La spada nella roccia, il cartone della Walt Disney. Leggi la recensione.

La spada nella roccia recensione cartone

La Spada Nella Roccia - Higitus Figitus


TITOLO: La spada nella roccia

TITOLO ORIGINALE: The Sword in the Stone

REGIA: Wolfgang Reitherman

PAESE: USA

ANNO: 1963

GENERE: animazione, musicale, avventura, fantastico, commedia

DURATA: 79 minuti

 

 


 

DOPPIATORI ORIGINALI: Sebastian Cabot, Karl Swenson, Rickie Sorensen, Junius Matthews, Ginny Tyler, Martha Wentworth

DOPPIATORI ITALIANI: Giorgio Capecchi, Emilio Cigoli, Bruno Persa, Massimo Giuliani, Lauro Gazzolo, Lydia Simoneschi


TRAMA: Inghilterra. VI secolo. A seguito della morte del re Uther Pendragon, il popolo rimane senza un erede al trono, condannando così il territorio ad una guerra anarchica. Improvvisamente, però, appare a Londra una misteriosa spada infilzata in una roccia che porta sopra di sé una scritta. Tali versi dichiarano che chiunque riuscirà ad estrarre la spada dalla roccia, diverrà re d’Inghilterra. In molti ci provano ma nessuno riesce nell’obiettivo e così la leggenda viene dimenticata.
Molti anni dopo, il popolo, stanco di non avere un punto di riferimento, decide di organizzare un torneo proclamando re il vincitore. Cominciano così gli allenamenti da parte di tutti i giovani aitanti bramosi di potere. Tra questi vi è anche Caio, strafottente cavaliere di provincia, che viene preparato dal padre Sir Ettore e affiancato dallo scudiere Artù, detto Semola, ovvero il fratello adottivo.
La vita del piccolo orfano è alquanto triste e modesta fino a quando il suo destino si incrocia con quello di Merlino, il mago più saggio del mondo. Quest’ultimo si offre di fare da maestro ad Artù, poiché è fermamente convinto che al giovane serva un istruzione per poter crescere nella giusta maniera. E, dopo aver convinto il tutore Sir Ettore, può finalmente iniziare ad educare il ragazzo. Le sue lezioni sono molto originali e ben pensate: tramuta se stesso e Semola in differenti animali per poter capire meglio certi concetti scientifici di base, come il movimento o la forza di gravità. Tutte queste avventure sono ricche di insegnamenti ma anche di pericoli e momenti di panico che, però, i due affrontano egregiamente, anche con l’aiuto di Anacleto, compagno volatile di Merlino.
La storia si conclude nel giorno di Capodanno quando, al torneo, Artù dimentica la spada del suo cavaliere ed è costretto a cercarne un’altra per compensare la sua dimenticanza. Egli estrarrà la spada nella roccia, dimostrando a tutti il suo importante destino, verrà proclamato Re d’Inghilterra, nonostante la giovane età, e sarà per sempre consigliato dal fidato amico, mago Merlino.

“Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda!”
“Tavola rotonda?”
“Perché…la preferisci quadrata, forse?”
“Oh no, rotonda mi sta bene”

La spada nella roccia recensione cartone – Mago Merlino incorona Re Artù

 

 


 

COMMENTO: La spada nella roccia è un cartone della Walt Disney risalente al lontano 1963. Nonostante gli anni e nonostante i vari film o le varie saghe uscite nei decenni riguardanti la leggenda di Re Artù, il film d’animazione Disney non smette di accompagnare le generazioni. Ad ammaliare le genti è senza ombra di dubbio la costruzione dei personaggi. Sebbene il protagonista della storia sia Artù, detto Semola, ad attirare tutta l’attenzione è il genitore di tutti i maghi saggi e con la barba da hipster migliore sul pianeta, ladies and gentlemen, MAGO MERLINO. Il mago di buon cuore, saggio, altruista ma al tempo stesso un po’ permaloso e bacchettone, è il fuoco d’artificio del cartone. A lui si rifanno personaggi epici e leggendari come Albus Silente (in Harry Potter) e Gandalf (in Il Signore degli Anelli), caratterizzati tutti da questi particolari fisici e di abbigliamento: tunica (pezzo unico), lunga e larga e cappello vintage con punta imbarazzante.
Mago Merlino non solo insegna al giovane Artù come la saggezza e la sapienza siano due doti essenziali ben più importanti ed utili dei muscoli (il nostro mago avrebbe molto da ridire sui palestrati del giorno d’oggi) ma è anche fonte di intrattenimento e di risate grazie alla sua comicità vecchio stile e al suo modo di dire le cose.

“Ma signore, io non ho problemi”
“Oooh, fandonie! Tutti hanno dei problemi, il mondo è pieno di problemi!”

Bellissime le gag costruite appositamente sugli svantaggi dell’avere la barba così lunga: rimane incastrata ovunque e lo porta spesso e volentieri a fare brutte figure.
Ma ancora più geniale puntare la sua ironia su battute mostranti le differenze tra passato (Medioevo in cui vivono durante la storia) e futuro (i giorni nostri che lui, essendo un mago, ha conosciuto).

“Tempi oscuri davvero.. e maledettamente scomodi! Niente idraulica… niente elettricità… niente di niente!”

Ma anche:

“Grandi notizie, eh? Non posso aspettare di leggerle sul Times, la prima edizione uscirà solo tra… 12 secoli!”

A fare da spalla a questo meraviglioso personaggio è Anacleto, gufo domestico tremendamente irascibile e permaloso. Il Brontolo fatto animale. Se inizialmente si dimostra scettico e titubante sul giovane Semola, con il trascorrere del tempo, Anacleto finirà di fatto per affezionarsi al ragazzo, fino ad aiutarlo e ad istruirlo lui stesso.

“Artù: Oh, che bel gufo impagliato!
Anacleto: Oh, i-i-i-im-im-impagliato?!? Bada a come parli!
Artù: Ma è vivo! E parla!
Anacleto: Eh! Eh, eh, eh, eh! E sicuramente molto meglio di te!”

Altro personaggio eccentrico è quello di Maga Magò, strega brutta, malvagia e praticante la magia nera (credo viva ancor oggi con le sembianze della mia professoressa di latino della prima liceo).
Incontriamo la vecchia megera quando Artù, sotto forma di uccello, finisce erroneamente nella sua casa. Ella vuole distruggerlo ma interviene prontamente Merlino che viene poi costretto ad affrontare un duello di magia. Tale scontro consiste in una gara all’ultimo sangue: i due duellanti devono tramutarsi in animali e tentare di sopraffarsi l’un l’altro. Nonostante sia proprio Maga Magò a dettare le regole, è proprio lei la prima ad infrangerle, obbligando così Merlino ad una scelta astuta e provvidenziale: batterà lei, in versione drago, diventando un germe che la contagerà, ammalandola.

“Maga Magò: Ora, se non ti dispiace, per prima cosa detterò io le regole.
Anacleto: Regole un corno! Aha! Vuole regole per il piacere di infrangerle!
Maga Magò: Mi occuperò di te più tardi, brutto barbagianni! Regola uno: niente minerali o vegetali, solo animali. Regola due: non cose immaginarie come… draghi verdi e roba simile. Regola tre: non scomparire!
Merlino: Regola quattro: non barare.”

A fare da contorno all’intera vicenda (non descriverò il giovane Artù perché tanto lo conosciamo tutti), vi è la sua famiglia “adottiva”: Sir Ettore, burbero e dispotico padrone del castello e suo figlio, Sir Caio, strafottente e altezzoso.
Se quest’ultimo non ci è molto simpatico già da principio (è quello che Merlino definirebbe tutto muscoli niente cervello), Sir Ettore, al contrario, attira le simpatie. E’ un finto cattivo dal momento che spesso pare severo nei confronti di Semola ma alla fine lo riconoscerà come suo Re e obbligherà anche il figlio ad inginocchiarsi. Inoltre, per tutta la durata del film, chiama Merlino “Martino”, e ciò rende tutto MOLTO SIMPATICO (come direbbe il Moratti imitato dagli Autogol).

Anche la colonna sonora è all’altezza del film d’animazione: indimenticabile, per esempio, la canzone cantata da Merlino mentre prepara la valigia alla Mary Poppins o, anche, quella sull’amore cantata mentre è sotto le sembianze di un vecchio scoiattolo:

“E’ una sensazione di imparità, uno strano tramestio, perdi la ragione e poi là per là, senti un gran scombussolio. E’ inutile resister, lei non ti molla più, continuerà ad insister: il suo “lui”ora sei tu. E’ una dura collutazion, è di colpi senza esclusion…non c’è logica spiegazione ad una tal disturbazione, niente ti scompisciola, ti scombuzza di più.
Non c’è logica spiegazione ad una tal disturbazione, niente ti disgretola, ti scombuzzola, ti scompiffera, ti rimestola, ti scompisciola, ti scombuzza di più!”

Insomma, tra lezioni di fisica e scienze, lezioni sulla storia, cenni storici vari e importanti massime sull’amore, LA SPADA NELLA ROCCIA dimostra di essere un sempre valido cartone nonostante la vecchia annata. Assolutamente da non perderselo.

“Ce l’hai fatta, ce l’hai fatta, ma non puoi sempre contare sulla fortuna”

[review]

La spada nella roccia recensione cartone – mago Merlino

La Recensione

Il Verdetto

9 Voto

Insomma, tra lezioni di fisica e scienze, lezioni sulla storia, cenni storici vari e importanti massime sull’amore, LA SPADA NELLA ROCCIA dimostra di essere un sempre valido cartone nonostante la vecchia annata. Assolutamente da non perderselo.

Recensione

  • Voto Globale 9
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