Sapete, cari lettori, ci sono momenti in cui anche noi cinici giornalisti del cinema ci ritroviamo con gli occhi umidi davanti allo schermo. Non per un finale strappalacrime ben orchestrato o per un piano sequenza particolarmente commovente, ma per frammenti di vita reale che superano qualsiasi sceneggiatura hollywoodiana. La storia d’amore tra Gene Hackman e Betsy Arakawa è uno di questi momenti.
Le autorità di Santa Fe hanno recentemente reso pubblici alcuni bigliettini trovati nella loro proprietà, rivelando un’intimità toccante che va ben oltre la dimensione pubblica dell’attore due volte premio Oscar. Questi piccoli frammenti di carta raccontano una storia d’amore che ha resistito fino all’ultimo respiro, nonostante il progredire dell’Alzheimer che aveva colpito la leggenda del cinema.
In uno dei biglietti, Hackman ringrazia teneramente Betsy, che si era presa cura di lui durante la malattia, per averlo aiutato a preparare la cena per il compleanno di lei stessa, firmandosi semplicemente “Ti amo, con i ragazzi, G.” Un dettaglio che ci mostra come il loro rapporto fosse rimasto intatto nella sua essenza più profonda, al di là delle dissolvenze mentali che l’Alzheimer stava imponendo alla mente brillante dell’attore di “Il Braccio Violento della Legge” e “Gli Spietati”.
L’amore alla vecchia maniera
Era evidente che la coppia – sposata dal 1991 – amasse il modo “old school” di esprimere affetto. Hackman chiama Betsy “ragazza adorabile” e in un altro biglietto le scrive semplicemente che stava pensando a lei. C’è qualcosa di profondamente commovente in questo scambio di frammenti narrativi quotidiani, che ricorda quasi una sceneggiatura minimalista alla Jarmusch: parole semplici, ma dense di significato, che raccontano una relazione ben lontana dai cliché delle rom-com contemporanee.
L’ironia fino alla fine
Gene mantenne il suo spirito giocoso fino all’ultimo, come dimostra un biglietto in cui sembra fare riferimento con ironia alle sue difficoltà di salute: “Ho, Ho, vado a vedere il Mago, il Mago di Achie, Pokie. Lei mi pugnala qui e mi pugnala lì, mi pugnala quasi ovunque (quasi). Ma sopravvivo perché dopo sono ancora vivo. (Ma a volte appena)”. Una battuta meta-narrativa che sembra un omaggio involontario alla sua stessa carriera, costellata di personaggi complessi e spesso ironici di fronte alle avversità.
Gli ultimi giorni
Non era solo Gene a scrivere – anche Betsy lasciava messaggi, tenendolo aggiornato sulle commissioni che stava facendo e su cosa stava facendo durante la giornata. Un dettaglio straziante riguarda le ultime ricerche online di Betsy: cercava informazioni sui sintomi del COVID che Gene stava mostrando, inclusi vertigini e sangue dal naso, che probabilmente stava sperimentando anche lei. La sua ultima ricerca, la mattina del 12 febbraio, era per un operatore sanitario a Santa Fe – è morta più tardi quel giorno, a causa della sindrome polmonare da hantavirus. Gene è morto pochi giorni dopo, intorno al 17 o 18 febbraio, per malattie cardiache e Alzheimer avanzato.
La coppia è stata sepolta questo mese in una cerimonia privata con amici stretti e familiari, uniti per l’eternità. Un finale in dissolvenza degno della più bella storia d’amore cinematografica.
E tu, che ricordi hai di Gene Hackman? Quale dei suoi personaggi ti ha colpito di più? Raccontaci nei commenti la tua scena preferita interpretata da questa leggenda del cinema americano!