La recensione di Gli Irregolari di Baker Street… quando Stranger Things incontra Sherlock

Thaddea Graham, Harrison Osterfield, Jojo Macari e Darci Shaw in Gli Irregolari di Baker Street

Thaddea Graham, Harrison Osterfield, Jojo Macari e Darci Shaw in Gli Irregolari di Baker Street

Un’adolescente orfana è dotata di talento psichico ed ha la capacità di navigare e sigillare il portale di un’altra dimensione. Chi ti ricorda tutto questo? Ma è Undici di Stranger Things. Netflix ti sta dicendo: dimentica per un attimo Undici e concentrati su Jessie, una delle protagoniste del nostro nuovo Original, Gli Irregolari di Baker Street, The Irregulars il titolo originale.

Trasferisci la premessa di Stranger Things da Hawkins, nell’Indiana, a una sudicia Londra di fine 1800, oltre a questo, aggiungi una connessione losca con Sherlock Holmes e hai la prima stagione di Gli Irregolari di Baker Street.

Chi fa parte del cast di Gli Irregolari di Baker Street?

A parte la già citata Jessie (Darci Shaw), Gli Irregolari di Baker Street si concentra su un gruppo di amici molto intimi, tutti poveri e orfani. C’è Beatrice aka Bea (Thaddea Graham), la capobanda e sorella maggiore di Jessie; Billy (Jojo Macari), che è stato al loro fianco da quando erano tutti e tre nello stesso posto di lavoro; e Spike (McKell David). Successivamente vengono raggiunti da Leo (Harrison Osterfield), un ragazzo di alto livello che fa la loro conoscenza e inizia ad aiutarli, e la cui identità segreta di principe emofiliaco Leopoldo d’Inghilterra (sì, proprio lui) è sconosciuta agli altri.

E la trama?

All’inizio di Gli Irregolari di Baker Street, Bea e gli altri sono preoccupati. Jessie sembra instabile, soprattutto quando ha incubi che gli impediscono di vivere serenamente. Il suo incubo più ricorrente la porta in una cripta sotterranea dove dei medici con il becco (le protezioni che utilizzavano i medici durante la peste nera) la attaccano. Cammina nel sonno, vaga stordita per le strade, ascoltando voci che solo lei può sentire. La serie ci dice che anche la madre di Bea e Jessie soffriva di una condizione simile e che l’aveva portata alla morte. Quindi Bea è preoccupata per la sorella. Oltre a questo, l’affitto dello scantinato in cui vivono tutti e 4 va pagato e Bea deve trovare un lavoretto in grado di mantenere la sua famiglia.

Quindi, quando un uomo/investigatore si presenta a lei come il dottor John Watson (Royce Pierreson), Bea si offre di aiutarlo a risolvere un caso di rapimento in cambio di un compenso monetario. Subito dopo scompaiono anche altri bambini e il caso diventa più complesso da risolvere. Leo, che vede Bea durante un giro notturno per la città, se ne innamora e, in seguito, fugge dalla sua reggia per cercarla e aiutarla a risolvere il caso.

Bea e i suoi amici si rendono conto di essere di fronte a qualcosa di più malevolo di un ladro di bambini quando vengono attaccati da uno stormo di corvi per strada. Ci sono forze soprannaturali al lavoro e per combatterle hanno bisogno dei poteri di Jessie.

Watson ammette a malincuore a Bea che “un’oscurità è scesa su Londra” e che le cose andranno di male in peggio. Bea, Billy e gli altri indagano su una serie di eventi macabri: bambini i cui denti sono stati estratti completamente nella notte da una feroce “fatina dei denti”, omicidi ispirati dalle carte dei tarocchi di membri di una setta, un assassino che conserva i volti delle sue vittime e assume le loro forme, un “collezionista” di parti del corpo… In ciascuno di questi casi, l’autore del crimine trae il potere da una fonte inspiegabile quando chiede aiuto in preghiera.

Al di là di questi casi di omicidio, ci sono dei puzzle interni che devastano ciascuno dei protagonisti: perché John Watson è così riservato? Chi è il suo misterioso socio in affari Sherlock Holmes (Henry Lloyd-Hughes)? Perché la madre di Bea e Jessie, Alice (Eileen O’Higgins) era legata al duo? Perché Jessie fa quell’incubo? Emerge che c’è uno squarcio – un portale tra questo mondo e il prossimo – che sta influenzando gli eventi mostruosi a cui Bea e gli altri stanno assistendo. Se lo squarcio non verrà chiuso, questo mondo cesserebbe di esistere. Sii… molto simile a Stranger Things.

Ma…

Il problema è che Gli Irregolari di Baker Street non è Stranger Things. È una serie tv accettabile che vanta una storia coinvolgente ma supportata da performance per lo più mediocri… con la solida eccezione di Osterfield e, in alcuni casi, di Graham e Macari.

Enola Holmes deve aver fatto capire a Netflix che c’è interesse per gli spin-off di Sherlock Holmes, ma Gli Irregolari di Baker Street è un tentativo opportunistico di portare un personaggio di fantasia popolare al fallimento. Sherlock, quando finalmente fa la sua apparizione in questa serie tv, si rivela non solo un essere umano terribile e un drogato che riesce a malapena a muoversi… ma ha pure perso i poteri che abbiamo apprezzato nella serie Sherlock. Watson invece è un bambino scontroso e maleducato. I due super investigatori vengono messi al tappeto da un gruppo di adolescenti.

Alcuni degli aspetti meno credibili di Gli Irregolari di Baker Street (perché Sherlock Holmes ha bisogno dell’aiuto di questi ragazzi per risolvere i suoi casi?) acquisiscono maggiore credibilità quando il mistero viene svelato. Ma gli altri si sono persi nel mondo parallelo. Gli indizi cadono in grembo alla banda in modo totalmente inopportuno. Quasi ogni “mostro” che Bea e gli altri incontrano vuole essere un dio. Ma quanti aspiranti dio ci sono in una zolla di terra geograficamente limitata? Tuttavia, ho trovato diversi casi di omicidio piuttosto interessanti, un po’ meno – anche se prevedibile – il triangolo amoroso tra Bea, Leo e Billy. Dopotutto Gli Irregolari di Baker Street si rivolge a un target adolescenziale e ha cercato di creare dei super giovani e tessere qualche storia amorosa, che tanto piace ai giovincelli. Ci sta. Se poi ci aggiungi un gergo anacronistico, alcune imprecazioni creative, il contributo della colonna sonora di artisti del calibro di SBTRKT e la serie tv riesce con successo a conferire al periodo un tocco tagliente e contemporaneo.

Ma sarà piaciuta ai più giovani?

La Recensione

Gli Irregolari di Baker Street

5 Voto

Gli Irregolari di Baker Street trova la sua forza in una trama avvincente. Invece di trascinare un mistero centrale in otto episodi della durata di quasi un'ora, Bidwell sceglie di concentrarsi su casi singoli. A causa degli elementi paranormali, le indagini si svolgono in modo diverso da quelle che abbiamo apprezzato in Sherlock, dove le minuziose osservazioni sbloccano una scatola di puzzle. Qui siamo più su un X-Files dell'era vittoriana. Purtroppo ci sono tanti buchi nella trama e la stessa non viene supportata da buone performance dei protagonisti. Devo dirti la verità: questa Londra vittoriana in stile moderno e fantascientifico non mi ha convinto tantissimo.

PRO

  • Alcuni singoli casi sono molto belli da seguire

CONTRO

  • Poco credibile
  • Performance scadenti

Recensione

  • Voto 5
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