di voler spingere il più possibile la banda di Sarri verso la conquista di un sogno, quel sogno che incarna un nome ben preciso ma che per scaramanzia non vuol essere pronunciato. Osservando il calendario, gli azzurri sino al prossimo 18 febbraio disputeranno ben tre gare tra le proprie mura amiche: Lazio e Spal in campionato, Lipsia in Europa League, match che testeranno, soprattutto quelli contro i biancocelesti e gli estensi, il grado di maturità di una compagine in piena lotta per il titolo e al vertice della graduatoria. Domenica, invece, Mertens e compagni faranno visita al Benevento, in quello che può definirsi un derby regionale. Sulla carta si presenta come la classica sfida tra Davide contro Golia. Partenopei primi, sanniti ultimi.
Il Napoli miglior difesa del campionato e terzo attacco del torneo di fronte alle Streghe con lo scettro poco edificante di peggior difesa con quarantanove gol al passivo e attacco asfittico con tredici reti realizzate. Esposta così non dovrebbe esserci sfida tra le due squadre, eppure mister Sarri proprio per scongiurare che avvenga un inatteso rilassamento, punterà a mantenere alta la concentrazione, evitando cali di tensione perché gli scudetti si vincono anche attraverso gare che sulla carta appaiono come pure e semplici formalità. L’allenatore azzurro è ben consapevole che la Juventus difficilmente inciamperà da qui al termine del campionato, quindi sarà dovere del Napoli dare sempre il massimo, giocare costantemente con il coltello tra i denti, se non si vorrà deludere un popolo entusiasta, che sogna ad occhi aperti la conquista di uno scudetto che donerebbe rinnovato slancio e rappresenterebbe un riscatto sociale per una terra ricca di valori ma troppo spesso patria di contraddizioni.