A qualcuno piace caldo, la recensione del film con Marilyn Monroe

A qualcuno piace caldo recensione

A qualcuno piace caldo - poster del film

A qualcuno piace caldo [Italiano]


 

TITOLO: A qualcuno piace caldo

TITOLO ORIGINALE: Some Like It Hot

REGIA: Billy Wilder

CAST: Marilyn Monroe, Tony Curtis, Jack Lemmon, George Raft, Pat O’Brien

PAESE: USA

ANNO: 1959

GENERE: Commedia

DURATA: 120 minuti

 


 

Noi, vittime della mentalità tipica della nuova generazione: “I film in bianco e nero assolutamente NO”. Io per prima, lo ammetto. A qualcuno piace caldo, però, annulla ogni tipo di pregiudizio e critica a riguardo. Commedia datata 1959, vanta un Oscar (Migliori Costumi) e tre Golden Globe, oltre ad una triade di protagonisti eccezionale: Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon.
La comicità vecchia scuola conquista già dai primi minuti e tiene lo spettatore incollato allo schermo per le seguenti due ore di film. Interpretazioni brillanti, battute entrate ormai nella leggenda e trama che meglio non si può, sono gli ingredienti segreti della pellicola diretta da Billy Wilder.
A qualcuno piace caldo è ambientato negli Stati Uniti del proibizionismo. Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon) sono due migliori amici barra coinquilini barra colleghi. Suonano rispettivamente sax e contrabbasso, dove capita, quando capita. I due, infatti, sono vittime della precarietà, soffocati dai debiti e imprigionati da una passione spasmodica per le donne (passione che si esaurisce dopo averle “ottenute”).
La loro vita prosegue così, monotona, tra alti e bassi, più bassi che alti. A cambiare le carte in tavola è un imprevisto: un pomeriggio, per casualità del fato, diventano testimoni involontari della strage di San Valentino. I due amici, fortunatamente, riescono a scappare ma sono ormai costretti a lasciare Chicago, nella speranza di non essere individuati, presi e fatti fuori dai poco raccomandabili gangsters ai servizi di Ghette Colombo, sicario di Al Capone.
Restare è fuori discussione ma partire non è cosa così semplice date le finanze del duo.
Contemporaneamente alla loro sciagura, un’orchestra tutta al femminile sta cercando proprio un sax ed un contrabbasso, unico problema: rigorosamente donne.
Per Joe e Jerry non vi è un’altra soluzione…divengono così Josephine e Daphne.
Il livello di comicità, a questo punto, rasenta l’impossibile: semplicemente D-I-V-I-N-O vedere come i due macho men siano costretti a calarsi nei ruoli, scherzando ed ironizzando su tutte quella caratteristiche tipiche del gentil sesso, tra battute sulle scarpe alte e considerazioni esilaranti sulla mancanza dei freni inibitori di alcune nuove colleghe barra nuove amiche.

Durante il viaggio di fuga, Joe e Jerry…ops, volevo dire, Josephine e Daphne, hanno modo di conoscere Zucchero (Marilyn Monroe), suonatrice di ukulele, cantante, col vizio dell’alcool e disperatamente alla ricerca di un rampollo da sposare con cui garantirsi, non solo una stabilità economica, ma anche vergognoso lusso.
Joe/Josephine, inizialmente sembra attratto dalla prosperosa donna, senza però esserne innamorato, ma tutto cambia nel giro di pochi minuti quando, a seguito di una conversazione sulla vita, capisce di esserne cotto.
Giunto in Florida decide quindi di impersonare Junior, miliardario annoiato, ahimè senza emozioni. Inizierà qui l’indescrivibile gag risultato dei passaggi di Joe a Josephine e da Josephine a Junior (non senza troppe difficoltà). E, al tempo stesso, “Daphne” vi farà letteralmente morire dal ridere grazie alle spudorate avances di un miliardario (questa volta ricco davvero) innamorato pazzo delle “muscolose” fattezze della suonatrice di contrabbasso.

Con una Marilyn Monroe sempre sul pezzo, in grado di recitare a meraviglia il ruolo della bionda superficiale e anche un po’ stupida (vedi anche Gli uomini preferiscono le bionde). Con un Tony Curtis tanto bello quanto sexy (sia come uomo che come donna). E con un Jack Lemmon a dir poco strepitoso nei panni di Daphne (interpretazione che gli è valsa un Golden Globe).
Un’ironia e un sarcasmo all’avanguardia se si considerano i temi trattati nella pellicola in relazione agli usi e costumi dell’epoca.

“Non sono mica un’ubriacona, posso smettere quando voglio, solo…che non voglio. Specialmente quando sono giù. Anche le altre bevono, solo che pizzicano sempre me. E’ la storia della mia vita!”

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La Recensione

Descrizione e Verdetto

9 Voto

<strong>A qualcuno piace caldo</strong> è un classico senza tempo.

Recensione

  • Voto Globale 9
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