Nella 3° stagione di Cobra Kai il legame tra i personaggi si rafforza nuovamente e Daniel San riporta alla luce un grande personaggio

Cobra Kai è una sorta di soap opera di arti marziali e anche il sequel di una delle saghe più famose degli anni ’80: Karate Kid.

Se vuoi mantenere il passo con il contenuto qui sotto, ti invito a leggere anche la recensione della prima e seconda stagione di Cobra Kai.

[nota: questa recensione contiene lievi spoiler sulle prime 3 stagioni di Cobra Kai.]

Ti dico subito che la terza stagione non è superiore alla prima stagione ma è meglio della seconda.

La seconda stagione di Cobra Kai ha messo in luce diversi conflitti irrisolti: il Cobra Kai contro il Miyagi-do; Johnny contro il suo vecchio sensei, Kreese; le rivalità in amore in cui sono protagonisti Robbie, Samantha, Miguel e Tory. Questi conflitti, più il cliffhanger – Miguel in coma dopo una rissa a mani nude tra i dojo – hanno lasciato un sacco di vetri rotti sul pavimento. Tuttavia, coloro che sperano che questo terzo atto sia quello risolutore, dovranno aspettare ancora. Perché la terza stagione finisce con un nuovo cliffhanger (e Netflix ha programmato il rilascio di una quarta stagione per ottobre).

Ma questo non è un male.

Anche perché nella terza stagione tutti i personaggi principali si completano al meglio e sono più coinvolgenti. In rimonta troviamo Demitri (Gianni Dacenzo) e Hawk (Jacob Bertrand), la cui rivalità ha ora un vero peso. È stata una distrazione nella seconda stagione, minata dal piagnucolio di Demitri. Ma Dacenzo ha molto di più con cui lavorare nel terzo capitolo della serie, e lo spettatore può ora fare il tifo per lui… mentre Bertrand brilla in un ruolo inaspettatamente centrale come berserker nerd.

Xolo Maridueña offre una splendida immagine di Miguel, che si risveglia dal coma ma rimane paralizzato sotto la vita. Privato dell’agilità che rendeva le sue scene di combattimento una tale gioia, Maridueña mette in luce l’emotività del suo personaggio, prima arrabbiato e distaccato e poi indulgente nei confronti di Johnny Lawrence (William Zabka). Questo passaggio è talmente autentico che migliora il legame tra i due personaggi e li eleva ancora di più nella serie. La loro chimica e il loro affetto, che hanno brillato nella prima stagione e si sono persi nella seconda, fioriscono di nuovo, specialmente nella sequenza in cui Miguel insegna a Johnny come creare un profilo efficace sui social media.

Kreese (Martin Kove) è riuscito a riprendersi il dojo Cobra Kai nella seconda stagione, nonostante le scene che lo ritraevano come un vecchio patetico e/o sociopatico contorto. Ma il buon vecchio, divertente e stronzo Kreese è tornato più forte che mai, dandoci la possibilità di conoscere le sue origini attraverso dei flashback che ci riportano alla guerra in Vietnam, dove il sensei ha affinato il suo carattere e le sue doti di combattente. Scopriamo anche che dietro quel carattere rude si nascondeva un cuore tenero ma, per ovvie ragioni, è cambiato. Per scoprire come ti invitiamo a guardare la terza stagione di Cobra Kai.

Daniel-san (Ralph Macchio) era stato esplorato abbastanza in profondità nelle prime due stagioni, quindi gli sceneggiatori principali Josh Heald, Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg hanno deciso di mandarlo in viaggio in Giappone, dando a Cobra Kai la possibilità di riportare in vita alcuni attori della saga di Karate Kid. Il tutto è stato integrato in modo naturale, dato che Daniel aveva una ragione plausibile per attraversare il Pacifico. Ma quando incontra Kumiko (Tamlyn Tomita), ritrova anche il suo antagonista Chozen (un Yuji Okumoto ancora in forma), che è alla ricerca di una sorta di vendetta dopo 35 anni.

A mio avviso… il viaggio emotivo di Daniel, è la cosa più interessante di tutta la terza stagione di Cobra Kai.

L’arco narrativo del personaggio di Robbie Keene (Tanner Buchanan) è incompleto, anche se gli sceneggiatori ci danno più di un motivo per credere che sarà lui l’eroe del 4° capitolo. Ciò è in parte dovuto al fatto che, come Miguel, Robbie è confinato per la maggior parte della stagione. Oltre a qualche rissa dietro le sbarre gli resta poco da fare, se non arrabbiarsi con tutte le figure paterne che lo hanno deluso.

E a lotta come siamo messi?

Le coreografie dei combattimenti fanno sempre strizzare gli occhi di gioia – comprese un paio di mosse in team che completano la stagione – e i conflitti migliori sono quelli negli spazi interni, in particolare lo scontro tra Samantha LaRusso e Mary Mouser. Il trauma di Sam (nato dopo che Tori l’ha colpita con una specie di artiglio nella rissa a scuola) prepara il terreno per una lezione di vita del maestro Miyagi, tratta da quella che sembra una scena cancellata di Karate Kid. Il loro combattimento porta alcune nuove armi (il bastone di Sam contro il nunchaku di Tory) nel soddisfacente repertorio di arti marziali della serie tv.

Per concludere…

Il viaggio di Daniel in Giappone, seguendo le orme del suo pellegrinaggio in Karate Kid II, è un perfetto esempio di come sfruttare l’affair nostalgia nel modo giusto. Volti che ritornano e la storia va in nuove direzioni. La stagione avrebbe potuto essere migliorata dando la possibilità a Daniel di trascorrere più tempo nella terra del sol levante piuttosto che rimescolare all’infinito il mazzo delle lotte tra i 3 dojo. Con la maggior parte dei personaggi principali che hanno già cambiato dojo almeno una volta, le aree di intervento per gli sceneggiatori sono ridotte al lumicino. Vedremo cosa si inventeranno nella quarta stagione anche se l’ultima telefonata di Kreese ci ha dato qualche indizio: 2 dojo seguiti da 4 sensei e il quarto lo abbiamo già visto in Karate Kid.

… Nonostante qualche pecca, la terza stagione di Cobra Kai è un gran bel ritorno, ma non ci aspettiamo niente di meno da Karate Kid.

La Recensione

Cobra Kai 3° Stagione

8 Voto

Il viaggio di Daniel in Giappone, seguendo le orme del suo pellegrinaggio in Karate Kid II, è un perfetto esempio di come sfruttare l'affair nostalgia nel modo giusto. Volti che ritornano e la storia va in nuove direzioni. La stagione avrebbe potuto essere migliorata dando la possibilità a Daniel di trascorrere più tempo nella terra del sol levante piuttosto che rimescolare all'infinito il mazzo delle lotte tra i 3 dojo. Con la maggior parte dei personaggi principali che hanno già cambiato dojo almeno una volta, le aree di intervento per gli sceneggiatori sono ridotte al lumicino. Vedremo cosa si inventeranno nella quarta stagione anche se l'ultima telefonata di Kreese ci ha dato qualche indizio: 2 dojo seguiti da 4 sensei e il quarto lo abbiamo già visto in Karate Kid. ... Nonostante qualche pecca, la terza stagione di Cobra Kai è un gran bel ritorno, ma non ci aspettiamo niente di meno da Karate Kid.

PRO

  • Il viaggio di Daniel in Giappone
  • Le scene di combattimento sono sempre al top
  • Il legame tra alcuni personaggi si è nuovamente rafforzato

CONTRO

  • Alcuni membri del cast sono un po' sottotono
  • Gli sceneggiatori sembra che stiano finendo le carte del mazzo

Recensione

  • Voto 8
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