Le migliori Serie TV del 2023

migliori serie tv 2023

Benvenuti in questo articolo dedicato alle serie TV più emozionanti del 2023. Mentre l’anno volge al termine, è naturale guardare indietro e riflettere su ciò che ci ha tenuto incollati allo schermo. Quest’anno è stato ricco di produzioni televisive straordinarie, con storie che hanno saputo catturare l’immaginazione e i cuori di milioni di spettatori in tutto il mondo. Abbiamo visto trame avvincenti, personaggi memorabili e produzioni che hanno alzato l’asticella della qualità televisiva.

In queste pagine, vi guideremo attraverso un viaggio tra le serie più acclamate e discusse del 2023. Dalle commedie leggere che hanno portato sorrisi nei giorni più grigi, ai thriller oscuri che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, fino ai drammi intensi che hanno toccato corde emotive profonde. Questo è il momento di celebrare i successi televisivi di quest’anno, di riscoprire i gioielli che forse avete perso e di prepararsi a quelle sorprese dell’ultimo minuto che potrebbero ancora arrivare.

Questo non è solo un elenco; è un tributo all’arte della narrazione televisiva, un riconoscimento del talento e della dedizione degli artisti dietro ogni scena. Preparatevi a immergervi in un mondo di serie TV che hanno definito il 2023, lasciandovi ispirare, emozionare, e forse anche cambiare. Con queste pagine, celebriamo insieme le storie che hanno reso quest’anno unico nel suo genere.

Iniziamo allora.

The Gilded Age

È stato detto che nella serie “The Gilded Age” non succede molto, ma se pensate che sia vero, allora non avete prestato attenzione a questo spettacolo. Questo dramma, creato da Julian Fellowes, mostra un’epoca in cui le tasse sul reddito non esistevano, l’opulenza era abbondante (per pochi eletti) e c’era una netta contrapposizione tra i vecchi ricchi e i nuovi. Ambientata a New York, la serie segue un cast eclettico. Tra questi ci sono Bertha Russell (interpretata da Carrie Coon), la cui ascesa nella società è stata lanciata dal marito George (Morgan Spector), un magnate delle ferrovie, e Agnes Van Rhijn (Christine Baranski), una persona arrogante e con poca pazienza. Gli spettatori possono godere di una narrazione ricca e articolata. Oltre a East 61st St., la serie esplora anche l’esperienza dei neri fuori dalla servitù attraverso la giornalista Peggy Scott (Denée Benton), figlia di un farmacista benestante di Brooklyn e amica della nipote di Mrs. Van Rhijn, Marian Brook (Louisa Jacobson). Il contrasto tra violenza razziale, lavoro oppressivo, ecc… questa serie mostra i cambiamenti sociali spesso conflittuali in America. La serie è scintillante, drammatica e piacevole.

The Bear

La prima stagione di “The Bear” ci ha catapultato nel mondo estremamente stressante della cucina di Chicago, in un susseguirsi frenetico di eventi senza quasi un attimo per fermarsi a riflettere. Nella seconda stagione, il ritmo rallenta leggermente (a parte l’intenso episodio flashback sulla cena di Natale), con Jeremy Allen White che interpreta Carmen Berzatto, uno chef che guida la sua brigata di cucina nel tentativo di aprire un ristorante degno di una stella Michelin sul sito del negozio di panini del defunto fratello.

In questa nuova stagione, viene introdotta una storia d’amore, con Carmen che naviga in una relazione romantica con Claire (interpretata da Molly Gordon), la sua cotta d’infanzia. Ma ciò che rende la stagione ancora più avvincente è la presenza di un’impressionante lista di ospiti speciali: Jamie Lee Curtis, Sarah Paulson, Will Poulter, Gillian Jacobs e Bob Odenkirk offrono tutti interpretazioni notevoli. Jamie Lee Curtis, in particolare, interpreta la madre instabile di Carmy in modo frenetico, offrendo una delle sue migliori prestazioni in TV.

In breve, la seconda stagione di “The Bear” non si limita solo a raccontare una storia d’amore commovente, ma arricchisce la narrazione con un cast di ospiti eccezionali, portando adrenalina e profondità alla serie.

A Murder at the End of the World

Chi non ama risolvere un mistero? La serie, raccontata dalla prospettiva di Darby Hart (interpretata da Emma Corrin), un’aspirante detective e programmatrice, è incentrata su un omicidio. Tuttavia, definirla semplicemente come una storia di omicidio sarebbe riduttivo. Con un intreccio di indizi e menzogne, ambientata in scenari mozzafiato, la serie si concentra sulla connessione umana, sulla nostra ossessione nel causare dolore agli altri (in particolare alle donne) e sul perché chi detiene il potere sia sempre più instabile.

Sebbene il capitalismo e la tecnologia siano temi rilevanti, la serie si sviluppa anche come una storia di formazione. Nel presente, Darby è una giovane scrittrice di 24 anni invitata a un ritiro guidato dal genio tecnologico Andy Ronson (Clive Owen). Tuttavia, nei flashback del passato, Darby era solo una ragazza di 18 anni che cercava di risolvere vecchi casi irrisolti e di innamorarsi per la prima volta. Seguire queste due versioni di Darby mentre cerca di risolvere il caso più significativo della sua vita è affascinante e spettrale, e i creatori della serie, Brit Marling e Zal Batmanglij, hanno realizzato un bel progetto televisivo con “A Murder at the End of the World”.

La caduta della casa degli Usher

Il regista Mike Flanagan, noto per le sue opere di genere horror su Netflix, ha unito il classico stile gotico di Edgar Allan Poe con un racconto che ricorda lo stile di “Succession”, creando una storia su un miliardario maledetto, simile a Richard Sackler. Questo personaggio, interpretato brillantemente e in modo odioso da Bruce Greenwood, racconta attraverso una tecnica narrativa particolare, la tragica storia dei suoi discendenti a un avvocato (interpretato da Carl Lumbly), che ha lavorato duramente per sconfiggerlo.

La serie si distingue per il suo stile a volte operistico, riuscendo a trovare momenti di profondo impatto emotivo anche nelle scene più cruente. Tra i membri del cast c’è anche Mark Hamill, che interpreta un personaggio sinistro e risoluto, con una voce profonda e rauca. Purtroppo, questa serie è probabilmente la rappresentazione più vicina che abbiamo di vedere le persone responsabili dell’epidemia di OxyContin negli Stati Uniti ricevere un qualche tipo di punizione, anche se solo in una serie televisiva.

I’m a Virgo

Il programma di Boots Riley, disponibile su Amazon, è una serie brillantemente non convenzionale che combina l’acutezza di Spike Lee con l’immaginazione di Spike Jonze e Charlie Kaufman. Si tratta di un collage quasi indefinibile di diversi generi: un dramma commovente di formazione, un’avventura di supereroi e un manifesto politico infuocato. Nelle sue sette puntate, la serie racconta la storia di Cootie (interpretato da Jharrel Jerome), un ragazzo alto 13 piedi (quasi 4 metri), che deve fare i conti con la sua statura gigantesca, il suo risveglio sessuale e una causa rivoluzionaria.

La serie unisce vari elementi in maniera unica, creando un’esperienza televisiva che è sia profondamente personale che fortemente politica, esplorando temi come l’identità, il potere e la resistenza all’interno di una società capitalistica.

La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton

“Bridgerton” potrebbe essere una serie sensuale, scandalosa e che cattura l’attenzione, ma non è ancora diventata un vero e proprio grande spettacolo da ricordare nei tempi. Qui entra in scena la produttrice esecutiva Shonda Rhimes, che ha preso le redini del prequel “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” per mostrarci come si fa a realizzare una storia d’amore che bilancia abilmente la fantasia di evasione con temi moderni e incisivi. Quando una giovane Regina Carlotta (interpretata da India Amarteifio) sposa Re Giorgio III (Cory Mylchreest), è solo l’inizio della loro storia d’amore lunga mezzo secolo. La serie “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” si concentra su come la regina Charlotte e il re Giorgio III affrontano insieme la malattia mentale di lui. Questa situazione porta Carlotta a diventare una regina de facto, ovvero a ricoprire i doveri del re senza essere ufficialmente sovrana. La serie mostra come questa sfida influisca sulla loro relazione, sottolineando che una vera partnership è basata sul saper affrontare insieme le difficoltà. Inoltre, evidenzia la forte connessione emotiva e l’intesa tra i due, che sono essenziali per la loro relazione. In parallelo, attraverso il personaggio di una giovane Lady Danbury (interpretata da Arsema Thomas), la serie esplora l’idea che la felicità non sia necessariamente legata al classico finale delle favole, “e vissero felici e contenti”. Significa che la serie va oltre la rappresentazione tradizionale delle storie d’amore, suggerendo che ci possono essere diversi modi di trovare la felicità e il soddisfacimento personale. Quindi, “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” non solo riprende e migliora gli elementi caratteristici della serie originale “Bridgerton”, ma introduce anche nuove prospettive e temi, portando la storia in direzioni inaspettate e innovative.

A Small Light

La storia di Anne Frank, la giovane ragazza ebrea che si nascose in una soffitta insieme alla sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni naziste, è stata raccontata innumerevoli volte. Tuttavia, le storie di coloro che si sono messi in pericolo per fare la cosa giusta sono raramente esplorate. La serie di National Geographic, “A Small Light”, offre un pezzo della nostra storia collettiva da una prospettiva diversa. Bel Powley interpreta in modo affascinante Miep Gies, la segretaria di Otto Frank (interpretato da Liev Schreiber), che ha rischiato tutto per salvare la famiglia Frank e altri. Miep ha preservato il diario di Anne, motivo per cui gli eventi della sua vita sono ben noti oggi.

La storia dei Frank è solo un aspetto di questa serie. “A Small Light” approfondisce la storia personale di Miep. Immigrata ad Amsterdam, non sempre in linea con i “valori tradizionali” del XX secolo, Miep si è rifiutata di voltare le spalle agli orrori che la circondavano o di essere messa a tacere, anche quando questo avrebbe potuto costarle tutto. “A Small Light” non solo mostra cosa sia in gioco se gli spettatori rimangono in silenzio di fronte all’ingiustizia, ma è anche un’affascinante rappresentazione di come velocemente gli spazi e le persone possano essere distrutti e trasformati di fronte al terrore, alla guerra e al male assoluto.

Succession

Nessun altra serie TV del 2023 ha offerto una combinazione così ricca di dramma shakespeariano e comicità aziendale. Nessun altro spettacolo ha richiesto un’analisi così urgente dopo la visione.

La serie TV “Succession” è stata estremamente precisa nel rappresentare lo spirito dell’anno 2023. Durante questo periodo, alcuni personaggi ricchi e potenti all’interno delle aziende mediatiche sono diventati simili a dei cattivi, quasi come se fossero dei “supervillain” della cultura popolare. La trama della serie si concentra sulla scoperta di chi prenderà il posto di Logan Roy, un personaggio inventato, la cui morte nella serie è stata così significativa da ispirare necrologi reali. Questa situazione ha rivelato molti aspetti negativi su come i ricchi e potenti agiscono in segreto.

Tuttavia, a differenza di ciò che si potrebbe vedere nella realtà, guardare questi personaggi in “Succession” è stato allo stesso tempo divertente, irriverente e sorprendentemente commovente. La serie ci ha insegnato a vedere i membri della famiglia Roy e personaggi simili non solo come stereotipi di ricchi e potenti, ma come esseri umani complessi con storie e sfumature proprie. Infine, la serie sottolinea come questi personaggi, nonostante siano interessanti da osservare, probabilmente non estenderebbero la stessa cortesia o comprensione verso gli altri nella vita reale.

Lezioni di chimica

Si dice spesso che in “The Gilded Age” non accada molto, ma se credete che sia così, non avete prestato abbastanza attenzione. Il dramma di Julian Fellowes esplora un’epoca in cui le tasse sul reddito non esistevano, il lusso era abbondante (ma solo per pochi eletti) e le vecchie famiglie ricche erano in contrasto con i nuovi ricchi. Ambientata a New York, la serie segue un variegato cast di personaggi: da Bertha Russell (interpretata da Carrie Coon), la cui ascesa nell’alta società è dovuta al marito George (Morgan Spector), un magnate delle ferrovie, ad Agnes Van Rhijn (Christine Baranski), una socialite dell’alta società con una pazienza limitata. Il pubblico può godere di una narrazione ricca e dettagliata.

Oltre a concentrarsi su East 61st St., la serie esplora anche l’esperienza della comunità afroamericana al di fuori del servizio domestico attraverso il personaggio della giornalista Peggy Scott (Denée Benton), figlia di un influente farmacista di Brooklyn e amica della nipote di Mrs. Van Rhijn, Marian Brook (Louisa Jacobson). Il contrasto tra la violenza razziale e le condizioni di lavoro opprimenti, le guerre tra le case dell’opera e le vacanze sfarzose, mette in luce i conflitti sociali in America. La serie è scintillante, drammatica e grandiosa. Inoltre, vedere Cynthia Nixon trasformarsi in Ada Brook, la zitella timida sorella di Agnes, è un piacere televisivo. Certo, non ci sono scene eccessivamente audaci o drammi “veri”, tranne la violenza razziale che Peggy testimonia durante il suo tragico viaggio nel Sud, ma a volte si vuole solo soffermarsi in uno spettacolo, non essere trascinati attraverso di esso.

Finalmente, Brie Larson dimostra il suo talento recitativo in un progetto degno di nota. Ambientato negli anni ’50, “Lezioni di chimica”, basato sul libro di Bonnie Garmus, segue Elizabeth Zott (Larson), una chimica professionista ridotta al ruolo di tecnico di laboratorio a causa delle pratiche sessiste dell’epoca. Determinata a concentrarsi sulla sua ricerca, si ritrova inevitabilmente attratta dal collega scienziato Calvin Evans (Lewis Pullman). Quello che si sviluppa tra loro è un amore sorprendente, raramente mostrato in modo così evocativo in televisione. Ma “Lezioni di chimica” non è solo una romantica rievocazione storica. Elizabeth è fermamente contraria al matrimonio e alla maternità; la sua relazione con Calvin non è qualcosa che cercava né rimane centrale nella storia, quindi un approccio piuttosto innovativo. A meno che non fossi un uomo bianco eterosessuale, vivere negli anni ’50 presentava sfide complesse, ed Elizabeth ne affronta più di una. La serie mostra come Elizabeth affronti le difficoltà della maternità da single fino a quando un improbabile lavoro in uno show di cucina, le offre la possibilità di fondere la sua conoscenza della chimica in qualcosa di più socialmente accettabile. La serie evidenzia anche gli effetti del rinnovamento urbano e la sua devastazione delle comunità afroamericane.

The Last Of Us

Se ci troviamo davvero alla fine dei giorni, quale modo migliore per distaccarsi dalla realtà se non immergersi in un altro universo, in un mondo dove la società è crollata sotto l’effetto di un terribile fungo cordyceps che trasforma le persone in zombie ambulanti? “The Last of Us“, creata da Craig Mazin e Neil Druckmann, ha offerto alcune delle ore più straordinarie di televisione quest’anno. La serie segue Joel (interpretato da Pedro Pascal), un uomo consumato dalla rabbia che ha perso l’unica figlia all’inizio dell’apocalisse. Nel suo viaggio per riconnettersi con il fratello, diventa malvolentieri il custode di una ragazza adolescente di nome Ellie (Bella Ramsey), che potrebbe avere nel suo sangue la chiave per l’antidoto contro il fungo.

Come nel videogioco di Druckmann da cui la serie è tratta, la struttura di “The Last of Us” si sviluppa come un’avventura apocalittica on the road, mentre Joel cerca a malincuore di mantenere in vita se stesso ed Ellie. Ma il nucleo della serie è molto più complesso. Mazin e Druckmann fanno spesso eco al passato. Nell’episodio pilota, vediamo la vita di Joel con sua figlia prima che fosse uccisa. I suoi ricordi si contrappongono a Ellie, che non ha mai conosciuto un modo di vivere diverso. Sebbene Ramsey e Pascal offrano interpretazioni incredibili, “The Last of Us” non esita a focalizzarsi su un ampio ensemble di personaggi, persone altrettanto disperate che si ritrovano a costruire una vita in condizioni inabitabili. Da Sam (Kevin Woddard), il ragazzo sordo la cui infezione devasta Ellie, a Bill (Murray Bartlett) e Frank (Nick Offerman), le cui espressioni di amore e vulnerabilità hanno reso uno degli episodi televisivi migliori degli ultimi anni, la serie è un tesoro di umanità. Il mondo reale sembra spesso essere in bilico sull’orlo di qualcosa di disastroso, ma “The Last of Us” cattura ciò che c’è di così meravigliosamente grezzo nell’essere umani.

E qual è la tua serie preferita del 2023? Scrivilo nei commenti qui sotto.

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