Sono passati ben 30 anni dalla prima volta che Tom Hanks e Robin Wright hanno lavorato insieme in Forrest Gump, e la loro tanto attesa reunion sul grande schermo è finalmente avvenuta con il film Here, diretto dal leggendario Robert Zemeckis. Ma secondo la critica, l’attesa non è stata ripagata come ci si sarebbe aspettato. Anzi, il film ha raccolto recensioni tutt’altro che positive, ottenendo un misero 32% di approvazione su Rotten Tomatoes. Questo dato suggerisce che, nonostante la grande popolarità di Hanks, il film potrebbe non riuscire a conquistare il pubblico.
La struttura ambiziosa di Here
Una delle caratteristiche più particolari di Here è la sua struttura narrativa unica. Il film è infatti raccontato interamente dal punto di vista di un singolo luogo. Si tratta di una “esperienza cinematografica” che copre secoli di storia, dal periodo dei dinosauri fino a un lontano futuro. In questo modo, lo spettatore segue la trasformazione di uno spazio, che passa da essere un angolo della natura primordiale fino alla costruzione della casa abitata dai personaggi interpretati da Tom Hanks e Robin Wright.
L’ambizione del film di coprire diverse epoche e generazioni è sicuramente intrigante, ma secondo molti critici questa struttura non basta a dare sostanza alla trama. La storia copre momenti cruciali nella vita di molte persone, ma sembra non trovare mai una vera connessione con lo spettatore. Le parole di David Rooney di The Hollywood Reporter sono molto esplicite: la trama di Here è definita come “banale”, “leggera” e sembra seguire il copione più scontato fatto di invecchiamento, declino della salute, nascita, morte e sogni rimandati.
Effetti speciali e motion capture: successo o fallimento?
Uno degli elementi su cui si è puntato maggiormente per attrarre il pubblico è stato l’uso massiccio degli effetti speciali e della tecnologia di de-aging. Attraverso tecniche digitali, Tom Hanks e Robin Wright sono stati ringiovaniti per rappresentare i loro personaggi in varie fasi della vita. Robert Zemeckis, che aveva già fatto ampio uso della tecnologia di motion capture in Polar Express, è tornato a sperimentare con questa tecnica, ma il risultato, secondo molti critici, non è stato all’altezza delle aspettative.
Nick Schager del Daily Beast ha definito il film come “imbarazzante”, criticando in particolare la scelta di utilizzare una camera fissa per tutta la durata del film. Sebbene Schager abbia ammesso che il risultato visivo sia ben costruito, ha sottolineato come la staticità delle inquadrature abbia privato il film di dinamismo e coinvolgimento emotivo.
Un cast di nomina prestigiosa
Oltre a Tom Hanks e Robin Wright, il cast di Here vanta nomi importanti come Michelle Dockery (Downton Abbey), Paul Bettany (WandaVision), Kelly Reilly (Yellowstone), e Jonathan Aris (Good Omens). Il film è stato scritto da Eric Roth, già noto per Dune e Killers of the Flower Moon, insieme allo stesso Robert Zemeckis.
Questa collaborazione avrebbe dovuto garantire una sceneggiatura solida e avvincente, ma le prime recensioni suggeriscono che, nonostante i nomi di grande prestigio, il film non sia riuscito a convincere. Il problema sembra essere più nella struttura narrativa che nell’esecuzione attoriale. La storia tratta temi come l’amore, la perdita e l’eredità, ma senza mai raggiungere quella profondità emotiva che ci si aspetterebbe da un’opera di questo calibro.
La critica divisa: qui c’è un problema di narrazione?
Non è raro che i film che puntano su tecniche innovative di narrazione e effetti visivi possano dividere la critica. Tuttavia, il fatto che la maggior parte delle recensioni fino ad ora sia stata decisamente negativa pone una domanda importante: è davvero l’innovazione tecnologica sufficiente a sostenere una narrazione debole? Oppure, come sembra suggerire il riscontro di critica, senza una storia solida non basta riempire lo schermo di immagini spettacolari e volti ringiovaniti?
David Rooney è stato particolarmente severo nel descrivere Here come una collezione di “cliché”. L’opera si muove tra ricordi e flashback, tra speranze infrante e momenti di crisi, ma lo fa senza originalità, senza portare realmente nulla di nuovo rispetto a quanto già visto. Nonostante l’obiettivo ambizioso di raccontare l’esperienza umana attraverso un unico spazio nel corso dei millenni, l’effetto finale è, secondo molti, deludente.
Potenziale per la stagione dei premi?
C’è però chi spera che Here possa comunque conquistare un posto nella stagione dei premi, in particolare per le performance degli attori e per il comparto degli effetti visivi. Se il pubblico dovesse rispondere positivamente alla sfida lanciata da Zemeckis e dal suo team, non è escluso che il film possa ottenere qualche riconoscimento, soprattutto in categorie come quella dei migliori effetti speciali o per il montaggio sonoro.
Il film è atteso nelle sale dal 1° novembre e sarà interessante vedere se il pubblico accoglierà Here con più entusiasmo rispetto alla critica. Se siete fan di Tom Hanks o semplicemente curiosi di vedere come è stato portato sul grande schermo il graphic novel di Richard McGuire, potrebbe valere la pena dare una possibilità a questo film.
Conclusioni: il pubblico sarà il giudice finale
Come spesso accade con film così ambiziosi, la reazione del pubblico potrebbe sorprendere, in positivo o in negativo. Dopo tutto, il cinema è un’arte soggettiva, e ciò che per alcuni potrebbe risultare banale, per altri potrebbe rivelarsi un’opera profonda e riflessiva. E voi? Cosa ne pensate di questo tipo di sperimentazione cinematografica? Sarete tra coloro che andranno al cinema a dare una chance a Tom Hanks e Robin Wright? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!
Siamo curiosi di conoscere la vostra opinione su questo progetto così controverso.