La recensione di “Morto per un dollaro”, film western del regista Walter Hill

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Sono riuscito a recuperare questo film western che avevo perso per strada ed eccomi pronto per la scrittura della recensione.

Morto per un dollaro” racconta la storia di due uomini in conflitto tra loro, un tema classico nel genere western. Uno buono, l’altro malvagio; se preferisci che i confini tra bene e male nei tuoi drammi siano meno netti, la sceneggiatura del regista Walter Hill rappresenta un piacevole conforto. Hill proviene dalla scuola di scrittura di David Simon, dove il personaggio di Omar di Michael K. Williams vive seguendo un codice. (Infatti, molti non si rendono conto che la grande serie “The Wire” era un western urbano dei giorni nostri). L’uomo con un angelo sulla spalla sinistra avverte quello con un diavolo sulla destra che, se lo inseguirà dopo essere uscito di prigione, non esiterà a metterlo sotto terra. È una scena base di “Heat”, sebbene questo film non abbia Pacino e De Niro.

Un uomo, il veterano cacciatore di taglie Max Borlund (Christoph Waltz, che torna al genere), vuole solo completare il suo lavoro. Questo consiste nel rintracciare un disertore di un reggimento nero, Elijah Jones (Brandon Scott), dell’esercito degli Stati Uniti. La svolta avviene quando un ricco uomo d’affari (Hamish Linklater) finanzia la ricerca. Si scopre che Elijah è scappato con sua moglie (Rachel Brosnahan), il che può essere molto problematico nel XIX secolo. Ancora di più se l’uomo è di colore e la donna è bianca. Poiché si tratta di una situazione militare, il sergente Poe (Warren Burke) accompagna Borlund con un piano. È lui che ha avvertito le autorità della situazione, cercando di salvare il suo amico da un errore. Una cosa è abbandonare il proprio posto. Un’altra cosa è andarsene con la moglie di un uomo sposato che non somiglia a te.

Un’altra trama parallela riguarda il nemico di Borlund e rivale di lunga data, Joe Cribbens (Willem Dafoe), che si dirige verso il territorio messicano dopo essere stato rilasciato dalla prigione. È un noto squalo delle carte che sottrae denaro a English Bill (Guy Burnet), un grosso errore. Perché? Perché lavora per Tiberio Vargas (uno spietato Benjamin Bratt), un boss del crimine messicano che non permette a nessun gringo di passare nel suo territorio senza mettere le mani nelle sue tasche; o un proiettile nella sua testa.

Naturalmente, Cribbens e Borlund si incrociano nuovamente, come è legge nei film di genere come questo. Il modo in cui Hill fa incrociare le strade dei due attori di talento non è particolarmente interessante. Tuttavia, è il personaggio della signora Kidd di Brosnahan a tenere incollato lo spettatore sullo schermo. Il suo personaggio rappresenta una gradita contraddizione rispetto alle donne tipiche dei western. La signora Kidd è forte, astuta e onesta riguardo alle sue intenzioni. Nel tentativo di avvicinarsi a Borlund, interpretato da Waltz, la signora Kidd ammette di utilizzare Elijah per scappare, pur non vedendo un futuro con lui. Anche il personaggio di Burke porta la questione razziale nella storia, ma la trama non scatena mai tensioni perché la sceneggiatura di Hill non approfondisce l’argomento, abbandonando ogni tentativo di inserire temi di giustizia sociale contemporanea nel pericoloso contesto storico.

Il film di Hill è un classico omaggio al passato. C’è un tentativo di incorporare temi moderni che non si concretizzano mai del tutto, e il finale si trasforma in un film d’azione tipico ma efficace. “Morto per un dollaro” non manca di intrattenere, in particolare il personaggio spietato di Cribbens interpretato da Dafoe è l’asso nella manica del film. Tuttavia, il film avrebbe guadagnato nel trattare temi più profondi; ciò nonostante, Hill, anche eliminando gran parte dei temi, è in grado di realizzare una brutalità che risulta superiore a quella di molti altri film dello stesso genere.

In definitiva, “Morto per un dollaro” è un film di genere solido, anche se non particolarmente innovativo. Offre intrattenimento e momenti di tensione, ma avrebbe potuto essere arricchito da un’analisi più approfondita dei temi sociali e razziali del periodo.

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La Recensione

Morto per un dollaro

6 Voto

"Morto per un dollaro" è un omaggio ai classici western, con una trama solida ma poco innovativa. Il film intrattiene e presenta momenti di tensione, con personaggi ben interpretati. Tuttavia, avrebbe beneficiato di un approfondimento sui temi sociali e razziali dell'epoca. Nonostante ciò, la brutalità mostrata risulta più efficace rispetto a molti film simili, rendendolo un'opera degna di visione.

PRO

  • Morto per un dollaro riesce a coinvolgere lo spettatore grazie alla trama e alle scene d'azione
  • Gli attori offrono performance notevoli, conferendo autenticità ai personaggi

CONTRO

  • Il film non affronta in maniera significativa temi sociali e razziali dell'epoca
  • Nonostante sia un omaggio ai classici western, non apporta elementi di novità o originalità al genere

Recensione

  • Voto 6
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