L’ultimo capitolo dei Warren polverizza le previsioni con il secondo miglior debutto horror della storia mondiale mentre in Italia conquista 75mila spettatori al primo posto. Michael Chaves firma un trionfo commerciale che nessuno si aspettava: “The Conjuring – Il rito finale” ha letteralmente terrorizzato la concorrenza mondiale incassando la cifra monstre di 187 milioni di dollari nel weekend di debutto globale, piazzandosi come il secondo miglior esordio di sempre per un film horror nella storia del cinema. Solo “It” del 2017 con i suoi 190 milioni di dollari riesce a mantenere il primato, ma la differenza è minima e dimostra come il franchise dei Warren continui a essere una macchina da soldi inarrestabile per Warner Bros.
Il weekend di apertura ha superato ogni aspettativa: 83 milioni di dollari sul mercato domestico americano e 104 milioni nel resto del mondo, cifre che hanno mandato in estasi i dirigenti dello studio che si aspettavano risultati decisamente più modesti. La distribuzione internazionale ha funzionato alla perfezione, con il Messico che guida la classifica mondiale con 13,3 milioni di dollari, seguito dal Regno Unito con 8,8 milioni, il Brasile con 7,7 milioni e l’India con 6,7 milioni.
Ma quello che impressiona di più è la performance su schermo IMAX, dove il film ha raccolto 14,3 milioni di dollari globalmente, diventando il miglior debutto di sempre per un’uscita di settembre nella storia del formato premium. Solo negli Stati Uniti, gli schermi IMAX hanno contribuito con 9,4 milioni di dollari, stabilendo il record per il genere horror su questa tipologia di sale. Numeri che dimostrano come il pubblico stia ancora cercando l’esperienza cinematografica immersiva che solo il grande schermo può offrire.
Il trionfo italiano che nessuno si aspettava
In Italia il film ha conquistato immediatamente la vetta del box office con oltre 75mila spettatori nel primo giorno di programmazione, incassando 589.922 euro e battendo senza appello la concorrenza. Un risultato che dimostra come il pubblico italiano abbia ancora fame di horror di qualità e come il brand “The Conjuring” sia ormai sinonimo di garanzia per gli appassionati del genere.
La distribuzione nazionale di Warner Bros. Italia ha piazzato il film in 872 sale cinematografiche, una capillarità che testimonia la fiducia dello studio nelle potenzialità commerciali del progetto. Il primato in classifica è stato conquistato battendo “Material Love” (99mila euro) e “I Puffi – Il Film” che chiude il podio con altri 48mila euro.
Il successo italiano si inserisce perfettamente nella strategia globale di Warner Bros., che dopo una serie di delusioni commerciali come “Joker: Folie à Deux”, “Mickey 17” e “The Alto Knights”, ha finalmente trovato nel franchise horror la gallina dalle uova d’oro per risollevare i conti del 2025.
I numeri da record che riscrivono la storia
La performance economica di “Il rito finale” assume proporzioni ancora più impressionanti se consideriamo il budget di produzione di 55 milioni di dollari. Il film ha già recuperato oltre tre volte i costi di realizzazione nel solo weekend di apertura, garantendo profitti stratosferici per Warner Bros. e dimostrando come l’horror rimanga uno dei generi più redditizi dell’industria cinematografica.
Il franchise “The Conjuring”, considerando anche gli spin-off come “The Nun” e “Annabelle”, ha ormai superato i 2,3 miliardi di dollari di incassi complessivi, confermandosi come la saga horror più redditizia della storia del cinema. Un impero costruito partendo dal budget modesto di 20 milioni del primo film del 2013, che ne incassò 320 milioni mondialmente.
Gli analisti di settore prevedono che “Il rito finale” possa raggiungere i 400 milioni di dollari di incassi globali, considerando la forza del brand e l’appeal internazionale del genere horror. Se queste previsioni si dovessero avverare, il film potrebbe superare “The Nun” (366 milioni) come il capitolo più redditizio dell’intero universo cinematografico.
La formula vincente di Michael Chaves
Il regista Michael Chaves, subentrato a James Wan dalla terza pellicola, ha dimostrato di saper maneggiare il materiale con la stessa efficacia del maestro dell’horror. La sua direzione artistica riesce a bilanciare i jump scare tradizionali con una costruzione della tensione più sofisticata, mantenendo viva l’eredità stilistica di Wan senza cadere nella semplice imitazione.
La sceneggiatura firmata da Ian Goldberg, Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick si basa sul caso reale dell’infestazione della famiglia Smurl del 1986, dimostrando come la formula “basato su fatti realmente accaduti” continui a funzionare magnificamente con il pubblico. La verosimiglianza storica, anche se romanzata per esigenze narrative, aggiunge quel tocco di credibilità che rende i Warren personaggi ancora affascinanti dopo quattro film.
Patrick Wilson e Vera Farmiga tornano per l’ultima volta nei panni degli investigatori del paranormale, portando a termine una caratterizzazione attoriale che ha attraversato oltre un decennio di cinema. La loro chimica interpretativa rimane il cuore emotivo della saga, rendendo credibili personaggi che in altre mani sarebbero potuti risultare ridicoli.
L’effetto domino sul mercato horror
Il successo straordinario di “Il rito finale” avrà sicuramente ripercussioni su tutto il mercato horror contemporaneo. Hollywood prenderà nota di questi numeri e inevitabilmente si preparerà una nuova ondata di film supernatural che cercheranno di replicare la formula vincente dei Warren.
La strategia distributiva di Warner Bros., che ha puntato su una release mondiale simultanea e su una massiccia presenza IMAX, diventerà probabilmente il modello da seguire per i blockbuster horror del futuro. Il successo dimostra che il pubblico è ancora disposto ad andare al cinema per vivere l’esperienza collettiva della paura, un dato incoraggiante per un’industria che fatica a riportare gli spettatori in sala.
Il timing dell’uscita a settembre si è rivelato perfetto: il mese autunnale è tradizionalmente favorevole all’horror, e l’assenza di concorrenza diretta ha permesso al film di dominare senza ostacoli. Una lezione di marketing che altri studi dovranno tenere a mente per i loro progetti futuri.
L’addio perfetto a un’epoca cinematografica
“The Conjuring – Il rito finale” rappresenta ufficialmente la conclusione della saga principale dei Warren, chiudendo un ciclo iniziato nel 2013 che ha ridefinito gli standard dell’horror contemporaneo. James Wan, pur rimanendo produttore, ha passato il testimone a Chaves per quello che potrebbe essere l’ultimo grande affare del franchise.
La legacy artistica della saga va ben oltre i numeri commerciali: questi film hanno riportato al centro dell’attenzione l’horror tradizionale, basato sull’atmosfera e sulla tensione psicologica piuttosto che sulla violenza esplicita. Un ritorno alle origini che ha influenzato un’intera generazione di registi e che continuerà a essere fonte di ispirazione per anni.
Il fenomeno culturale dei Warren cinematografici ha trasformato due personaggi controversi della realtà in icone del cinema horror, dimostrando il potere della narrazione cinematografica nel creare miti moderni. Un’operazione di costruzione mitologica che pochi franchise sono riusciti a realizzare con tanta efficacia.
Cosa pensi di questo record straordinario? Credevi che dopo quattro film la saga potesse ancora sorprendere con numeri del genere, o pensi che il pubblico sia semplicemente affamato di horror di qualità? Hai già visto “Il rito finale” o aspetti di più prima di andare al cinema? Raccontaci la tua esperienza nei commenti.




