Diciamocelo subito: The Old Guard 2 è quel tipo di sequel che ti fa rimpiangere di non essere immortale solo per poter dimenticare di averlo visto. Netflix ci riprova con la saga degli immortali guerrieri, ma stavolta l’unica cosa che muore davvero è la voglia di continuare a guardare.
Il ritorno degli immortali che preferiresti mortali
Charlize Theron torna nei panni di Andy, l’immortale che ora non lo è più – una metafora perfetta per questo film che ha perso tutto il fascino del predecessore. La regia di Victoria Mahoney prende il posto di Gina Prince-Bythewood, ma il cambio non porta quella freschezza che ci aspettavamo. Anzi.
Il film inizia con il botto: una sequenza d’apertura in una villa italiana che ti fa sperare di essere tornati ai fasti del primo capitolo. Barry Ackroyd (quello di “The Hurt Locker”, per intenderci) gestisce la camera con la sua solita maestria, mentre Matthew Schmidt al montaggio regala un ritmo serrato che cattura l’attenzione. Peccato che sia l’unico momento in cui tutto l’ensemble cast viene utilizzato come si deve.
Quando la sceneggiatura perde l’immortalità
Ed eccoci al problema principale: Greg Rucka firma una sceneggiatura che sembra scritta con i piedi. Non c’è una vera storia, i personaggi sono bidimensionali e i dialoghi? Beh, diciamo che farebbero sembrare profondi quelli di un film di Michael Bay.
Uma Thurman entra in scena come Discord, l’antagonista di turno che ruba libri antichi (no, non è una metafora sofisticata). Il suo personaggio è così monodimensionale che se non fosse per il carisma innato dell’attrice, sarebbe completamente dimenticabile. E poi c’è Henry Golding nei panni di Tuah, un altro immortale che esiste giusto per riempire il cast.
Il mistero del cast disperso
Ricordi Marwan Kenzari e Luca Marinelli, la coppia gay che aveva conquistato tutti nel primo film? Beh, scordateli. Spariscono per lunghi tratti, trasformati in comparse del loro stesso film. Chiwetel Ejiofor come Copley non ha neanche una scena memorabile – un vero spreco di talento.
KiKi Layne come Nile diventa un mero espediente narrativo: scopriamo che essendo l’ultima immortale, una sua ferita può togliere i poteri agli altri o trasferire l’immortalità. Praticamente una chiavetta USB con le gambe.
Charlize Theron: l’unica ancora di salvezza?
L’unica che regge il peso del film è Charlize Theron, ma neanche lei riesce a salvare il salvabile. Andy, ora mortale, dovrebbe affrontare un viaggio psicologico profondo – invece fa battute sui postumi della sbornia. Sei mesi senza poteri immortali e tutto quello che otteniamo è qualche scena in cui si alza più lentamente dal letto? Davvero?
L’occasione sprecata con Quỳnh
Il rapporto con Vân Veronica Ngô (Quỳnh) aveva tutte le potenzialità per essere il cuore emotivo del film. C’è una scena stupenda in cui Andy cammina tra vicoli che si trasformano magicamente nell’antica Roma – un momento di pura poesia cinematografica che ti fa capire cosa avrebbe potuto essere questo film.
Ma poi tutto si perde nel solito tritacarne di esplosioni e inseguimenti che servono solo a giustificare il budget speso.
Il verdetto finale
The Old Guard 2 è la dimostrazione che l’immortalità cinematografica non esiste. Neanche i personaggi sembrano interessati alla loro stessa storia – figuriamoci noi spettatori. È un sequel che esiste solo per giustificare un contratto Netflix, non per raccontare una storia che valga la pena di essere vista.
Se il primo film ti aveva conquistato, forse è meglio che tu mantenga quel ricordo intatto. Perché stavolta, a morire non sono solo i cattivi.
Che ne pensi? Hai già visto The Old Guard 2 o stai ancora decidendo se rovinarti la giornata? Raccontaci la tua nei commenti!
La Recensione
The Old Guard 2
The Old Guard 2 tradisce completamente le promesse del predecessore, offrendo una sceneggiatura svuotata, personaggi ridotti a mere comparse e un'occasione sprecata di esplorare la mortalità. Neanche Charlize Theron riesce a salvare questo sequel che sembra esistere solo per contratto, non per passione cinematografica.
PRO
- Charlize Theron ancora convincente: la sua presenza scenica rimane magnetica nonostante tutto
- Alcune sequenze d'azione ben costruite: soprattutto quella d'apertura nella villa italiana
CONTRO
- Sceneggiatura inconsistente: trama piena di buchi e dialoghi banali che tradiscono i personaggi
- Sottoutilizzo del cast: attori di talento ridotti a comparse della loro stessa storia
- Mancanza di sviluppo emotivo: nessuna crescita psicologica convincente per Andy ora mortale
- Sequel fine a se stesso: esiste solo per giustificare un contratto, non per raccontare una storia necessaria




