Joy (Film 2015). La recensione con voto e trailer. Il dramma con una tenace Jennifer Lawrence.

Joy Recensione Film 2015 - Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence nel film Joy

Titolo: Joy

Regista: David O. Russell

Cast: Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro, Elisabeth Rohm, Edgar Ramirez, Virginia Madsen, Diane Ladd, Jimmy Jean-Louis, Erica McDermott

Anno: 2015

Genere: Drammatico

Durata: 124 minuti

Paese: USA

Quando una donna prova a cambiare le cose…

Dopo Silver Linings Playbook e American Hustle, il regista David O. Russell torna a lavorare con Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Robert De Niro in un film biografico insolito che ripercorre le gesta di una donna che ha inventato il Miracle Mop, uno strumento usato per le pulizie di casa. E’ un film così eccentrico che è destinato a dividere il pubblico, ma è bello e caratterizzato da uno stile cinematografico inventivo di Russell. In più gira attorno a una storia vivace che ci guida su come raggiungere veramente il sogno americano.

Il film parte abbastanza lento con l’introduzione della famiglia di Joy.

Le storie vengono narrate dalla nonna di Joy “Diane Ladd”. Ovviamente la protagonista è Joy Mangano (Jennifer Lawrence), che è l’unica persona razionale della sua famiglia, è lo è stata sin da bambina. E’ meno ragionevole suo padre Rudy (De Niro) che lascerà la casa dopo il fallimento del suo secondo matrimonio, e la madre Terry (Virginia Madsen) fa ben poco, anzi, guarda la sua soap opera preferita. Poi c’è l’ex marito di Joy, si chiama Tony (Edgar Ramirez), ed è un ragazzo che vive in un seminterrato mentre prova a perseguire il suo sogno di diventare una pop star. Joy ha anche una sorella (Dascha Polanco), che combina pasticci in tutte le cose che fa. Nonostante tutto, Joy prova a crescere i suoi tre figli ed un giorno avrà un lampo di genio e creerà una scopa per le pulizie che la farà diventare ricca. Anche se la battaglia all’inizio sarà in salita, ma poi le cose andranno meglio, e conoscerà un bel ragazzo di nome Neil (Bradley Cooper), che gestisce un nuovo marchio commerciale chiamato QVC.

La storia si estende su circa 40 anni, durante i quali Russell mostra allegramente il caos presente nella famiglia di Joy giocando con la cinepresa e dando attenzioni alla soap opera che guarda costantemente Terry. Delle persone intorno a Joy, solo la nonna, Tony e la sua amica d’infanzia Peggy (Elizabeth Rohm) credono in lei. Così, anche se la nuova fidanzata di suo padre (la favolosa Isabella Rossellini) investe nella sua scopa, nessuno pensa che lei riuscirà a raggiungere un grande successo commerciale. Ciò significa che il viaggio di Joy passa su una serie di ostacoli a volte scandalosi sia all’interno che all’esterno della sua cerchia. E, naturalmente, il più grande ostacolo è il suo genere, perché quasi nessuno accetta l’idea che lei in realtà potrebbe essere un genio.

Il cambio di Jennifer Lawrence si fa sentire in Joy

Russell assembla il film molto liberamente, integrando un’energia gioiosa, così come Joy che rifiuta di essere abbattuta. Lawrence è semplicemente meravigliosa nel ruolo, trovando strati profondi della resilienza e della personalità in ogni scena mentre disegna texture vivaci nella sua interazione con gli altri personaggi. Lawrence titola un grande cast e ancora una volta ha grande chimica con il collega Russell e gli abituali De Niro e Cooper. Da segnalare l’interpretazione di Isabella Rossellini, che quasi ruba lo show a Lawrence con la sua performance esilarante e demenziale nella sua parte di fidanzata del padre di Joy, Rudy Trudy.

Forse il merito del salvataggio di Joy e della sua trama – una povera donna delusa dalla famiglia che prova a vendere una scopa di plastica non suona molto entusiasmante sulla carta – va alle donne del film. I titoli di apertura del film riferiscono di Joy come una storia “tra le tante” di donne che hanno cambiato il modo di vivere, e Lawrence, Rossellini, e Ladd interpretano una serie di donne con punti di vista diversi sulla famiglia e opportunità in America. Ladd è il cuore del film ed il suo personaggio ispira costantemente Joy per raggiungere uno stile di vita migliore. La prestazione di Lawrence trasmette quanto sia difficile per una donna andare avanti con mille problemi. Questa performance porta il film alla vita. Quando Lawrence si getta nel personaggio trasmette al pubblico un senso di lotta che devi avere se vuoi sfondare tra le grandi imprese americane. Appena Lawrence prende il timone del film, Joy si assesta per un’esperienza cinematografica coraggiosa e divertente. Lawrence regala una delle sue migliori performance, ma come Joy esuberante. Lei porta la scintilla della giovinezza e la tenacia di una donna che ha sostenuto una famiglia per anni senza ottenere nulla in cambio. Lawrence mette tanta fame nel suo personaggio ed equilibra il film. Lavora perfettamente in armonia con la commedia nera della sceneggiatura ed il brio sfrenato di Russell, dimostrando che lei e Russell sono davvero una delle migliori combo attore-regista della loro generazione, anche se Joy non è il miglior film che hanno fatto insieme.

Joy mi ricorda un altro film. Non è un film di David O. Russell. Joy richiama alla mente un film spesso diffamato del 2005, che in realtà è molto meglio di ciò che la gente pensa. Quel film è Elizabethtown di Cameron Crowe. Elizabethtown, come Joy, è un film che non si deve necessariamente rimpiangere ma è roccioso, selvaggiamente irregolare, ed i primi trenta minuti sono abbastanza terribili così come lo sono in Joy. Ma se riuscirete a sopravvivere all’apertura atroce di Elizabethtown, scoprirete che il film è in realtà abbastanza guardabile. Idem Joy, che dà sui nervi per il primo atto ma poi si stabilisce e diventa piacevole ed abbastanza gratificante.

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La Recensione

Il Verdetto

7 Voto

Joy mi ricorda un altro film. Non è un film di David O. Russell. Joy richiama alla mente un film spesso diffamato del 2005, che in realtà è molto meglio di ciò che la gente pensa. Quel film è Elizabethtown di Cameron Crowe. Elizabethtown, come Joy, è un film che non si deve necessariamente rimpiangere ma è roccioso, selvaggiamente irregolare, ed i primi trenta minuti sono abbastanza terribili così come lo sono in Joy. Ma se riuscirete a sopravvivere all'apertura atroce di Elizabethtown, scoprirete che il film è in realtà abbastanza guardabile. Idem Joy, che dà sui nervi per il primo atto ma poi si stabilisce e diventa piacevole ed abbastanza gratificante.

Recensione

  • Voto Globale 7
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