La conclusione definitiva di una delle carriere più straordinarie di Hollywood ha finalmente trovato il suo epilogo ufficiale nelle pagine di un referto autoptico. Il leggendario Gene Hackman, il due volte premio Oscar che ha regalato al cinema personaggi indimenticabili come Popeye Doyle ne “Il braccio violento della legge” e Little Bill Daggett ne “Gli spietati”, è deceduto all’età di 95 anni per una combinazione di malattie cardiovascolari – ipertensiva e aterosclerotica – complicata da uno stato avanzato di Alzheimer. Una rivelazione che aggiunge un ulteriore strato di tragicità al già doloroso scenario che ha coinvolto l’attore e la moglie Betsy Arakawa, pianista classica di 65 anni, trovati morti nella loro casa di Santa Fe, New Mexico, il 26 febbraio scorso. I rapporti finali dell’autopsia, ottenuti da PEOPLE domenica 27 aprile, hanno infatti confermato che Betsy è morta diversi giorni prima di Hackman a causa di una sindrome polmonare da hantavirus, un virus trasmesso dai roditori che provoca sintomi simil-influenzali ma potenzialmente letali. Una sequenza di eventi che rivela un dramma domestico straziante: l’attore, già afflitto da una forma avanzata di Alzheimer, è rimasto probabilmente solo nella loro casa per giorni con il corpo senza vita della moglie, fino a quando entrambi sono stati ritrovati dalle autorità. Un finale tragico che ricorda quasi la sceneggiatura di uno di quei film drammatici che l’attore avrebbe potuto interpretare con la sua caratteristica intensità. La vicenda acquista contorni ancora più commoventi se si considera che accanto ai corpi è stato trovato anche quello di uno dei loro cani, un incrocio di kelpie di nome Zinna, morto probabilmente per disidratazione e fame, mentre altri due cani erano stati rinvenuti vivi e in buone condizioni nella proprietà. Un quadro doloroso che cala definitivamente il sipario sulla vita riservata che la coppia conduceva dal ritiro dalle scene di Hackman, avvenuto dopo l’uscita di “Welcome to Mooseport” nel 2004.
L’avanzato stato di Alzheimer e il destino del grande attore
Il rapporto dell’ufficio del medico investigatore ha rivelato dettagli significativi sulle condizioni di salute di Hackman. L’esame del cervello dell’attore “ha mostrato risultati microscopici di malattia di Alzheimer in stadio avanzato”, un fattore che ha sicuramente contribuito alla sua morte. Secondo il medico investigatore, Gene “è soccombuto a una malattia naturale successivamente alla morte” della moglie Betsy. Un modo tecnico per esprimere un finale straziante: l’attore, già debilitato dalla malattia neurodegenerativa che probabilmente gli aveva offuscato la lucidità negli ultimi anni della sua vita, si è trovato solo e incapace di gestire la situazione dopo la morte della compagna. Una dinamica che aggiunge un ulteriore livello di pathos narrativo a questa tragedia domestica, trasformandola in una sorta di epilogo meta-cinematografico per una delle figure più imponenti della Golden Age di Hollywood.
Le ricerche online di Betsy e la diagnosi errata
Un elemento particolarmente toccante della vicenda riguarda i tentativi di Betsy di comprendere cosa le stesse accadendo. L’autopsia ha rivelato che la donna aveva cercato online informazioni sui suoi sintomi, ipotizzando un possibile legame con COVID-19 o influenza. Una dimostrazione di come, anche nei momenti più drammatici, cerchiamo di dare un senso a ciò che ci accade. Ironicamente, un test con tampone condotto durante l’autopsia “è risultato negativo per COVID-19 e influenza”, confermando che la vera causa era il ben più raro hantavirus. Un tragico esempio di diagnosi errata domestica che potrebbe aver ritardato l’intervento medico necessario. Un dettaglio che aggiunge un elemento di riflessione sulla fragilità umana e sui limiti dell’autodiagnosi nell’era digitale.
L’ultimo addio privato e la vita lontano dai riflettori
PEOPLE ha appreso all’inizio di questo mese che Gene e Betsy sono stati sepolti e ricordati in un piccolo memoriale privato tenutosi recentemente a Santa Fe, al quale hanno partecipato i tre figli adulti di Gene: Christopher, Elizabeth e Leslie. Un’ultima cerimonia che rispecchia perfettamente lo stile con cui la coppia aveva scelto di vivere negli ultimi vent’anni, lontano dai riflettori e dalla frenesia di Hollywood. L’ultima fotografia pubblica che li ritrae insieme risale a marzo 2024, quando Gene è stato avvistato mentre si appoggiava al braccio di Betsy mentre la coppia pranzava insieme al Pappadeaux Seafood Kitchen di Santa Fe. Un’immagine che, alla luce di quanto sappiamo ora, assume connotati ancora più toccanti: l’attore, probabilmente già profondamente segnato dall’Alzheimer, sostenuto fisicamente e emotivamente dalla moglie che di lì a poco l’avrebbe lasciato completamente solo.
Questa tragedia ci ricorda quanto fragile sia la vita, anche per coloro che nella nostra memoria collettiva sembrano quasi immortali grazie alle loro interpretazioni che continuano a vivere sullo schermo. Quali sono i tuoi ricordi più vividi delle interpretazioni di Gene Hackman? Quale film consideri il suo capolavoro assoluto? Condividi con noi nei commenti il tuo omaggio personale a questo gigante del cinema americano.