4200 persone costrette a defecare in sacchetti di plastica per quattro giorni su una nave da crociera in fiamme alla deriva nel Golfo del Messico. Sembra l’inizio di un film dell’orrore, invece è la premessa di Trainwreck: Poop Cruise, il documentario Netflix che ti farà ridere fino alle lacrime mentre ti convincerà definitivamente a non salire mai più su una nave da crociera.
La Carnival Triumph: dall’inferno alla leggenda
Nel 2013, la nave Carnival Triumph si trasforma da sogno vacanziero in incubo galleggiante quando un incendio nella sala macchine causa il blackout totale. Niente corrente significa niente servizi igienici funzionanti, e 4200 passeggeri si ritrovano in una situazione che definire “di merda” è un eufemismo.
Il regista britannico James Ross, nominato ai BAFTA per un documentario serio su Anton Ferdinand e il razzismo, dimostra qui un talento comico straordinario. Attraverso interviste magistralmente montate con passeggeri e membri dell’equipaggio, Ross trasforma quello che poteva essere un resoconto tragico in una delle commedie documentaristiche più esilaranti mai realizzate.
L’annuncio che è entrato nella storia
Il momento iconico arriva quando Jen, la direttrice di crociera britannica, fa un annuncio al megafono con un tono così allegro da sembrare uscita da Hi-de-Hi: “Quando dovete fare la pipì, potete farla nella doccia. E se dovete fare la cacca, vi consegneremo dei sacchetti rossi – vi chiediamo per favore di farla nel sacchetto rosso e di buttarlo nei bidoni nei corridoi”.
Le reazioni dei passeggeri sono esilaranti: “Vuoi che faccia cosa?”, “Io non lo faccio”, “In che mondo stiamo vivendo?”. È comedy gold pura che nasce dalla disperazione più totale.
Il cast di personaggi che non dimenticherai
Ross ha scelto i suoi testimoni con cura chirurgica. Ci sono tre amiche in addio al nubilato (con vibes molto Bridesmaids), un uomo in vacanza col suocero per la prima volta che cerca disperatamente di fare bella figura, un barista russo che commenta filosoficamente: “Adesso tutti questi americani possono sentire com’era vivere nei paesi dittatoriali dove succede questa merda e non sorprende nessuno. Benvenuti nell’Unione Sovietica!”.
E poi c’è lo chef indiano imperturbabile e la stessa Jen, che mantiene il suo ottimismo professionale anche mentre la situazione degenera completamente. Il montaggio di Ross fa emergere la comicità involontaria di ogni testimonianza senza mai prendersi gioco delle vittime.
La città di tende galleggiante
Le riprese dei telefoni ricostruiscono perfettamente l’atmosfera: una città di tende fatta di materassi trascinati sul ponte e ombreggiati da lenzuola, code di due ore per le razioni di cibo, risse per l’ultima sdraio disponibile. È Survivor ma senza telecamere professionali e con molto più disgusto.
Gli uomini potevano fare pipì fuoribordo, ma le donne dovevano accovacciarsi nelle docce usando la luce lampeggiante di un giubbotto di salvataggio come illuminazione. “Questa è la mia prima crociera”, dice una delle ragazze dell’addio al nubilato, “ma non credo che questo sia normale”.
L’onestà brutale che fa grande il documentario
Quello che rende Trainwreck: Poop Cruise un piccolo capolavoro è l’onestà disarmante dei protagonisti. La barista russa ammette allegramente di essere stata a letto con uno degli ingegneri quando è scattato l’allarme antincendio. Il gruppo dell’addio al nubilato confessa: “Abbiamo lasciato la nostra dignità in Messico” dopo aver esagerato con l’alcol.
Alcuni, come l’uomo col suocero, erano determinati a mantenere la dignità. Per altri era impossibile. Ma quando le cose si sono messe davvero male, lo staff ha aperto il bar gratis. Anche nel mezzo di un incubo sanitario, tutti volevano tequila. “Le crociere dovrebbero essere divertenti. È alcol gratis. Andiamo!”
La durata perfetta per il disgusto
Il documentario dura solo un’ora, il che è perfetto perché non vorresti molto di più (c’è un’analogia sulle lasagne che rimarrà nella memoria per sempre). E forse se fosse successo a un carico di tedeschi, il tono sarebbe stato diverso. Ma questi erano americani amanti delle feste, e Ross sfrutta perfettamente questa energia.
Il contesto legale che rende tutto più scandaloso
Quello che rende questo documentario ancora più devastante è scoprire quanto poco Carnival abbia dovuto pagare per questo disastro. La compagnia ha offerto ai 4200 passeggeri traumatizzati solo $500 a testa, un rimborso completo e voucher per crociere future. Una beffa totale considerando quattro giorni di inferno sanitario.
Ed è ancora peggio: solo 27 passeggeri su migliaia sono riusciti a ottenere risarcimenti legali, con tre che hanno ricevuto $15.000 ciascuno e i restanti 24 meno di $3.000 in media. Un avvocato marittimo ha definito i $500 di Carnival “ridicoli”, ma le clausole vessatorie nei contratti rendono quasi impossibile ottenere giustizia.
Il sistema che protegge le compagnie di crociera
Le compagnie di crociera hanno creato un sistema legale quasi impenetrabile. I contratti dei biglietti riducono la prescrizione da tre anni previsti dalla legge marittima a un solo anno, e richiedono che tutte le cause siano intentate presso il tribunale federale di Miami, rendendo proibitivamente costoso per la maggior parte dei passeggeri fare causa.
Come ha spiegato un esperto legale: “I termini e le condizioni microscopici sui biglietti dei passeggeri sono, chiaramente, pensati per essere illeggibili“. I documenti della corte hanno rivelato che Carnival sapeva che c’erano problemi pericolosi sulla nave a causa della manutenzione scadente. La Triumph era essenzialmente una “bomba a orologeria pronta a prendere fuoco”.
Il verdetto: genio comico che nasconde una tragedia legale
James Ross ha trasformato quello che poteva essere un documentario pietoso in una masterclass di comedy documentaristica. Senza mai perdere il rispetto per le vittime, riesce a trovare l’umorismo in una delle situazioni più disgustose immaginabili.
Ma sotto le risate c’è una verità amara: le compagnie di crociera operano in un sistema legale che le protegge quasi completamente dalle conseguenze della loro negligenza. Carnival ha letteralmente fatto pagare ai passeggeri meno di quanto costa una cena per quattro giorni di tortura.
Trainwreck: Poop Cruise è comedy gold pura, ma è anche un atto d’accusa involontario contro un’industria che ha trasformato la giustizia in un lusso che i passeggeri non possono permettersi. È quella rara combinazione di voyeurismo e denuncia sociale che rende grande il documentario contemporaneo.
Dopo aver visto questo documentario e scoperto quanto poco le compagnie di crociera debbano risarcire per disastri del genere, prenderesti ancora in considerazione una crociera? Dimmi nei commenti se pensi che dovremmo riformare le leggi marittime per proteggere meglio i passeggeri, o se credi che questi incidenti siano così rari da non dover influenzare le nostre scelte di vacanza!
La Recensione
Trainwreck: Poop Cruise
James Ross trasforma il disastro della Carnival Triumph nel documentario più esilarante dell'anno. 4200 passeggeri costretti a defecare in sacchetti per quattro giorni diventano protagonisti involontari di una comedy masterclass che nasconde uno scandalo legale: Carnival ha pagato solo $500 per passeggero.
PRO
- Regia brillante di James Ross che trasforma tragedia in comedy senza perdere rispetto per le vittime
- Testimonianze autentiche di passeggeri e crew che raccontano con onestà disarmante l'esperienza traumatica
CONTRO
- Contenuto disgustoso che potrebbe risultare troppo nauseante per stomaci particolarmente sensibili