Spotify è al centro di una nuova controversia: un recente report afferma che la piattaforma starebbe utilizzando “artisti fantasma” per minimizzare i costi delle royalty. Ma cosa si nasconde davvero dietro questa pratica? Andiamo a fondo per scoprire i dettagli di una vicenda che sta scuotendo l’industria musicale.
La strategia dei “Perfect Fit Content”
Secondo un’indagine pubblicata da Harper’s Magazine, Spotify riempirebbe le sue playlist più popolari, come quelle jazz, classiche o lo-fi hip-hop, con brani di “artisti fantasma”. Questi musicisti non sono veri artisti, ma figure create appositamente per produrre contenuti a basso costo attraverso collaborazioni con compagnie di produzione musicale.
Questa strategia, chiamata “Perfect Fit Content” (PFC), è stata introdotta nel 2017 per massimizzare i profitti. Spotify collabora principalmente con società fuori dagli Stati Uniti, come Epidemic Sound, per creare brani che finiscono in playlist di grande successo come “Ambient Chill” o “Deep Sleep”.
Le accuse e la risposta di Spotify
Quando queste pratiche sono state rese pubbliche, Spotify ha negato categoricamente di creare “artisti fantasma”. “Queste accuse sono completamente false,” ha dichiarato un portavoce. Tuttavia, la piattaforma non ha smentito l’uso di contenuti prodotti da terzi nelle sue playlist più popolari.
Un’analisi condotta dal giornalista David Turner ha rivelato che playlist come “Ambient Chill” hanno eliminato artisti leggendari come Brian Eno e Jon Hopkins, sostituendoli con tracce provenienti da cataloghi di produzione musicale. “Se le metriche funzionano e l’utente non si accorge della differenza, perché cambiare?”, avrebbe commentato una fonte interna.
Un problema etico per l’industria musicale
La presenza di PFC nelle playlist ha una conseguenza diretta: riduce le royalty pagate agli artisti legittimi. I guadagni invece finiscono nelle tasche dei partner PFC, che creano brani distribuiti sotto nomi generici e difficili da rintracciare.
Un ex dipendente di Spotify ha ammesso: “Non ci sentivamo a nostro agio con quello che stava succedendo. Due persone che scrivono canzoni pop stavano sostituendo intere categorie di artisti. Non è giusto.” Ma fermare questa tendenza è come cercare di bloccare un treno già in corsa.
La reazione della comunità musicale
Le dichiarazioni del CEO di Spotify, Daniel Ek, hanno ulteriormente alimentato le critiche. Quest’estate, Ek ha definito i costi di creazione del “contenuto” come “vicini allo zero”. La risposta da parte di musicisti e fan è stata immediata e feroce.
KT Tunstall ha risposto su Twitter: “Io non creo ‘contenuti’, faccio musica. Creare musica costa tempo, talento e risorse.” Anche il bassista dei Primal Scream, Simone Marie Butler, ha criticato Ek definendolo “fuori dalla realtà”.
Organizzazioni come The Future of Music Coalition hanno sottolineato che produrre dischi di qualità richiede investimenti significativi, soprattutto per chi vuole pagare equamente i collaboratori. “Non è solo una questione di profitto: è una questione di rispetto per l’arte,” hanno dichiarato.
L’impatto sulle playlist più amate
Le playlist più popolari di Spotify, come “Cocktail Jazz,” “Morning Stretch” e “Detox,” sono ora dominate da PFC. Questo ha sollevato dubbi tra i fan che si affidano alla piattaforma per scoprire nuova musica autentica. Quanto della musica che ascoltiamo è davvero creata da artisti che meritano riconoscimento?
Nonostante le critiche, Spotify continua a crescere: nel primo trimestre del 2024, ha registrato un aumento del 14% nei suoi abbonati premium, raggiungendo i 239 milioni. Tuttavia, il successo economico è offuscato da un calo di fiducia tra musicisti e appassionati di musica.
Una riflessione necessaria
Questa vicenda solleva interrogativi sul futuro dello streaming musicale. È giusto sacrificare l’autenticità e il sostegno agli artisti in nome del profitto? O si può trovare un equilibrio tra crescita aziendale e rispetto per chi crea la musica che amiamo?
E tu, cosa ne pensi di queste accuse contro Spotify? Hai notato qualcosa di diverso nelle playlist che ascolti? Facci sapere nei commenti e unisciti alla discussione!