Colonia, la recensione del film con Emma Watson.

Film colonia poster - Colonia recensione film

Un poster del film Colonia

Titolo: Colonia

Regista: Florian Gallenberger

Cast: Emma Watson, Daniel Bruhl, Michael Nyqvist, Julian Ovenden, Benjamin Herrmann, Laurence Fishburne, Kevin Zegers, Bill Paxton, John Tench, Atticus Mitchell, Dru Viergever, Romano Orzari, Earl Pastko, Lisa Berry, Lucius Hoyos.

Anno: 2015

Genere: Drammatico

Durata: 110 minuti

Paese: Germania

La recensione dettagliata per il film Colonia:

Siamo nel 1973 in Cile, e l’instabilità politica cresce circostante, soprattutto quando un ambizioso Pinochet, organizza un brutale colpo di Stato appoggiato anche dagli Stati Uniti. L’assistente di volo Lena (Emma Watson) è appena arrivata per una vacanza di quattro giorni con il suo fidanzato e giornalista Daniel (Daniel Brühl), quando le proteste in piazza vanno fuori controllo ed il regime cerca di bloccarle sul nascere.

Messo in carcere dal nuovo governo, Daniel viene crudelmente torturato. Lena è molto innamorata e decide di andare a cercarlo, seguendo le sue tracce a Colonia Dignidad, una setta religiosa nelle campagne cilene dove gli attivisti ribelli sono nascosti alla vista e costretti a lavorare. In posa come un vero credente, Lena entra nella piccola località, e viene subito terrorizzata dallo spietato leader carismatico Paul (Michael Nyqvist) e dalla donna “che la controlla” Gisela (Richenda Carey).

Michael Nyqvist è terrificante nel ruolo di leader della Colonia

Gallenberger inizia la costruzione della tensione sottostante anche nelle scene d’apertura, che presentano la riunione romantica e felice tra Lena e Daniel. La rabbia della popolazione e le azioni militari li circondano, e così la tensione dilaga. E poi, come la storia si sposta a Colonia, il film assume echi da incubo della Germania nazista, con i saluti cantati ( “Dio benedica” suona piuttosto un po’ come “Heil Hitler”), camere di tortura e bunker claustrofobici.

Attraverso tutto questo, Watson e Bruhl riescono ad emergere e fornire una performance reale come persone davvero coinvolte in orrori inimmaginabili. Sotto l’intensità, entrambi gli attori sono simpatici e tenaci, ed insieme hanno una forte chimica. Nel frattempo, il superbo Nyqvist, porta una cattiveria veramente inquietante per la sua onnipotente figura paterna.

bellissima interpretazione di Emma Watson in Colonia

Fortunatamente, Lena incontra anche persone simpatiche a Colonia, tra cui un collega interno (Jeanne Werner) che si rifiuta di rinunciare alla speranza, ed un’infermiera (Vicky Krieps) che l’aiuta in silenzio nella sua ricerca. Ma personaggi come questi sono chiaramente di contorno e non riescono ad emergere come i protagonisti, anche se potrebbero.

Lo script sottolinea continuamente che tutto quello che fanno a Colonia è per amore, tra cui la detenzione, torture ed abusi sui minori. Il film segue e cerca di rappresentare anche le più sottili sfumature della Colonia realmente esistita in Cile, il che è apprezzabile. Colonia è una coinvolgente, importante raffigurazione di un triste, periodo “oscurato” della storia del Cile. Forse si sarebbe dovuto svecchiare un po’, ma non sempre si puo’ ottenere tutto.

Conclusioni sul film Colonia:

Basato su una storia vera, questo dramma cileno ruota attorno ad un contorno agghiacciante. Sorprendentemente ben interpretato da un cast internazionale, i temi scuri trattati nel film scuotono la pelle del telespettatore. Il regista Tedesco e cowriter Florian Gallenberger ha un occhio sapiente che attira il pubblico, concentrandosi sui personaggi per fornire un forte colpo emotivo. Detto questo, il film si sente stranamente bloccato nel passato, non riuscendo a trovare quel qualcosa di fresco che lo renderebbe davvero un perfetto lungometraggio. 

La Recensione

Il verdetto su Colonia

8 Voto

<p style="text-align: justify;">Basato su una storia vera, questo dramma cileno ruota attorno ad un contorno agghiacciante. Sorprendentemente ben interpretato da un cast internazionale, i temi scuri trattati nel film scuotono la pelle del telespettatore. Il regista Tedesco e cowriter Florian Gallenberger ha un occhio sapiente che attira il pubblico, concentrandosi sui personaggi per fornire un forte colpo emotivo. Detto questo, il film si sente stranamente bloccato nel passato, non riuscendo a trovare quel qualcosa di fresco che lo renderebbe davvero un perfetto lungometraggio.</p>

Recensione

  • Voto 8
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