"Attack On Titan": ecco le Top 10 differenze tra anime e manga

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Un'immagine dalla terza stagione: i pochi rimasti del gruppo di ricerca riescono finalmente a raggiungere il mare

Attack On Titan” è uno dei manga più letti e seguiti degli ultimi tempi, ma questa popolarità è nata sicuramente dalla grande fama che ha avuto l’omonimo anime basato sulle incredibili storie narrate da Hajime Isayama, la mente – contorta – che sta dietro questo ormai colosso dell’animazione giapponese.

E con questo articolo non vogliamo di certo insinuare che ci siano troppe differenze tra il prodotto originale e l’adattamento animato: forse il meglio conosciuto in italia con il nome “L’Attacco dei giganti” è uno degli anime che più è fedele al prodotto da cui è preso. Quindi non andate da nessuna parte, non vi stiamo dicendo che vi siano delle differenze, per così dire e farci una battuta, “colossali”.

Di certo però bisogna dire che qualche divergenza qua e là c’è, soprattutto dal momento in cui un anime per funzionare – e per farlo come lo fa AOT – ha bisogno di determinate spinte che lo fanno allontanare dal prodotto di partenza.

Quindi quali sono le principali differenze tra l’anime e il manga de “L’Attacco dei Giganti?” Scopriamolo insieme.

Ma prima, se non lo hai già fatto, vai subito a leggere la nostra recensione alla terza stagione di “Attack On Titan”!

La struttura della storia

Il creatore di Attack on Titan ha discusso a lungo con gli scrittori dello show sul come volesse sviluppare i capitoli del manga, in particolare quelli compresi dal tredicesimo (che coincide con l’inizio della terza stagione, per intenderci) al sedicesimo volume (che coincide con l’arco di Historia che si confronta con il padre ed Eren nella grotta di cristallo). Per ragioni di tempo, le esigenze di Isayama sono state incontrate a metà e nell’anime la struttura della storia è un pochino più “povera” rispetto a ciò che possiamo trovare sulla carta.

Certo, per incontrare i desideri del mangaka si sono fatti dei cambiamenti che potessero da una parte rendere la trama emozionante, mentre dall’altra esaustiva. Ci sono scene che nell’anime accadono prima che nel manga, per esortare lo spettatore a guardare: il tutto è brillantemente costruito grazie all’uso di flashback e flashfoward.

Il nemico politico

Nella terza stagione de “L’Attacco dei Giganti” abbiamo scoperto che in realtà gli esseri pericolosi che si nutrono degli umani non sono i soli – e soprattutto i veri – antagonisti della vicenda. Il primo arco narrativo della terza stagione, cominciato con l’episodio “Segnali di Fumo”, ha introdotto il pubblico a un nuovo antagonista: l’essere umano. Tra preti torturati e cospirazioni, il corpo di ricerca si è ritrovato a dover a che fare con una vera e propria cospirazione per riuscire a scavare tra centinaia di anni di segreti.

Tutti questi passaggi nel manga hanno significato tempo e spazio per l’autore: passaggi che nell’anime sono stati affrontati abilmente e con una velocità più sostenuta per dare spazio a più azione (che, siamo onesti, è uno dei motivi principali che ci spinge a vedere questo prodotto!)

Meno Eren

Eren in una scena della terza stagione

Non tutti amano paradossalmente il protagonista della storia: Eren Jaeger, che dopo aver visto la sua mamma venir uccisa proprio davanti ai suoi occhi da un gigante si è promesso di ucciderli tutti. Lasciate solo che vi dica di aspettare la quarta stagione per giudicarlo (annunciata, a sorpresa, per il prossimo autunno).

Mentre nel manga non si fa molto caso a questo particolare perché suddiviso in volumi, nella terza stagione è facile intuire che Eren ha una parte molto più piccola e marginale rispetto alle prime due, nonostante rimanga il personaggio importante che abbiamo sempre conosciuto.

Scene inaspettate

La terza stagione di AOT si apre con Eren che davanti a sè osserva una distesa di oceano, una scena completamente mancante dal prodotto originale. Questo perchè nel manga la storia va avanti in maniera lineare, e solo più avanti viene mostrato l’oceano per la prima volta agli occhi dello spettatore.

E’ probabile che gli scrittori abbiano voluto stuzzicarci facendoci vedere una scena che era chiaro sarebbe accaduta nel futuro, chiedendoci in maniera silenziosa di stare allerta e aspettare con pazienza l’arrivo dei nostri protagonisti di fronte alla distesa di acqua salata. Ma quante cose che cambiano dal momento in cui all’inizio della stagione vediamo Eren di fronte all’oceano all’istante in cui insieme ai suoi amici ci arriva davvero…

Il passato di Historia

Una scena della terza stagione: Historia confessa agli abitanti di essere la legittima erede al trono e futura Regina delle mura

Nelle prime stagioni nessuno lo avrebbe mai detto: Historia (che si faceva chiamare Christa) è la vera erede al trono e futura regina dei cerchi di mura. Nonostante siano stati raccontati diversi dettagli della sua storia, nell’anime – probabilmente per ragioni di tempo – non è stato detto tutto quello che riguardava la solitudine che l’ha accompagnata mentre cresceva.

Nel manga viene infatti aggiunto che da bambina Historia era trattata duramente dai nonni e che i bambini del vinato le lanciavano le pietre sul viso, ferendola gravemente. Tutto questo dà ulteriore spessore al suo personaggio e permette di capirne meglio le sfaccettature.

L’addestramento del gigante di Eren

Nel manga, l’addestramento del gigante di Eren prende molto più spazio mentre nell’anime, all’inizio della terza stagione, viene mostrato solo l’ultimo passaggio del suo addestramento. Viene infatti spiegato che, ogni volta che Eren si trasforma, il suo gigante si indebolisce: nel manga tutto questo viene mostrato nei minimi dettagli per far capire ai lettori anche il gigante di Eren ha dei limiti.

Le motivazioni

Nel secondo episodio della terza stagione, Sannes confessa le atrocità commesse, entrando però più nel dettaglio nel manga. Finalmente scopriamo che l’assassinio del padre di Erwin e quello dei genitori di Armin sono fatalmente collegati anche all’omicidio della madre di Historia. E’ la polizia militare a compiere questi atti, ma la motivazione potrebbe essere sfuggita a chi guarda solo l’anime: la morte di questi personaggi e il successivo insabbiamento sono avvenuti per impedire l’avanzamento tecnologico della civiltà all’interno delle mura, che non doveva sospettare di trovarsi su un’isola, Paradis.

Pensate infatti se i genitori di Armin, costruttori di una mongolfiera, fossero stati in grado di partire e lasciare l’isola…

La ribellione

Il concetto di ribellione nella terza stagione di AOT è strettamente legato al personaggio di Erwin Smith, comandante del corpo di ricerca che ha come scopo primario quello di raggiungere ad ogni costo la cantina della casa in cui abitavano Eren con la sua famiglia, perchè si pensa contenga i segreti più oscuri delle mura.

E’ proprio grazie al suo personaggio che l’anime ha seguito il processo di ribellione, concentrandosi su aspetti quali strategie e combattimento, in cui i giganti venivano sostituiti da un nuovo nemico, gli umani. Chi ha letto il manga ha invece sicuramente vissuto questo arco come un vero e proprio colpo di stato, che dura diversi capitoli e per questo è meno ricco di colpi di scena.

Un finale più tetro

Nonostante il manga contenga molti più dettagli dell’anime, quest’ultimo è riuscito perfettamente a darci l’idea di completa oscurità nella quale ci trovavamo noi (come spettatori) e i personaggi stessi dell’anime. Mentre nel manga si digerisce un poco alla volta il fatto che la realtà che circonda Eren, Mikasa e compagni è solo una piccola parte del mondo in cui vivono, nell’anime ci viene detto da un momento all’altro, svelandoci una pesantissima realtà.

Questo porta ad avere un finale di stagione estremamente più tetro, soprattutto grazie alle scene post-credits, che mostrano uno scorcio di quello che accadrà nella prossimo (ed ultima) stagione…

Uno scorcio sul futuro

Naturalmente certe tecniche possono esistere solo nell’anime e non posso essere riproposte nel manga. In particolare, ci riferiamo a quando nell’anime vengono fatti vedere i momenti che succederanno in futuro, elemento che nel prodotto cartaceo è completamente mancante.

Sicuramente il flash-foward meglio riuscito è stato quello che abbiamo visto alla fine della prima parte della terza stagione: noi, ignari di tutto, stavamo ascoltando “Requiem der Morgenröte” quando improvvisamente abbiamo imprecato contro i nostri pc pensando che avessero qualche problema…e invece no! I produttori hanno pensato bene di farci tenere con il fiato sospeso mostrandoci cosa sarebbe successo nella seconda parte di stagione. Potete rivivere il momento qui sopra!

Inutile dirvi che non succede nulla del genere nel manga.

Avete notate altre differenze tra l’anime e il manga di Attack On Titan? Non esitate a farmi sapere nei commenti!

Potete trovare le prime due stagioni e la prima parte della terza de “L’Attacco dei Giganti” su Netflix.

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