BTS: sette ragazzi partiti da zero che sono diventati un vero e proprio fenomeno mondiale. Scopriamo un po’ di curiosità

bts band curiosità origini

A meno che negli ultimi anni non abbiate vissuto sotto una roccia, di sicuro avrete sentito parlare dei BTS, boy band sud-coreana formatosi a Seul che ha debuttato nel 2013 e che è passata dall’essere seguita localmente a un vero e proprio fenomeno mondiale grazie ai loro enormi successi. Diminutivo di Bangtan Sonyeondan, che in coreano significa letteralmente “boy scout a prova di proiettile”, sono conosciuti per l’appunto in tutto il mondo anche come Bangtan Boys. Da qui il nome del loro numerosissimo e affiatato fanclub, conosciuto come ARMY, che in inglese significa “esercito”: perché, virtualmente, lotta al fianco dei ragazzi.

I membri della band sono sette: il leader e rapper RM (nome d’arte di Kim Nam-joon), il cantante e compositore Jin (Kim Seok-jin), il rapper e compositore Suga (pseudonimo di Min Yoon-gi), il ballerino e rapper J-Hope (pseudonimo di Jung Ho-seok), il ballerino e cantante Park Jimin, il cantante e compositore V (pseudonimo di Kim Tae-hyung) e infine il cantante e compositore Jeon Jung-kook.

Sette ragazzi estremamente giovani (il più grande di loro ha 28 anni, il più giovane 23) e che nonostante questo hanno ottenuto numerosi riconoscimenti: ad oggi i BTS sono la band con il maggior numero di vendite in Corea del Sud, detenendo il primato con oltre 20 milioni di dischi venduti. Secondo la IFPI, nel 2018 sono stati il secondo artista più venduto a livello mondiale.

Formati dalla Big Hit Entertainment, etichetta discografica sudcoreana, hanno abbattuto barriere linguistiche e ogni pregiudizio raggiungendo il mercato della musica internazionale: ben 4 loro album hanno raggiunto la vetta della Billboard 200 e con il recente singolo Dynamite sono stati i primi coreani ad arrivare al vertice della Billboard Hot 100, singolo per il quale sono stati inoltre nominati a un Grammy Award.

Una serie di record e strabilianti successi per la band cui debutto è avvenuto nel 2013 con l’album “2 Cool 4 Skool“, con pezzi che parlano per lo più dei pregiudizi nei confronti dei giovani, le ansie nei confronti del futuro e la determinazione di migliorarlo. Questi insieme a molti altri temi estremamente attuali stanno al centro dei testi delle canzoni, prodotte e composte nella maggior parte proprio da loro stessi.

No more dream“, singolo di debutto dei BTS

Questo è stato il semplice inizio del loro successo; i BTS hanno infatti pubblicato un totale di 9 album in studio:

Oltre a una serie di raccolte ed EP. Con l’album Love Yourself: Tear, e le raccolte Love Yourself: Answer e Map of the Soul: Persona hanno ottenuto tre prime posizioni in meno di un anno sulla Billboard 200, un traguardo che non era raggiunto dal 2014: gli ultimi erano stati gli One Direction. 

Insomma, un successo dopo l’altro per questi giovani ragazzi che hanno dimostrato che anche delle persone semplici possono diventare chiunque desiderino. Oggi noi di Wonder Channel abbiamo dunque deciso di celebrare il loro successo condividendo con voi alcune curiosità su una delle boy band oramai più famose al mondo.

Pronti a scoprire qualche curiosità sui BTS? Cominciamo!

La convivenza

Nel video ufficiale di “Life goes On” possiamo avere un divertente assaggio della loro convivenza

E’ risaputo che per molti artisti è più che normale abitare insieme, soprattutto i primi tempi della loro carriera, vuoi per ragioni di denaro ma soprattutto per rafforzare la conoscenza e intensificare il proprio lavoro. Un esempio calzante sono i Beatles, che abitarono insieme agli inizi della loro carriera, in un Hotel di Londra. La cosa non durò per sempre come è noto. Sembra invece che ai BTS non dispiaccia la convivenza: i sette membri, dal momento in cui hanno formato la band ad oggi che sono probabilmente all’apice della loro carriera artistica, hanno sempre vissuto insieme, se pur cambiando vari alloggi.

Ad oggi, con i ragazzi conosciuti praticamente in tutto il mondo e in possesso di prestigiosi premi, ci sembra assurdo pensare che all’inizio della loro carriera vivessero tutti e sette in una sola stanza. Una situazione che hanno dichiarato più volte non essere estremamente comoda, ma sicuramente utile per conoscersi meglio ed arrivare a raggiungere un rapporto e una fiducia reciproca che in pochi altri artisti possono vantare. Attualmente vivono in una lussuosa struttura al centro della città di Seoul.

Non è tutto: fin dagli albori, per costruire quella che ancora oggi è una convivenza pacifica e a dir poco invidiabile, ogni membro dei BTS si occupa in casa di una mansione diversa e ben precisa. Jin si occupa della cucina, dichiarando di sentirla come una responsabilità quella di prendersi cura degli altri membri, visto che è quello più grande. Junkook è l’addetto al bucato mentre il rapper Suga nel tempo libero fa…l’aggiusta-tutto.

Alcuni membri hanno dovuto imparare a ballare

Quando vediamo i video ufficiali delle canzoni dei BTS una delle prime cose che salta all’occhio è il fatto che ognuno di loro canti e balli senza particolari difficoltà. Una cosa che può sembrare estremamente banale per chi ha visto il recente video di “Dynamite”: non tutti potrebbero immaginare però che all’inizio non tutti i membri della band erano in grado di ballare.

Negli anni precedenti al debutto i ragazzi hanno lavorato duramente perché tutti riuscissero a ricoprire efficacemente tutti i ruoli sia di cantanti che di ballerini, riuscendo ad arrivare alla ricostruzione di coreografie al quanto complesse ma comunque eseguite perfettamente. Il loro coreografo, Son Sungdeuk, ha più volte sottolineato quanto all’inizio sia stato difficile per i ragazzi entrare in contatto con il mondo della danza, che ad alcuni di loro, come ad esempio Jin e il leader Rap Monster, era completamente nuovo e sconosciuto.

I problemi non nacquero semplicemente per chi non aveva mai ballato, ma anche per chi aveva fatto della danza la propria vita, come Park Jimin, diplomato in danza moderna e contemporanea. Anche per lui fu estremamente difficile entrare in contatto con un tipo di ballo che era completamente diverso da quello che aveva conosciuto fino ad allora.

Provate ora a guardare una qualsiasi loro coreografia – vi lasciamo sotto le prove ufficiali di “Dynamite” – pensereste mai che alcuni di loro fino a qualche anno fa non sapevano neanche cosa fossero dei passi di danza?

I BTS provano la coreografia di “Dynamite”

Non tutti hanno trovato l’approvazione della famiglia

Per gli artisti non trovare l’approvazione della famiglia è un grande classico: nemmeno i BTS sembrano essere stati immuni a questa crudele maledizione. Sembra infatti che in particolare i genitori del rapper Suga fossero estremamente contrari alla scelta del figlio di fare musica, arrivando addirittura a strappare e buttare via i fogli e gli spartiti su cui fin da piccolo aveva cominciato a lavorare e comporre. Le cose cambiarono quando a 17 anni Suga cominciò a lavorare part-time per uno studio musicale, e qui ebbe la possibilità di produrre e scrivere musica più liberamente, fino a quando non vinse quel famoso provino che lo portò ad essere il secondo membro a far parte dei BTS, dopo il leader RM.

Anche J-Hope non è stato particolarmente fortunato: suo padre non amava l’idea che fosse un ballerino, anche se sembra che negli anni il giovane rapper gli abbia fatto cambiare idea. In più di un’occasione J-Hope ha confessato ai fan di essere certo di aver reso orgogliosi entrambi i suoi genitori: d’altronde, come potrebbe essere altrimenti?

Non tutti i membri hanno debuttato con uno pseudonimo

Come abbiamo già avuto modo di accennare, la maggior parte dei membri dei BTS sono conosciuti con degli stage name o pseudonimi. Il leader Kim è diventato Rap Monster per la sua incredibile capacità nella rap music, Min Yoon-gi ha scelto Suga perchè ricordava qualcosa di dolce, Kim Tae-hyung è stato di fatto il quinto membro in ordine cronologico ad unirsi alla band e da qui la scelta della lettera V, cinque in numero romano. Jung Ho-seok ha più volte sottolineato come il suo nome sia nato da un gioco di parole che stava cercando da abbinare al suo vero nome, finendo per aggiungere “Pe” al primo pezzetto J-Ho, nel tentativo di diffondere un messaggio di speranza, mentre Jin ha esordito con l’abbreviazione del suo nome di battesimo.

Di fatto dunque gli unici due membri che hanno scelto di esordire con i nomi di battesimo sono Jimin e Jung-kook, che comunque hanno quasi debuttato con degli stage name. A Jung-kook era infatti stato proposto “Seagull”, letteralmente “Gabbiano”, in quanto volatile simbolo del suo paese natale. A Jimin erano stati proposto “Baby J”, “Baby G” oppure “Young Kid”. Tutti rifiutati dai due che hanno preferito debuttare – e per fortuna! – con i loro veri nomi.

BTS prima…e BTS dopo

“We are bullefproof pt.2”, una canzone esempio dei BTS “prima”

Si può dire che ci sia stato una sorta di BTS “prima” e BTS “dopo”. Come da regola del mercato coreano, i BTS hanno esordito con un’immagine da cattivi ragazzi, che però – e per fortuna – si è sgretolata in breve tempo. I ragazzi hanno capito che per entrare davvero in contatto coi loro coetanei dovevano gettare la maschera dei duri e cominciare a parlare dei veri problemi della loro generazione. Alle classiche canzoni d’amore si sono affiancati brani che affrontano temi come il bullismo, la pressione sui giovani nella società dei consumi e la salute mentale.

Hanno rischiato di essere solo in 6

Nonostante ad oggi sia uno dei membri più amato e seguito e sembra dunque quasi impossibile pensarlo, Park Jimin ha rischiato di non far parte della band. Sembra infatti che prima del debutto ufficiale sia stato allontanato dalla band un totale di otto volte: a “salvarlo”, se così vogliamo dire, fu il suo compagno di band – ed ex compagno di scuola – V, che espresse alla casa discografica il suo immenso desiderio di lavorare con Jimin.

Prima del debutto ufficiale in ogni caso, anche J-Hope lasciò la band per un periodo di tempo. Fu il leader RM a convincerlo a tornare, dicendo che i BTS non sarebbero stati gli stessi senza di lui.

Evidentemente doveva essere il 7 il loro numero fortunato!

#thirdonefromtheleft

Ogni membro ha raggiunto la band in modo diverso: la maggior parte di loro in ogni caso lo fece attraverso le classiche audizioni. La storia del reclutamento di Jin è alquanto bizzarra quanto incredibile: un agente lo notò infatti un giorno mentre stava scendendo dall’autobus e lo avvicinò, convincendolo a fare l’audizione per la Big Hit Entertainment. Il motivo? Perchè aveva un bellissimo aspetto.

Non per niente quando il gruppo comparve per la prima volta sulla tv americana in occasione dei Billboard Music Awards del 2017, fu proprio Jin a causare la pioggia di hashtag #ThirdOneFromTheLeft – “Terzo da sinistra”. Un hashtag che fa sorridere ma che fa capire quanto la bellezza dell’artista sia sempre stata al centro dell’attenzione. Pensate un po’: un celebre chirurgo estetico ha colto l’occasione dell’evento per analizzare un totale di circa 270 uomini asiatici e ha decretato che Jin avrebbe “la faccia perfetta“, ed è per tanto considerato uno degli uomini più belli del continente.

L’impegno nel sociale: la campagna “Love Myself”

I BTS sono particolarmente impegnati nel sociale, specie per quanto riguarda il sostegno dei giovani. Nel 2017 hanno infatti lanciato, insieme alla branca coreana dell’Unicefla significativa campagna Love Myself, allo scopo di “proteggere e supportare i bambini e gli adolescenti vittime di abusi domestici, bullismo scolastico e violenza sessuale in tutto il mondo”.

In un toccante discorso alle Nazioni Unite, il leader del gruppo RM ha spiegato la vicinanza della band a questa tematica, chiedendo a tutti i giovani del pianeta di “farsi sentire“.

2017: RM, leader del gruppo BTS parla alle Nazioni Unite della campagna “Love Myself”

Il grande contributo a economia e cultura

Il contributo della band all’economia e alla diffusione della cultura coreana nel mondo è a dir poco immenso. Non solo per le vendite musicali ma anche a livello turistico: i fan del gruppo vengono da tutto il mondo per assistere ai loro concerti in Corea, e qui vogliono visitare i luoghi frequentati dalla band, dai bar e ristoranti amatissimi dalla boy-band alle location dei video musicali. Ad oggi i BTS concorrono indirettamente per lo 0,3% al PIL annuale coreano.

Il 24 ottobre 2018 il Presidente della Corea del Sud gli ha perciò conferito l’Ordine al Merito Culturale per aver collaborato alla diffusione della cultura coreana nel mondo.

Quanto tempo per arrivare a un milione di likes? Per i BTS, 35 minuti

“Life goes On” dal loro ultimo album “Be” è stata la canzone più veloce di sempre a raggiungere un milione di likes su Youtube, mettendoci circa 35 minuti. Un record che qualcuno riuscirà mai a superare?

Sono inoltre ad oggi la band più seguita su Twitter, superando ufficialmente quella che lo era in passato, gli One Direction.

Sono l’Entertainer of the Year del 2020

Il settimanale statunitense TIME ogni anno proclama il cosiddetto Entertainer of the Year, l’artista che dunque si è più distinto durante l’anno. Questo premio è andato ai BTS per il 2020, con la seguente dichiarazione da parte della famigerata rivista:

Tra il rilascio di più album e il superamento di ogni tipo di record nel 2020, la band pop coreana è salita all’apice della celebrità” (…) In un’era segnata da così tanta angoscia e cinismo, i BTS sono rimasti fedeli al loro messaggio di gentilezza, connessione e auto-accettazione”

https://youtu.be/qEaVfcBP9M0
I BTS cantano Dynimite per Time, che li ha proclamati Entertainer of the Year

E in Italia?

Se fate parte delle affiatate ARMY non c’è bisogno che ve lo dica, ma non tutti potrebbero sapere che “Dynamite” è la prima canzone dei BTS ad essere scritta totalmente in lingua inglese, nonostante ci siano altre canzoni che contengano frasi o parole in questa lingua. I ragazzi hanno infatti completamente abbandonato la loro lingua madre per questo pezzo, che ha avuto probabilmente anche per questo motivo un forte impatto sul mercato musicale di tutto il mondo, raggiungendo ben presto anche le radio italiane.

Il video ufficiale di “Dynamite”, loro prima canzone ad essere interamente in lingua inglese

“Dynamite” è infatti la loro prima canzone a ricevere il disco d’oro in Italia, anche se abbiamo la sensazione che non possa essere l’ultima a raggiungere questo prezioso traguardo!

E voi, vi siete già innamorati di questa band? Fatemi sapere nei commenti!

Exit mobile version