Il monologo di Lorena Cesarini sul razzismo emoziona il pubblico del Festival di Sanremo

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Lorena Cesarini sul palco dell'Ariston

La protagonista della seconda serata del Festival di Sanremo è stata Lorena Cesarini. Come sappiamo, ogni sera, Amadeus è affiancato da una donna diversa nella conduzione della kermesse canora. Ieri sul palco dell’Ariston abbiamo assistito alle esibizioni degli artisti mancanti ed alla performance di Checco Zalone sull’omofobia che ha attirato le critiche. Lorena Cesarini è nata a Dakar (in Senegal), classe 1987, figlia di un italiano e mamma senegalese. La abbiamo potuta vedere ne Il professor Cenerentolo o in Suburra nei panni di Isabelle Mbamba, ma anche testimonial del profumo Voce Viva di Valentino.

Una bellissima ragazza che non passa certo inosservata grazie al suo bel viso ed al suo fisico perfetto, ma anche di grande talento come ha potuto dimostrare durante la sua vita professionale. A discapito di quanto si possa pensare, Lorena Cesarini non è mai stata vittima di atti di razzismo da ragazza, nonostante il colore della sua pelle, al contrario è sempre stata amata da tutti tanto che lei stessa si definisce una ragazza “romana de Roma”. Tutto, però, è cambiato nel momento in cui è stata annunciata la sua presenza al Festival di Sanremo, lo scorso gennaio: sarebbe diventata la prima ragazza di colore a condurre da quel palco. Ieri, in un monologo emozionante, ha voluto affrontare il tema del razzismo e dare un forte messaggio di integrazione, raccontando la sua esperienza e tutto quello che ha vissuto nell’ultimo periodo:

“A 34 anni scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, io resto nera. Fino ad oggi a scuola, all’università, al lavoro, sul tram anche, nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmelo. Invece appena Amadeus dà questa notizia, alcune persone hanno sentito proprio questa urgenza. Evidentemente per alcuni il colore della mia pelle è un problema, al punto che hanno voluto dirlo a tutti”.

Lorena Cesarini co-conduttrice del Festival di Sanremo

L’attrice ha poi letto alcuni dei numerosi messaggi che ha ricevuto in questi mesi sui social network. C’era chi insinuava che fosse stata scelta solo perché era una ragazza di colore, chi era convinto che non meritava questo posto sul palco dell’Ariston poiché non abbastanza famosa. Parole che, inizialmente, hanno ferito Lorena e l’hanno fatta arrabbiare poiché non era abituata a subire queste inutili critiche. D’altronde non poteva essere diversamente, ma poi ha capito che non aveva senso rimanerci male e che doveva trovare la forza per andare oltre e dimostrare a tutti, anche a chi ancora non la conosceva, il suo valore, nonostante questo però:

“Ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché alcuni sentono la necessità di pubblicare certi post? Perché alcuni si indignano per la mia presenza? Perché c’è della gente che ha un problema con il mio colore della pelle? Io ora non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace. Sono una che legge e che si informa, cerco di chiedermi perché”.

Lorena Cesarini ha poi letto alcuni passi de Il razzismo spiegato a mia figlia, un libro di Tahar Ben Jelloun uscito nel 1998. L’emozione non è mancata, ma la ragazza è riuscita a portare a termine il suo monologo chiedendosi:

“La cosa più importante è chiedersi perché, per andare verso la libertà da frasi fatte, giudizi precostituiti, insulti, giudizi sul tram”.

Anche in questo caso, il pubblico del Festival di Sanremo si è diviso in due fazioni: da una parte Lorena Cesarini ha ottenuto applausi e complimenti per aver avuto il coraggio di portare sul palco dell’Ariston un tema molto attuale ed importante, mentre dall’altra parte diverse persone hanno affermato che ha vestito i panni della “vittima” e che ha scelto questo monologo solo per attirare l’attenzione.

E tu cosa ne pensi del monologo di Lorena Cesarini? Ti sei commosso oppure la pensi come quelle persone che l’hanno criticata? Ti aspettiamo nei commenti!

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