Se ti dicessi che uno dei film più visti degli ultimi mesi non arriva da Hollywood ma da Albania e Kosovo, mi crederesti? Eppure Pasaporta, il film diretto da Eduart Grishaj, sta facendo il giro del mondo collezionando sold-out ovunque. Dopo il successo nei cinema balcanici, è sbarcato in Grecia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Canada e ora finalmente arriva anche a Roma, in una proiezione evento che promette emozioni forti.
La pellicola sarà presentata questa sera 31 marzo al Cinema Caravaggio, tempio del cinema d’autore nella capitale. E fidati: non è solo un film. È un pugno nello stomaco e una carezza all’anima, raccontata con una forza narrativa che non lascia scampo.
La trama: una corsa contro il destino
Pasaporta racconta la storia di Edoni, interpretato da Indri Shiroka, un giovane albanese che cerca disperatamente di emigrare in Canada. Per farlo si affida a una rete criminale e deve fingere di essere sposato con Vlera, una ragazza kosovara diretta anch’essa in Nord America. Due passaporti falsi, un matrimonio inventato, e un viaggio infernale che li porterà a attraversare Albania, Italia, Messico… con la speranza di toccare la salvezza.
Una produzione tra coraggio e adrenalina
Il film è stato girato in soli cinque settimane, ma attraversando tre Paesi diversi. Un vero tour de force: “Abbiamo girato persino negli aeroporti, in aerei in volo, con scene rubate”, racconta Shiroka. L’attore, nato in Albania e cresciuto in Italia, ha affrontato quattro provini per ottenere la parte. E oggi può dire di avercela fatta.
“Questo ruolo mi ha cambiato come uomo e come attore”, dice con orgoglio. “Vedere gente di ogni età venire da me dopo le proiezioni per ringraziarmi… è qualcosa che ti resta addosso”.
La forza del realismo e della fotografia
Il direttore della fotografia è Đorđe Stojiljković, già apprezzato per il kolossal sci-fi indiano Kalki 2898-AD. La sua mano si vede: immagini crude, ma poetiche, capaci di restituire tutto il disagio e la bellezza dei luoghi attraversati.
Le riprese si spostano da Milano a Città del Messico, passando per Como e Tulum. Non è solo un viaggio geografico: è una discesa negli abissi di chi lotta per una vita dignitosa.
Ispirato a una storia vera
Forse il dettaglio più potente è che Pasaporta si ispira a fatti reali. Di storie come quella di Edoni e Vlera ce ne sono a migliaia, spesso senza lieto fine. Il film, però, riesce a non cadere nel melodramma, mantenendo un equilibrio tra narrazione emotiva e denuncia sociale.
Attori da tenere d’occhio
Oltre a Shiroka, nel ruolo di Vlera troviamo la convincente Kaona Matoshi, che regala un’interpretazione intensa, mai retorica. La chimica tra i due protagonisti funziona, anche grazie a una sceneggiatura che dosa bene silenzi, sguardi e dialoghi carichi di tensione.
Un successo globale (e meritato)
Pasaporta ha già stregato il pubblico di New York (Regal Union Square), Toronto, Lussemburgo, Vienna e Zurigo. E non è finita: il film approderà in altre tre città tedesche prima di entrare nel circuito dei festival internazionali e dei mercati cinematografici globali.
In Italia ha già avuto alcune anteprime locali, ma quella di Roma si annuncia come un evento simbolico: la consacrazione definitiva di un’opera che merita di essere vista, discussa e condivisa.
Un cinema che dà voce agli invisibili
In tempi in cui i migranti sono spesso ridotti a numeri o slogan politici, Pasaporta restituisce loro un volto, una storia, una dignità. Senza paternalismi né filtri ideologici. Solo vita vera, a tratti dura, a tratti struggente.
La regia di Grishaj è diretta, essenziale, senza fronzoli. Punta dritta al cuore dello spettatore. E ci riesce.
Un’occasione da non perdere
Se sei stanco delle solite storie trite e ritrite, delle sceneggiature costruite a tavolino, e vuoi un cinema che morde, che graffia, che ti rimane addosso, Pasaporta è la risposta.
Un film che riesce a unire denuncia sociale e grande cinema, senza rinunciare all’emozione e alla verità. Non sarà perfetto, ma è profondamente necessario.
Conclusione
Pasaporta è la dimostrazione che il cinema indipendente può ancora scuotere le coscienze, raccontare storie urgenti e farlo con arte. È un film che ha un cuore grande, come i suoi protagonisti. E che merita tutto il successo che sta raccogliendo.
Se ti capita di vederlo al cinema, non perdere l’occasione. E poi torna qui a raccontarmi cosa ne pensi.