“Buttare l’amore”: la sigla perfetta per “Le fate ignoranti”

Intensa, drammatica, vera: "Buttare l'amore" di Mina non è solo la sigla de "Le fate ignoranti", ma è anche una poesia che esprime l'elemento centrale attorno cui ruota l'intera serie.

Buttare l'amore sigla le fate ignoranti

Disponibile alla visione sulla piattaforma Disney plus dal 13 aprile, “Le fate ignoranti” è una serie di otto episodi nata come reboot dell’omonimo film del 2001. Alla regia di entrambe le opere si trova Ferzan Ozpetek.

La trama de “Le fate ignoranti” ruota attorno alla figura di Antonia (Cristiana Capotondi), che, in seguito alla morte del marito Massimo (Luca Argentero), scopre la vita nascosta di lui, un’esistenza colorata nella quale dominava l’amore per un uomo, Michele (Edouardo Scarpetta). Piano a piano, Antonia entrerà a far parte di quel mondo eclettico, che non avrebbe mai pensato potesse appartenerle.

Rispetto al film, la serie si concentra maggiormente sugli eventi precedenti alla storia vera e propria narrata nell’opera prima, analizzando in modo più approfondito il passato dei protagonisti, ognuno con i propri drammi interiori.

La sigla de “Le fate ignoranti”: “Buttare l’amore” di Mina

Il regista Ferzan Ozpetek, si sa, ama collegare alle sue opere una canzone chiave che li possa ricordare, e in qualche modo esprimere.
Per la serie de “Le fate ignoranti“, si è affidato ad una delle più amante e famose cantanti italiane: Mina.
Su di lei, Ozpetek ha affermato:

“È una persona dalla quale sono dipendente. Ha sempre letto le mie sceneggiature, mi ha supportato e corretto, e adesso mi ha regalato questa canzone”.

La canzone in questione è “Buttare l’amore“, e rappresenta la seconda collaborazione – dopo “Luna Diamante” presente nel film “La Dea fortuna” – tra Mina e Ozpetek i quali, come si è visto, sono più che semplici colleghi, bensì veri e propri amici.
Essa racconta l’ineluttabile declino di una relazione, all’interno della quale non si riesce più a trovare alcun appiglio di salvezza, e forse neanche di amore, che viene simbolicamente “buttato” via.
Manca qualcosa, nella coppia di cui Mina canta. Qualcosa che la donna non riesce a capire cosa sia, ma non ha paura di chiederlo, né di saperlo.
Forse, però, l’assenza di quel coinvolgimento e di quella passione è dovuta alla presenza di un’altra persona (“ora lo so cosa cerchi di più, ma non sono io“), che probabilmente non è attualmente presente nella vita di colui al quale viene cantata la canzone (“forse non c’è più passione perché sei soltanto mio, prima c’era lei, ora solo noi) ma la cui esistenza, il cui esserci stata, ha lasciato nel cuore dell’individuo che l’ha amata un’orma profonda in grado di modificare per sempre il funzionamento di esso, impedendogli di innamorarsi totalmente e incondizionatamente della sua attuale partner. A quest’ultima non rimane nulla da fare che guardare dall’esterno, come fosse una semplice spettatrice, il lento e inesorabile declino della propria relazione.

Testo della canzone

Ora lo so cosa cerchi di più
Ma non sono io
Vedi cos’è quel difetto di te che ci limita
forse un’altra me, ti accontenterà

Dimmelo tu cosa manca di più, posso farcela
forse non c’è più passione perché sei soltanto mio
prima c’era lei, ora solo noi

E così, io ti guardo buttare l’amore
resto qui e finisco per farmi del male
passerà, serviranno altre mille persone
e va bene così

Anche se poi tutto quello che vuoi potrei dartelo
affari miei se decido di no, sono libera
quello che farei, non te lo dirò mai

Stupido sai chi si mette nei guai per un brivido
ti tradirei, non ti credere mai, non giurarmelo
forse ti amerei, se non fossi io

E così, io ti guardo buttare l’amore
resto qui e finisco per farmi del male
passerà, serviranno altre mille persone
e va bene così.

Perchè “Buttare l’amore” è una canzone perfetta per la serie

Buttare l’amore” si addice perfettamente a “Le fate ignoranti“, non tanto al fine di esprimere un senso di perdita della passione e dell’amore di coppia (Massimo ha un bellissimo rapporto con la moglie, nonostante il suo cuore non appartenga soltanto a lei), ma più che altro di raccontare in musica l’atto di “buttare l’amore” commesso proprio da Massimo stesso.

Massimo infatti mente alla moglie, le nasconde la seconda vita che conduce, non le nomina mai la propria storia con Michele. Fa però la stessa cosa anche con quest’ultimo: non gli rivela di essere sposato, tant’è che Michele lo apprende solo in un secondo momento da un amico.
Massimo tace ad entrambi la verità per un motivo semplicissimo: è confuso dei sentimenti che prova, perché lui ama intensamente sia Antonia sia Michele, e ha paura di perderli se rivelasse loro come stanno davvero le cose. In tal modo, però, non si accorge di far soffrire – talvolta anche indirettamente – le due persone che ama di più, sia perché non riesce a dedicarsi pienamente e totalmente né all’una né all’altra, sia soprattutto perché mette entrambe nella condizione di scoprire la verità d’improvviso, e, cosa peggiore, non dalla sua bocca, situazione che inevitabilmente genera in loro sconcerto e imbarazzo.

Il “buttare l’amore” di Massimo non è dunque una mancanza di attenzioni e sinceri sentimenti per Antonia e Michele, quanto più che altro uno sperperamento della fiducia (e la fiducia si sa, è una bellissima forma d’amore) che loro due, innamorati follemente di lui, ripongono nella sua persona.
Una fiducia che tuttavia, d’improvviso come un pensiero, viene perduta, quando è costretta a scontrarsi con il temibile muro della verità.

In qualche modo, però, la presa di coscienza circa la realtà delle cose rappresenta in un secondo momento (ovvero dopo essersi lasciati alle spalle la sorpresa, il dolore, e la rabbia di quell’importante segreto taciuto) anche un elemento benefico per i due amanti rimasti.
Perché il nuovo mondo in cui Antonia si trova di colpo coinvolta, le permette di conoscere persone che divengono ben presto per lei una sorta di nuova famiglia, ora che ha perso parte della sua, mostrandole un lato della vita del proprio compagno che per lui ha rappresentato tanto, ma che lei non conosceva.
Stessa cosa per Michele: l’apprendimento dell’esistenza di Antonia, la propria “accettazione” della donna e di ciò che ha rappresentato per il suo grande amore e il successivo incontro con lei, gli permette di ampliare la propria conoscenza di Massimo, vivendo attraverso gli occhi e i racconti della stessa Antonia quella che era la sua vita quotidiana, quello che era Massimo quando non era insieme a lui.

Così facendo, quell’ “amore buttato” da Massimo per i motivi descritti prima, fa solo un giro, e poi torna dai legittimi proprietari, trasformato in qualcosa di diverso, ma di ugualmente, meravigliosamente intenso.

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