Si alzi il sipario: David Lynch si racconta

David Lynch Festa del Cinema Roma

David Lynch alla Festa del Cinema

Il corto di David Lynch

David Lynch ha collaborato con Stella McCartney per creare un nuovo cortometraggio, Curtain’s Up.

Creato da Tête-à-Tête, uno studio con base a Los Angeles a capo del quale stanno Austin, figlio del famoso regista, e l’artista Case Simmons, il film tratta dell’amore d David Lynch per il cinema; inoltre, il regista di Twin Peaks rivela anche di come la meditazione l’abbia aiutato nel pensare e successivamente girare i suoi film.

Curtain’s Up si apre con una citazione agli antichi insegnamenti dell’Upanishad, il testo filosofico indiano:

“Sappi che tutta la natura non è altro che un magico teatro”.

Questa frase ci permette di avere una chiave di lettura ben definita con la quale visionare il cortometraggio: la totale dedizione di Lynch per il cinema e l’arte ci appare fin da subito chiara e indiscutibile.

Nei primi istanti del video, il regista fuma nell’oscura stanza di un cinema, mentre parla della “magia” della sua arte.

La telecamera scende lentamente verso il volto dell’uomo, incorniciato dalla propria caratteristica chioma spettinata; Lynch si presenta come una figura nell’oscurità, una sagoma dallo sguardo intenso, illuminata dalla luce blu e rossa del proiettore cinematografico.

In questi dieci minuti di girato ci appare chiaro lo stile del regista: come in ogni suo film, infatti, anche in Curtain’s Up assistiamo a lunghi silenzi e a figure immobili nell’oscurità. Come i fan del regista sanno molto bene, però, la verità sta nell’attesa: e così, dopo una lunga pausa, inizia la narrazione.

La voce di Lynch, lenta e pacata, scandisce la successione di immagini; i nostri occhi vedono dapprima la sala oscura del cinema, gli ingranaggi del proiettore, per poi scivolare verso il mondo esterno e osservare corsi d’acqua e volti di altre persone.

“Ognuno è un poeta, e ha un bellissimo modo per esprimersi con le parole. Ma il cinema ha il suo linguaggio personale, e così tu puoi esprimere un sentimento, un pensiero che non può essere espresso in nessun altro modo. Il cinema è un mediatore magico. […] Per me è bellissimo pensare a queste immagini e suoni che fluiscono insieme nel tempo, una sequenza dietro l’altra, facendo qualcosa che può essere fatto solo dal cinema. […] Andare al cinema e vedere le luci che si spengono… è un posto molto silenzioso. Poi il sipario si apre, e tu entri in un altro mondo.”

Lynch ama del cinema il fatto che un film riesca a raggiungere ogni persona presente nel pubblico in maniera diversa: ognuno degli spettatori vede, sente percepisce le immagini e i suoni della pellicola in un modo del tutto personale, e ciò che colpisce qualcuno può far rimanere indifferente qualcun altro.

Il regista ci parla di questo processo con lo stesso stupore di chi, negli anni, ha sempre mantenuto dentro di sé un animo da bambino.

“È così magico, non so perché”, ci dice. Lynch aggiunge: “mi piacciono le storie che hanno a che fare con temi astratti, e questo è quello che fa il cinema.”

In effetti, una caratteristica dei film del regista – Eraserhead, Blue Velvet, Fire Walk With Me, Mullholland Drive – è la capacità di parlare dell’irrazionale e del non-concreto, trasmettendo allo spettatore l’idea di aver preso parte ad un sogno oscuro.

Sempre nel cortometraggio Lynch parla nel dettaglio di come abbia iniziato la sua vita come pittore. Il regista afferma di non aver avuto alcun interesse nell’arte del cinema fino al momento in cui, lavorando nel proprio studio, fu scosso da una nuova idea.

“Un giorno ero seduto in una grande stanza, e dipingevo. Era un giardino di notte. Aveva tantissimo nero, con piante verdi che emergevano dall’oscurità. All’improvviso, queste piante iniziarono a muoversi, e udii il vento. Pensai <<oh, ma questo è fantastico>> e iniziai a domandarmi se girare un film sarebbe stato un buon modo per permettere ai dipinti di muoversi.”

Il regista continua descrivendo come la meditazione l’abbia aiutato nel fronteggiare l’ansia e la depressione, permettendogli di migliorare come filmmaker.

“Quando ho iniziato a meditare, ero pieno di angoscia e paura. Percepivo un senso di depressione e di rabbia. La rabbia, la depressione e la sofferenza sono cose bellissime da raccontare in una storia, ma sono come veleno per l’artista. Tu devi avere chiarezza nella tua mente per creare, tu devi essere in grado di catturare l’idea”.

Lynch continua spiegando il proprio punto di vista: c’è molta oscurità nel mondo, ma noi siamo come lampadine; se dentro di noi brillano la calma e la pace, getteremo luce su tutto ciò che ci circonda.

È vero che forse siamo lontani dall’Illuminazione, ma se camminiamo verso di essa ogni passo che faremo nella giusta direzione sarà brighter and brighter: sempre più chiaro, sempre più luminoso. Inoltre, potremmo immaginare le nostre idee come pesci in un corso d’acqua: i pesci più piccoli nuotano in superficie, mentre quelli grossi stanno nella profondità scura degli abissi.

Attraverso la calma e la meditazione, se sappiamo attendere e riusciamo ad allargare la nostra consapevolezza, ovvero il contenitore che “contiene i pesci”, riusciamo a catturare anche quelli grossi, le idee migliori.

Il libro di Lynch Room to Dream

Nei primi mesi di quest’anno, Lynch ha pubblicato un libro che ha realizzato assieme alla giornalista Kristine McKenna, Room to Dream, dove racconta cronologicamente i ricordi della sua vita e carriera, senza però aggiungere spiegazioni: il regista ha infatti precedentemente asserito di non avere intenzione di spiegare nessuno dei propri lavori, avendo la convinzione che, se lo facesse, ridurrebbe la propria forma d’arte.

“Quando finisci un lavoro, le persone vogliono parlarne. Ed è quasi come se fosse un crimine”.

Ha aggiunto:

“Un film o un dipinto – ognuno di essi ha il suo personale linguaggio e non è giusto cercare di descriverli con le parole.”

In Curtain’s Up, quindi, lo scopo di Lynch non è sicuramente quello di svelare il significato più profondo delle sue opere, quanto piuttosto raccontare quale sia il proprio processo creativo.

In definitiva, si potrebbe dire che in questo cortometraggio potremmo ritrovare molti punti sui quali riflettere per percorrere il nostro personale cammino verso il raggiungimento dei nostri obiettivi con passi “illuminati”.

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