Recensione dei primi 2° episodi di Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, il prequel di Amazon

Galadriel Il Signore degli Anelli Gli anelli del potere

Il Signore degli Anelli Gli anelli del potere Morfydd Clark (Galadriel) Credit: Ben Rothstein/Prime Video

Ci sono ottimi modi per fare un prequel e Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere ne evita alcuni. Inserisce sei o sette cose che tutti ricordano della famosa trilogia di film, stuzzica il pubblico su misteri che non sono misteri e manda il personaggio migliore verso una deviazione inutile. Ovviamente mi riferisco all’elfo Galadriel (Morfydd Clark) che trascorre la premiere dicendo alle persone di preoccuparsi di Sauron. In risposta, le persone le dicono di non preoccuparsi per Sauron. Il succo di questi episodi è questo qui: occorreva spendere un miliardo di dollari per comunicare questo?

Certo, le immagini sono fiabesche e spettacolari, in più ho apprezzato il modo in cui i creatori hanno deciso di omaggiare alcune terre desolate viste nei film ma, in una serie TV basata su Il Signore degli Anelli, mi sarei aspettato qualcosa in più.

Questa recensione si riferisce ai primi due episodi di Il Signore degli Anelli: gli anelli del potere. Il giudizio potrebbe essere diverso dopo aver visto l’ultimo episodio della prima stagione.

JRR Tolkien immaginava Galadriel come un’immortale in procinto di lasciare un giardino paradisiaco soleggiato perché bramoso di “vedere le vaste terre incustodite” della Terra di Mezzo e “governare lì un regno a suo piacimento”. Cate Blanchett l’ha interpretata nel film di Peter Jackson in cui sembrava una sorta di strega impegnata per la giustizia. La nuova serie Prime Video la vendica ed esalta il suo personaggio. Millenni prima di Gollum, Galadriel è il “Comandante degli eserciti del Nord” e “il Guerriero delle Terre Desolate”. Dopo la morte di suo fratello, giura vendetta a Sauron. Sospetta che la sconfitta di Sauron non sia del tutto avvenuta. La maggior parte degli altri elfi pensa che Sauron sia stato sconfitto per sempre. Un tenente elfo la implora di terminare la ricerca e di tornare a casa, perché la loro squadra di ricerca si sta avvicinando a una terra “dove persino la luce del sole ha paura di camminare”. Questa non è l’unica battuta accidentalmente divertente, ma è la più sfacciatamente stupida. Uhm, signor tenente elfo, dove dovresti cercare un mostro malvagio se non in quella terra desolata?

In Il Signore degli Anelli: gli anelli del potere ci sono molti richiami alla trilogia cinematografica.

Elanor “Nori” Brandyfoot (Markella Kavenagh) assomiglia persino al Frodo di Elijah Wood con i suoi occhi spalancati e i capelli folti – e il viaggio della piccola Hobbit pelopiede inizia con l’arrivo di un estraneo barbuto (Daniel Weyman). In Le due Torri, Jackson ha trasformato un viaggio nella Moria sotterranea in un’opera rock d’azione e horror. Qui il regno dei nani è più fiabesco. Vediamo un principe nano che si lamenta con un elfo perché questo si è perso il suo matrimonio. Dwarven Durin (il principe) e sua moglie Disa forniscono un po’ di calore e sollievo comico alla serie, un po’ quello che faceva Gimli nella trilogia.

L’unico filo che sembra essere nuovo nella saga riguarda Arondir (Ismael Cruz Córdova) e Bronwyn (Nazanin Boniadi), personaggi che si ritrovano in una terra contesa. Lui è un elfo che sorveglia umani indisciplinati che lo chiamano con nomi sgradevoli del tipo “Orecchie di coltello”. Lei è una mamma single le cui dolci chiacchierate con Arondir causano scompiglio sociale. Le tensioni sono generazionali. Arrondir ricorda quando la gente del posto combatteva per il male. La stessa gente ricorda però il modo in cui venivano schiavizzati dagli elfi.

Non credo che Tolkien volesse che i suoi elfi sembrassero un po’ fascisti. Gli anelli del potere diversifica casualmente le sue razze immaginarie, una decisione di casting normale nel fantasy contemporaneo. Ma a differenza, diciamo, di House of the Dragon, questa serie prende brevemente sul serio anche il razzismo del mondo fantastico. Agli umani non piace Arrondir. I Peloipiedi temono tutti gli altri. “Cosa ti hanno mai fatto gli elfi?” chiede Galadriel al nervoso Halbrand (Charlie Vickers), un umano in fuga da un passato brutale.

La saga di Tolkien era anti-industrializzazione, il che rende esilarante il fatto che Gli Anelli del Potere sia un prodotto Amazon. Gran parte della stampa ha vorticato intorno ai costi di produzione, ma se un budget enorme aiutasse questa serie TV a brillare, di sicuro non mi lamenterei dei costi di produzione. Sicuramente, per ora, quei soldi non sono stati spesi al meglio. Gli showrunner JD Payne e Patrick McKay non mostrano alcun istinto per il ritmo. Alcuni personaggi sembrano teletrasportarsi per lunghe distanze, mentre altri camminano lentamente tra i villaggi (nonostante i cavalli). Un grande attacco in mare sembra incompiuto, introducendo una massiccia minaccia che viene rapidamente dimenticata. Il regista JA Bayona trova isolati momenti di grandiosità, ma le riprese con l’elicottero sono veloci e ripetitive. I combattimenti non sono all’altezza di Walking Dead e i tagli frequenti a una mappa esplicativa sono più divertenti che informativi.

Amazon ha messo a disposizione solo i primi due episodi. Quindi aggiornerò questa recensione quando completerò la serie TV. Le nuove puntate potrebbero sorprendermi.

Ai primi due episodi ho deciso di dare 7 e qui sotto ti spiego il perché. Sicuramente mi sarei aspettato di più da questa serie ma il materiale iniziale non è sicuramente da buttare.

La Recensione

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere

7 Voto

Negli ultimi 20 anni, la trilogia de Il Signore degli Anelli si è radicata nella cultura pop tradizionale, dai meme sul non entrare a Mordor alle espressioni di Gollum. Alcuni non hanno mai lasciato la Terra di Mezzo mentre altri personaggi meritavano di tornare e prendersi il loro spazio. Tra questi Galadriel (interpretata da Morfydd Clark). Un incontro con un troll delle nevi è sufficiente per trasformarla in un eroe della terra di mezzo. La serie adotta lo stile visivo dei film. I primi due episodi vantano ampie riprese su montagne innevate, pianure aperte e splendide architetture elfiche. Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere utilizza lo stesso tipo di gradazione del colore che fa brillare d'oro sia Gran Burrone che il Lindon. La serie dovrà sicuramente fare i conti con un problema familiare tra i prequel: la lotta tra il bene e il male non culminerà con la vittoria che ha contribuito a rendere LOTR un cibo di conforto della cultura pop in tempi incerti. Non importa come si svilupperà la serie nelle prossime cinque stagioni, Sauron tornerà.

PRO

  • Immagini sempre splendide
  • Alcuni personaggi e ambientazioni non sono più tristi o desolate come nella trilogia cinematografica

CONTRO

  • Il ritmo non funziona
  • I creatori hanno fatto scelte strane

Recensione

  • Voto 7
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