Il ritorno più atteso del 2025. Esattamente due anni dopo l’inizio del suo hiatus indefinito, Lewis Capaldi irrompe di nuovo nella scena musicale con “Survive”, un brano che è insieme testimonianza di dolore e manifesto di resilienza. Rilasciato a sorpresa il 27 giugno 2025 senza alcuna campagna promozionale sui social – per rispettare il suo allontanamento volontario dalle piattaforme digitali – la canzone segna il ritorno di uno degli artisti più autentici della sua generazione.
Come ha spiegato prima di esibirsi live al Glastonbury Festival: “Gli ultimi due anni non sono stati i migliori per me. È stato difficile a volte. Volevo scrivere una canzone che parlasse del superare quelle cose e dell’arrivare dall’altra parte”. Scritto insieme a RØMANS e prodotto da un team di cinque produttori, “Survive” non è solo una canzone: è una dichiarazione di guerra contro i propri demoni, un inno alla sopravvivenza che arriva dopo un silenzio che aveva preoccupato milioni di fan in tutto il mondo.
Il video diretto da Hector Dockrill è stato presentato con un semplice messaggio: “it’s been a while…” – tre parole che racchiudono due anni di lotta silenziosa e la gioia di essere finalmente tornato.
Le domande senza risposta
“How long till it feels / Like the wound’s finally starting to heal? / How long till it feels / Like I’m more than a spoke in a wheel?” – l’apertura di “Survive” stabilisce immediatamente il terreno emotivo del brano: la ricerca di guarigione e significato. La metafora del “spoke in a wheel” (raggio di una ruota) è particolarmente efficace nel descrivere quella sensazione di essere solo una parte meccanica di qualcosa di più grande, senza identità propria.
Queste domande retoriche rivelano la natura esistenziale della crisi vissuta da Lewis: non si tratta solo di depressione clinica, ma di una perdita fondamentale del senso di sé e del proprio posto nel mondo.
La paura dell’inadeguatezza
“Most nights, I fear / That I’m not enough / I’ve had my share of Monday mornings when I can’t get up” – il pre-ritornello tocca uno dei nervi scoperti della salute mentale contemporanea: la sindrome dell’impostore e la paralisi depressiva. I “Monday mornings” diventano simbolo di tutti quei momenti in cui la vita normale sembra impossibile da affrontare.
“But, when hope is lost / And I come undone” – questa ammissione di vulnerabilità è coraggiosa nella sua semplicità. Lewis non cerca di intellettualizzare o poeticizzare la sua condizione: semplicemente la descrive per quello che è.
Il ritornello della determinazione
“I swear to God, I’ll survive / If it kills me to” – il paradosso contenuto in questi versi è devastante nella sua logica: essere disposti a morire per sopravvivere. È la contraddizione di chi deve mettere in gioco tutto quello che ha per continuare a esistere.
“I’m gonna get up and try / If it’s the last thing I do / I’ve still got something to give / Though it hurts sometimes” – questa progressione dalla sopravvivenza pura (“survive”) all’azione (“get up and try”) fino al contributo sociale (“something to give”) delinea un percorso di riabilitazione emotiva che va dalla mera esistenza al ritrovare un purpose.
“I’m gonna get up and live / Until the day that I die” – la distinzione tra “survive” e “live” è fondamentale: sopravvivere è resistere, vivere è partecipare attivamente alla propria esistenza.
L’evoluzione della seconda strofa
“How long till you know / That, in truth, you know nothing at all?” – la seconda strofa introduce un elemento di umiltà epistemologica: il riconoscimento che la crescita passa attraverso l’ammissione della propria ignoranza. È un tema maturo per un artista che ha vissuto il successo precoce e poi la caduta.
“How far will you go / To get back to the place you belong?” – questa domanda è centrale nel percorso di Lewis: dopo aver raggiunto la vetta e essere precipitato, quanto è disposto a sacrificare per tornare “a casa”, sia metaforicamente che letteralmente?
La resistenza all’autodistruzione
“But I refuse to spend my best years rotting in the Sun” – questa linea rappresenta un momento di svolta: il rifiuto attivo dell’autocommiserazione. L’immagine del “rotting in the Sun” è potente: anche quello che dovrebbe dare vita (il sole) può diventare fonte di decomposizione se non si ha la forza di muoversi.
Un’analisi critica del ritorno
Dal punto di vista critico, “Survive” rappresenta esattamente quello che ci si aspetterebbe (e spererebbe) da Lewis Capaldi dopo due anni di silenzio. Il brano è autentico senza essere autoindulgente, vulnerabile senza cadere nel vittimismo. La struttura testuale, pur essendo relativamente semplice, regge il peso emotivo che deve portare.
Tuttavia, si potrebbe obiettare che il testo, pur essendo sincero, non offre grandi innovazioni stilistiche rispetto al Lewis pre-hiatus. Le tematiche sono evolute (dalla heartbreak alla salute mentale), ma il linguaggio rimane fedele al suo stile diretto e colloquiale. Questo può essere visto come coerenza artistica o come mancanza di crescita creativa.
La forza del brano sta nella sua funzione terapeutica tanto per l’artista quanto per l’ascoltatore: non pretende di avere risposte, ma documenta onestamente un processo di guarigione in corso. È un work-in-progress emotivo trasformato in canzone.
Il valore della testimonianza
La collaborazione con RØMANS nella scrittura ha permesso di mantenere l’autenticità della voce di Lewis pur strutturando il messaggio in modo efficace. Il coinvolgimento di cinque produttori (Peter Fenn, RØMANS, Andrew Wells, Connor McDonough e Riley McDonough) testimonia l’importanza attribuita a questo ritorno.
La scelta di rilasciare il brano senza campagna promozionale, affidandosi solo al passaparola e alla qualità della musica, è coraggiosa e coerente con il percorso di allontanamento dai social media. Il debutto live al Glastonbury, nove ore dopo la premiere del video, ha confermato che Lewis è davvero pronto a tornare.
Un messaggio universale
“Survive” funziona perché trasforma l’esperienza specifica in messaggio universale. Non tutti hanno vissuto la fama precoce e il burnout, ma molti riconosceranno la sensazione di essere “not enough”, di non riuscire ad alzarsi il lunedì mattina, di chiedersi quanto tempo serva perché le ferite guariscano.
Il brano si inserisce in una tradizione di canzoni sulla salute mentale che include “Breathe Me” di Sia e “Heavy” di Linkin Park, ma con una specificità generazionale che lo rende particolarmente rilevante per chi sta vivendo l’epoca dei social media e delle aspettative impossibili.
È un ritorno che promette bene per il futuro artistico di Lewis Capaldi, dimostrando che il tempo lontano dalle scene è stato speso bene: per guarire, per crescere e per trovare nuove cose da dire.
E tu, hai mai vissuto quei “Monday mornings” in cui non riesci ad alzarti? Ti riconosci in quella sensazione di essere “not enough” o di essere solo “un raggio nella ruota”? Condividi nei commenti cosa ne pensi di questo ritorno di Lewis e se anche tu hai mai dovuto scegliere tra sopravvivere e vivere – siamo curiosi di sapere se questo messaggio di resilienza ti arriva dritto al cuore come è successo a noi!
Il testo di Survive
[Verse 1]
How long till it feels
Like the wound’s finally starting to heal?
How long till it feels
Like I’m more than a spoke in a wheel?
[Pre-Chorus]
Most nights, I fear
That I’m not enough
I’ve had my share of Monday mornings when I can’t get up
But, when hope is lost
And I come undone
[Chorus]
I swear to God, I’ll survive
If it kills me to
I’m gonna get up and try
If it’s the last thing I do
I’ve still got something to give
Though it hurts sometimes
I’m gonna get up and live
Until the day that I die
I swear to God, I’ll survive
[Verse 2]
How long till you know
That, in truth, you know nothing at all?
How far will you go
To get back to the place you belong?
[Pre-Chorus]
Most nights, I fear
That I’m not enough
But I refuse to spend my best years rotting in the Sun
So, when hope is lost
And I come undone
[Chorus]
I swear to God, I’ll survive
If it kills me to
I’m gonna get up and try
If it’s the last thing I do
I’ve still got something to give
Though it hurts sometimes
I’m gonna get up and live
Until the day that I die
I swear to God, I’ll survive
I swear to God, I’ll survive
[Chorus]
I swear to God, I’ll survive
If it kills me to
I’m gonna get up and try
If it’s the last thing I do
I’ve still got something to give
Though it hurts sometimes
I’m gonna get up and live
Until the day that I die
I swear to God, I’ll survive
La traduzione del testo di Survive
[Strofa 1]
Quanto ci vorrà
Prima che senta che la ferita stia finalmente guarendo?
Quanto ci vorrà
Prima che mi senta più di un semplice ingranaggio?
[Pre-Ritornello]
La maggior parte delle notti temo
Di non essere abbastanza
Ho vissuto tanti lunedì mattina in cui non riuscivo ad alzarmi
Ma, quando la speranza svanisce
E vado in pezzi…
[Ritornello]
Giuro su Dio, sopravviverò
Anche se dovesse uccidermi
Mi rialzerò e ci proverò
Anche fosse l’ultima cosa che faccio
Ho ancora qualcosa da dare
Anche se a volte fa male
Mi rialzerò e vivrò
Fino al giorno in cui morirò
Giuro su Dio, sopravviverò
[Strofa 2]
Quanto tempo ci vuole per capire
Che, in realtà, non sai proprio nulla?
Quanto lontano sei disposto ad andare
Per tornare nel posto a cui appartieni?
[Pre-Ritornello]
La maggior parte delle notti temo
Di non essere abbastanza
Ma mi rifiuto di passare i miei anni migliori marcendo al sole
Quindi, quando la speranza svanisce
E vado in pezzi…
[Ritornello]
Giuro su Dio, sopravviverò
Anche se dovesse uccidermi
Mi rialzerò e ci proverò
Anche fosse l’ultima cosa che faccio
Ho ancora qualcosa da dare
Anche se a volte fa male
Mi rialzerò e vivrò
Fino al giorno in cui morirò
Giuro su Dio, sopravviverò
Giuro su Dio, sopravviverò
[Ritornello]
Giuro su Dio, sopravviverò
Anche se dovesse uccidermi
Mi rialzerò e ci proverò
Anche fosse l’ultima cosa che faccio
Ho ancora qualcosa da dare
Anche se a volte fa male
Mi rialzerò e vivrò
Fino al giorno in cui morirò
Giuro su Dio, sopravviverò