Nella recensione di I Mitchell contro le macchine esaminiamo anche il rapporto padre e figlia, il vero plus di questo film Netflix

L’arrivo di I Mitchell contro le macchine su Netflix sembra la detonazione di una bomba animata: è un film delizioso, colorato, creativo e completo. In effetti, se dovessi scrivere una recensione super breve ti direi che è il primo grande film d’animazione uscito nel 2021. Diretto da Mike Rianda e co-diretto da Jeff Rowe, il film vede Abbi Jacobson nei panni di Katie, una ragazza che sta per andare al college, e Danny McBride, Maya Rudolph e Rianda rispettivamente come suo padre, sua madre e suo fratello minore Aaron. Tutti insieme organizzano un viaggio per accompagnarla a scuola. Diciamo che il viaggio è stata un’idea del papà. Quel tour però ha un imprevisto, tuttavia, quando una rivolta robotica minaccia l’intera razza umana.

Una delle scene più grandi e divertenti del film coinvolge la famiglia Mitchell che deve combattere un’orda di bambole Furby. Rianda in un’intervista ha spiegato come sono riusciti a convincere Hasbro a far distruggere un terrificante Furby ma che non è stato facile. Ha detto che loro hanno pensato che fosse una pubblicità gratuita dato che non riescono a vendere più i Furby come prima. È stata questa la leva per convincere Hasbro e pare che abbia funzionato.

Perché I Mitchell contro le macchine è un bel film?

Sin dal franchise “National Lampoon’s Vacation” degli anni ’80, il disfunzionale viaggio familiare si è guadagnato sempre un posto in prima linea in quel di Hollywood. Nella migliore delle ipotesi, offre semplici verità attraverso facili risate puntando un riflettore sui difetti familiari della nostra generazione. Nel peggiore dei casi, ci si ritrova con un film che offre poco in termini di risate e divertimento, ma questo non è il caso di I Mitchell contro le macchine. Questo film evita in gran parte i peggiori cliché del genere riuscendo ad essere un’avventura strappalacrime e assolutamente divertente.

Rick (Danny McBride) è il tipo di papà protettivo che regala alla sua famiglia un “cacciavite antiscivolo numero 3” per compleanni e anniversari e trova maggiore gioia nel costruire e riparare le cose piuttosto che vedere i progetti artistici di sua figlia. Non è per mancanza di interesse; Rick ha un cuore troppo grande per calpestare consapevolmente le ambizioni di Katie. Ma ogni volta che vede gli eccentrici film di Katie, ha paura che fallirà nella sua carriera creativa. Il loro attrito di lunga data porta a molte porte sbattute e sentimenti feriti e lascia Rick seduto da solo al buio a guardare vecchi film casalinghi, chiedendosi cosa sia andato storto nel loro rapporto.

I Mitchell contro le macchine è meravigliosamente sconfinato quando esplora la dinamica padre-figlia con Katie e Rick. Nel disperato tentativo di riaccendere la loro relazione, il goffo padre annulla il biglietto aereo di Katie per il college e decide di organizzare un mega viaggio con tutta la famiglia per portare la figlia a scuola.

Durante l’attraversata, il film trova anche il tempo di trattare un tema che ci vede strettamente coinvolti: “l’uso eccessivo dei cellulari e strumenti tecnologici in generale”. Lo fa attraverso la società di Mark Bowman (Eric Andre) della Silicon Valley, “PAL”. Un impero simile ad Apple e principale fornitore mondiale di smartphone. Il film richiama l’attenzione attraverso gli occhi di Rick, che pensa che i dispositivi ci sottraggano dalla reciproca compagnia.

Ha ragione?

Cosa non mi è piaciuto di I Mitchell contro le macchine?

L’antagonista principale, cioè lo smartphone abbandonato di PAL, non sembra molto coinvolgente. Il piano superficiale dei robot di lanciare la razza umana nello spazio così da creare una civiltà bot rende PAL un cattivo noioso. Per fortuna, il mix di animazione 2D e 3D inietta vivaci colori nello schermo. Abbaglianti effetti dei cartoni animati – i piani con storyboard disegnati a mano di Katie e gli scarabocchi del taccuino, i cuori multicolori fluttuanti e le lettere stilizzate che compongono le sue urla e le sue risate – sono davvero divertenti da vedere e si sposano molto bene con lo stile meme… che va tantissimo ora sul web. A volte il linguaggio visivo kitsch è troppo abusato, ma quando viene completato da altre finiture come le creature demoniache Furby, i film YouTube divertenti ed esplosivi di Katie e le sue riprese in viaggio, funziona alla grande.

Giudizio finale

Il folle viaggio dei Mitchell è interessante anche grazie ai personaggi di contorno: due droidi difettosi, Eric (Beck Bennett) e Deborahbot 5000 (Fred Armisen) disegnano espressioni facciali sulle loro visiere nere e adottano Linda come loro madre. Li ho trovati simpaticissimi e stra divertenti. Così come i vicini influencer dei Mitchell, i Poseys, che riescono a mettere in risalto i problemi della famiglia Mitchell e darci qualche spunto in più su cui riflettere. Ma il vacillante rapporto padre-figlia è ciò che rende veramente notevole questa fiaba e che la rende il miglior film d’animazione uscito nel 2021… per ora.

Per saperne di più su I Mitchell contro le macchine

La Recensione

I Mitchell contro le macchine

8 Voto

Il folle viaggio dei Mitchell è interessante anche grazie ai personaggi di contorno: due droidi difettosi, Eric (Beck Bennett) e Deborahbot 5000 (Fred Armisen) disegnano espressioni facciali sulle loro visiere nere e adottano Linda come loro madre. Li ho trovati simpaticissimi e stra divertenti. Così come i vicini influencer dei Mitchell, i Poseys, che riescono a mettere in risalto i problemi della famiglia Mitchell e darci qualche spunto in più su cui riflettere. Ma il vacillante rapporto padre-figlia è ciò che rende veramente notevole questa fiaba e che la rende il miglior film d'animazione uscito nel 2021... per ora.

PRO

  • Il rapporto padre figlia ti tiene incollato allo schermo
  • Gli effetti sullo schermo arricchiscono la scena

CONTRO

  • PAL non è così emozionante come cattivo

Recensione

  • Voto 8
Exit mobile version