In Assassinio sul Nilo Kenneth Branagh ha stravolto la figura di Poirot?

Kenneth Branagh in una scena del film Assassinio sul Nilo

I veri appassionati di romanzi gialli non possono non conoscere Hercule Poirot, l’investigatore belga, dai modi buffi e affettati, nato dalla penna della notissima scrittrice britannica Agatha Christie.

Le vicende dell’investigatore, più volte riportate sul grande schermo – da ricordare su tutte le trasposizioni cinematografiche di tre tra i suoi romanzi più famosi, ovvero Dieci piccoli indiani film del 1945 diretto da René Clair (La bellezza del diavolo, Le Grandi manovre,

Le vicende dell’investigatore, più volte riportate sul grande schermo – da ricordare su tutte le trasposizioni cinematografiche di tre tra i suoi romanzi più famosi, ovvero Dieci piccoli indiani film del 1945 diretto da René Clair (La bellezza del diavolo, Le grandi manovre, Il quartiere dei Lillà), Assassinio sull’Orient Express film del 1974 diretto da Sidney Lumet (Rapina record a New York, Quel pomeriggio di un giorno da cani, Quinto potere), Assassinio sul Nilo film del 1978 diretto da John Guillermin (Il terrore corre sul fiume, La caduta delle aquile, King Kong) – vengono ancora una volta scelte dal regista e attore Kenneth Branagh (Frankenstein di Mary Shelley, Harry Potter e la camera dei segreti, Jack Ryan – L’iniziazione) che ha deciso di cimentarsi nella doppia veste di attore principale che dirige se stesso.

Dopo l’esperimento già fatto nel 2017 con Assassinio sull’Orient Express – trovate la nostra recensione clicando qui -, siamo alla seconda trasposizione cinematografica di uno dei romanzi più celebri della regina del giallo, e con Assassinio Sul Nilo il regista britannico dovrebbe chiudere il ciclo dei film dedicati a Hercule Poirot. Ma com’è andata questa operazione? Si può dire riuscita?

Kenneth Branagh è un Hercule Poirot riuscito?

Kenneth Branagh è stato duramente contestato per aver stravolto non tanto la storia narrata nel primo film più o meno fedele a quella originale narrata nel romanzo a parte qualche coloritura un po’ troppo marcata, ma la figura di Hercule Poirot, aggiungendo al personaggio caratteristiche e situazioni a cui la Christie non ha mai accennato.

In Assassinio sull’Orient Express, infatti, l’ispettore si rivolge alla donna che amava, probabilmente morta, che non esiste in alcun romanzo e in nessun film da questi tratto. E, oltre a questo, ritroviamo un personaggio opaco, maliconico, dagli istinti vendicativi che non ricorda affatto quello descritto dalla Christie nelle storie da lei concepite.

Come spesso succede nelle sue produzioni, soprattutto quando è anche regista del film, Kenneth Branagh dà una connotazione molto teatrale alle sue interpretazioni, scelta che non per forza è negativa, ma che dovrebbe essere calibrata rispetto ad ogni singolo e diverso personaggio, per evitare un allontanamento troppo evidente dalla storia originale.

Anche in questo film, molto di più di quanto è già successo in Assassinio sull’Orient Express, Kenneth Branagh ha deciso di decostruire il Hercule Poirot. Come? nelle prime scene vediamo il celebre investigatore nei panni di un imberbe soldatino – che appare ringiovanito in computer graphic – impegnata nella Prima Guerra Mondiale.

La scena viene raccontata da Branagh tramite immagini molto forti che mostrano a lungo delle trincee, tanto da fare pensare a una degna citazione del film del 1957 Orizzonti di Gloria di Stanley Kubrick (Arancia Meccanica, Full Metal Jacket, Eyes Wide Shut). Sembra a tutti gli effetti un modo, mai citato dall’autrice, per far capire a tutti quanto siano brillante la mente il cervello già affilatissimo di Poirot, che vediamo mentre studia i venti e il volo degli uccelli e in questo modo escogita una trovata che trasforma una sicura missione suicida in un’incredibile vittoria con pochissimo spargimento di sangue.

Quello che si sparge, però, è il sangue di Poirot, che resta sfigurato al volto per l’esplosione d’una mina, cui deve ovviare con la crescita dei famosi e lambiccati baffi che vengono orgogliosamente inquadrati più e più volte. Una situazione, come tutti i lettori della Christie possono testimoniare, assolutamente inventata.

Assassinio sul Nilo, personaggi e trama

Come già fatto in Assassinio sull’Orient Express, Kenneth Branagh ha voluto radunare un altro cast stellare di sospettati d’omicidio, questa volta tutti insieme forzatamente non su un treno ma sul lussuoso piroscafo Karnak che viaggia lungo il Nilo, in una lussuosa e pericolosa crociera.

Sceneggiato da Michael Green (Lanterna Verde, Il richiamo della foresta, American Gods), il film così come il romanzo ha come fulcro della storia la luna di miele della miliardaria Linnet Ridgeway – ovvero l’attrice Gal Gadot (Codice 999, Le spie della porta accanto, Red Notice) – e il suo nuovo marito, l’affascinante spiantato Simon Doyle, interpretato da Armie Hammer (Chiamami col tuo nome, Rebecca, Confini e dipendenze) che negli scorsi mesi è stato accusato di violenza sessuale, alla fine della produzione, rallentando l’uscita del film anche a causa di questo scandalo.

L’uomo, era stato precedentemente fidanzato con Jacqueline de Bellefort – a cui dà il volto l’attrice Emma Mackey (The Winter Lake, Eiffel, Sex Education), un’amica di Linnet che non riesce ad accettare la separazione da Simon. Da questo momento in poi, dopo una lite a cui assistono inermi e basiti tutti i ricchi partecipanti alla crociera, si dipana una storia costellata da efferati delitti.

Ne cast anche gli attori Tom Bateman (Da Vinci’s Demons, Vanity Fair – La fiera delle vanità, Dietro i suoi occhi), la quattro volte candidata all’Oscar Annette Bening (Cartoline dall’inferno, American Beauty, Le cose che non ti ho detto), Russell Brand (Racconti incantati, Katy Perry: Part of Me, Io, Dio e Bin Laden), Ali Fazal (Fast & Furious 7, Vittoria e Abdul, Happy Phirr Bhag Jayegi), Dawn French (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Amore e altri disastri, Absolutely Fabulous – Il film), Rose Leslie (Downton Abbey, Il Trono di Spade, Vigil – Indagine a bordo), Sophie Okonedo (Martian Child – Un bambino da amare, La vita segreta delle api, A proposito di Rose), Jennifer Saunders (Nel bel mezzo di un gelido inverno, I Muppet nell’isola del tesoro, Non è romantico?) e Letitia Wright (Avengers: Infinity War, Ready Player One, Guava Island).

Sontuosi costumi d’epoca, un romantico tuffo indietro nel tempo fino agli anni ’30, la musica di Patrick Doyle (Molto rumore per nulla, Ragione e sentimento, Paradiso perduto), una messa in scena in grande stile, la potenza dei gialli di Agatha Christie da sempre acclamata in ogni parte del globo, con Ridley Scott (Un’ottima annata – A Good Year, Tutti i soldi del mondo, House of Gucci) tra gli altri, il film arriva in sala con Disney con oltre 500 copie, pronto a sbancare i botteghini e a riportare, si spera!, gli spettatori al cinema.

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