Sono passati otto anni da quando “Baby Driver” di Edgar Wright è uscito al cinema. Otto anni in cui tutti ci siamo chiesti: ma il seguito quando arriva? La risposta breve è: probabilmente mai. E sai una cosa? Forse non è nemmeno un male. Ma andiamo con ordine, perché questa storia è più complicata di quanto sembri.
Il film che ha fatto innamorare tutti
Ricapitoliamo. Nel 2017 esce Baby Driver, film d’azione con musica pompata al massimo, dove ogni scena è sincronizzata con la colonna sonora. Ansel Elgort interpreta Baby, un autista per rapinatori con un problema di acufeni che risolve ascoltando musica a palla. Lily James è Debora, la cameriera di cui si innamora. Poi c’è un cast di contorno pazzesco: Kevin Spacey, Jamie Foxx, Jon Hamm. Il film costa 34 milioni di dollari e ne incassa 227. Un successone, insomma.
Il finale lascia la porta aperta a un seguito. Baby e Debora insieme, pronti per nuove avventure. E infatti Sony Pictures subito dopo l’uscita ha detto “vogliamo il sequel”. Edgar Wright ha scritto la sceneggiatura. Tutto pronto, no? Macché.
Perché non si fa
Edgar Wright ha recentemente confermato che sì, la sceneggiatura di Baby Driver 2 esiste. C’è, è scritta, è pronta. Ma il cinema non funziona così. Come ha spiegato lui stesso, fare un film dipende da un sacco di fattori che non controlli: i soldi, i tempi, la disponibilità degli attori. E poi c’è il fatto che Wright non ha voglia di rifare la stessa cosa. Lo aveva già detto nel 2021: “Dovrei trovare un modo per renderlo divertente per me”. Traduzione: non gli va di fare un sequel tanto per farlo.
E fin qui tutto normale. I registi bravi non vogliono ripetersi, vogliono fare cose nuove. Giusto. Ma c’è dell’altro.
Gli elefanti nella stanza
Nel 2020, Ansel Elgort è stato accusato di violenza sessuale da una donna che all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Lui ha parlato di “relazione breve, legale e del tutto consensuale”. Ma il danno d’immagine c’è stato, e da allora Elgort ha lavorato molto meno. Difficile vendere un blockbuster con un protagonista che ha accuse del genere addosso, anche se non ci sono state condanne.
E poi c’è Kevin Spacey. Ok, il suo personaggio muore nel primo film, quindi tecnicamente non sarebbe un problema per il sequel. Ma resta comunque un’ombra sul progetto originale. Spacey è stato accusato di molestie sessuali e ha dovuto pagare milioni di dollari alla produzione di “House of Cards”. Diciamo che non è esattamente il biglietto da visita ideale.
Wright ha altro da fare
Ma anche tralasciando tutto questo casino, c’è un fatto semplice: Edgar Wright è un regista richiestissimo. Ha altri progetti in cantiere, tipo “The Chain”, un thriller in sviluppo dal 2020. E ora sta promuovendo il suo nuovo film “The Running Man”. Baby Driver 2 è in coda, e la coda è lunga.
E poi c’è la questione dei tempi. Anche se Wright decidesse domani di fare il sequel, ci vorrebbero anni prima che arrivi in sala. Saremmo a dieci anni di distanza dal primo film. E quando passa così tanto tempo, è difficile mantenere l’interesse del pubblico. Le persone si dimenticano, vanno avanti. Il momento magico è passato.
Forse è meglio così
Ecco, io sono di quelli che pensa che non tutti i film debbano diventare franchise. Baby Driver funziona perfettamente da solo. Ha un inizio, uno sviluppo, una fine. La storia è completa. Certo, lascia la porta aperta a un seguito, ma non è che ne abbia disperato bisogno.
Viviamo in un’epoca dove tutto deve essere un universo cinematografico, tutto deve avere sequel e prequel e spin-off. Ma la verità è che spesso i sequel rovinano quello che aveva di bello il film originale. Quante volte abbiamo visto un primo film fantastico seguito da un secondo mediocre? Troppe.
Edgar Wright lo sa. È un regista intelligente che non vuole fare Baby Driver 2 solo perché può farlo. Vuole farlo solo se ha senso, se ha qualcosa di nuovo da dire, se può essere all’altezza del primo. E questa è esattamente l’attitudine giusta.
La lezione da imparare
Quindi sì, probabilmente Baby Driver 2 non si farà mai. O se si farà, sarà tra così tanto tempo che saremo tutti passati ad altro. E va bene così. Alcuni film sono perfetti così come sono, senza bisogno di continuazioni. Baby Driver è uno di quelli.
La lezione qui è semplice: Hollywood dovrebbe imparare a lasciare in pace i film che funzionano da soli. Non tutto deve diventare una saga. Non tutto deve essere munto fino all’ultima goccia. A volte la cosa migliore che puoi fare è dire “abbiamo fatto un bel film, godiamocelo e basta”.
E noi spettatori dovremmo imparare a essere contenti così. Abbiamo avuto Baby Driver, un film fantastico che ancora oggi si rivede volentieri. Non serve altro. Il sequel esiste solo nella nostra testa, e forse è meglio così. Perché nella nostra testa è perfetto, e nessuno può rovinarlo.
E tu, vorresti vedere Baby Driver 2 o pensi che il primo film sia perfetto così com’è? Raccontami nei commenti cosa ne pensi!




