Gerard Depardieu su Netflix con una vecchia commedia: la recensione di Buffet freddo

Buffet freddo

Netflix rivela la formula di una piattaforma vincente non solo per la sua capacità di offrire film da Oscar e serie vincitrici di premi, e nemmeno solo per la propria produzione di contenuti originali ed al passo coi tempi. Palesa, altresì, il suo potenziale rimettendo in circolo commedie come Buffet freddo, un film degli ultimi anni ’70 ma con un Gerard Depardieu irriverente e divertente come al giorno d’oggi.

La trama

Il protagonista di Buffet freddo è Alphonse, interpretato da Gérard Depardieu, un uomo che vedremo sempre allo stesso modo: col suo cappotto grigio e i suoi jeans arrotolati sul fondo, con un’espressione tetra sul volto.

Fin dalla prima scena si è introdotti in un’atmosfera cupa e misteriosa ma, nello stesso frangente, affascinante: Alphonse incontra un uomo in una desolata stazione metropolitana, che così tanto spazio occupa nell’immaginario di film come questo, ambientati a Parigi. A colpire è l’insistenza con cui Alphonse vuole attaccare bottone con uno sconosciuto nonché unico ospite del metrò, semplicemente per parlare, perché la gente non parla più. Il film, che sembra in questo inizio sensato e comprensibile, è spiazzante dopo ben pochi minuti, quando il protagonista ritrova quest’uomo assassinato dal suo stesso coltello, e i due hanno la prima di una lunga serie di conversazioni surreali, definendo l’effetto della morte che sta per sopraggiungere come un lavandino che si svuota.

Alphonse, l’ispettore di polizia e lo strangolatore seriale

Alphonse è un uomo sulla quarantina, disoccupato, vive con la moglie in un enorme palazzo della Défense come unici inquilini. Unici, si intende, finché non vi si stanzia un nuovo ospite, l’ispettore di polizia Morvandieu, di cui veste i panni lo stesso Bertrand Blier, regista del film, e a cui Alphonse tenta di raccontare l’omicidio a cui aveva assistito in metropolitana invano, perché l’ispettore stava cenando e non era dunque in servizio, dimostrando fin da subito la poca considerazione del suo ruolo sociale. Passa poco tempo e verrà assassinata anche la moglie, ed ecco che prende corpo la strana amicizia tra l’ispettore, Alphonse e l’uomo che ha strangolato sua moglie. Da questo punto in poi si instaura, nel film, una lunga serie di omicidi surreali, a cui i tre assistono e partecipano.

Il surrealismo di Bertrand Blier

Il regista di Buffet freddo è Bertrand Blier, figlio del famoso attore francese Bernard Blier, e lo stile dei suoi lavori è sempre stato contraddistinto da un umorismo nero e provocatorio. Anche in questo film, infatti, Blier ci fa intraprendere un viaggio nell’assurdo della violenza dei bassi fondi, della miseria e di vite vuote. Il tutto è condito con dialoghi acuti e toni gridati.

Le denunce e i riferimenti sono molti, come quando durante la cena con la moglie quest’ultima gli chiede perché mangiare col cappotto, facendola sembrare una visita, e Alphonse le risponde:

“Siamo tutti in visita. Siamo turisti che prima o poi se ne vanno. Vale la pena di togliersi il cappotto? A che pro? Per morire assiderato prima del tempo?”

Nell’illogico e nelle risate, si sfiorano con ironia molti temi: la solitudine della scena iniziale, che attraversa la società avvolta sempre più nella sfera dell’individualismo; la paura e la non sicurezza di girare di notte da soli, ironizzando su morti e crimini che si verificano come se le vittime passassero dalla loro posizione a coloro che “se lo sono meritati”; la crudezza della verità, che si rivela in modo estremo quando viene detta senza filtri; l’amicizia che, in fondo in fondo, non è altro che un rapporto di convenienza reciproca; il tempo vuoto da riempire;

La giustificazione della morte delle vittime? Un completo no-sense dello strangolatore seriale di donne, il terzo amico del gruppo:

“È questo cemento a farci impazzire! Gli appezzamenti vuoti! L’ambiente alienante che ci circonda! Questa città mostruosa! Senz’anima! Voglio vedere gli alberi. E sentire gli uccellini cantare! Per questo uccido le donne sole! Nell’istante in cui muoiono… ho l’impressione di sentire il cinguettio di un uccellino. Come se stessi passeggiando in un bosco. Come se stessi prendendo aria…”

Non sarà infatti il ritrovo con la natura a guarire nessuno dei tre, nemmeno quando si ritroveranno liberi in una baita di campagna, di cui si lamenteranno del freddo, dell’umidità, dei fughi, del vino acido, della canna fumaria sporca, della muffa, del casino infernale che fanno gli uccellini… definendo in ultima battuta stronza la natura, dove avrà epilogo la loro triste e assurda vita.

Perché guardarlo

Il regista e protagonista di Buffet freddo, Bertrand Blier

Buffet freddo di Bertrand Blier è un film diverso dal solito, sicuramente differente dall’offerta a cui Netflix ci ha abituati. L’humor nero non va più molto di moda e, se aggiungiamo l’ironia francese, è un prodotto artistico sicuramente da leggere fra le righe, per coglierne tutte le sfumature. Un film di quasi cinquant’anni fa, per vivere una serata diversa con un’atmosfera suggestiva e illogica fino in fondo.

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La Recensione

Buffet freddo

6 Voto

Buffet freddo racconta la storia di tre uomini, diventati amici in circostanze oscure, che assistono e prendono parte a una lunga serie di omicidi illogici.

PRO

  • Umorismo sottile e tagliente.

CONTRO

  • I toni gridati sono attraenti all'inizio ma, a lungo andare, si rivelano ripetitivi.

Recensione

  • Voto 6
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