Nato il quattro luglio, la recensione del film con Tom Cruise

Nato il quattro luglio recensione

Nato il 4 Luglio - La Scena più bella e toccante (ITA)


TITOLO: Nato il quattro luglio

TITOLO ORIGINALE: Born on the Fourth of July

REGIA: Oliver Stone

CAST: Tom Cruise, Kyra Sedgwick, Raymond J. Barry, Caroline Kava, Josh Evans, Jamie Talisman, Anne Bobby, Samantha Larkin

PAESE: USA

ANNO: 1989

GENERE: drammatico, guerra, biografico

DURATA: 144 minuti

 


 

TRAMA: Ron Kovic (Tom Cruise) è un ragazzo statunitense nato il 4 luglio 1946, giorno in cui si festeggia l’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Proveniente da una famiglia numerosa e di stampo cattolico e tradizionalista, egli cresce ambizioso, con un grande interesse per lo sport, la scuola e con profonde convinzioni sugli ideali nord-americani, tant’è che raggiunti i diciotto anni decide di arruolarsi nel corpo dei Marines.
Dopo una gavetta iniziale Ron diviene sergente e, di conseguenza, mandato a servire il fronte in Vietnam, in cui si reca con orgoglio e fierezza, spinto dallo spirito di servire la propria patria.
In Vietnam, però, scopre una realtà sconcertante che non si aspettava: la guerra è violenta, un orrore che non risparmia nemmeno i civili come donne e bambini. Come se non bastasse, durante un’imboscata, Ron, accecato dal sole e dalla confusione generale spara al compagno Wilson (Michael Compotaro), uccidendolo. Non si perdonerà mai questo errore che lo perseguiterà per il resto della vita.
Il 20 gennaio del 1968 Kovic viene ferito brutalmente alla spina dorsale rimanendo inaspettatamente paralizzato dal torace in giù.
Affronta un periodo di convalescenza in un ospedale destinato alla guarigione dei veterani ma qui, per la scarsità di fondi, viene trattato in maniera disumana e non gli vengono fornite le attenzioni che merita rendendolo così nervoso, disgustato ed impotente.
Dopo qualche mese rientra finalmente a casa ma scopre che l’America è cambiata, non crede più nell’utilità della guerra ed il malcontento generale per ciò che succede in Vietnam è alto.
Ron non riesce a concepire queste nuove ideologie, alcune delle quali condivise anche dal fratello, e rimane così scioccato ed adirato verso dei concittadini che stenta a riconoscere. Si sente un eroe ma dagli altri non viene riconosciuto come tale e, per di più, deve fare i conti quotidianamente con il suo handicap che sembra non interessare a nessuno se non al vecchio amico Timmy (Frank Whaley), anche lui veterano di guerra e con un attuale problema con la tossicodipendenza.
Ron incontra anche il suo primo ed unico amore, Donna (Kyra Sedgwick) che, nel frattempo, è divenuta attivista del movimento pacifista. Andandola a trovare ha modo di partecipare ad una manifestazione di protesta, di cui lui non condivide gli ideali, ma è proprio qui che comincia a vedere per la prima volta la repressione violenta della polizia contro i manifestanti.
Tornato a casa si lascia consumare dall’alcool, ubriacandosi tutte le sere, diventando sgarbato e violento, non condividendo gli ideali della famiglia e rendendo così la convivenza impossibile, tanto da optare per una soluzione alternativa: trasferirsi in Messico, a Villa Dulce, un luogo pieno zeppo di veterani con vari handicap. In questo luogo gli ex Marines non conducono di certo una vita agiata, anzi, ben misera, lasciandosi trasportare da alcool, droghe e prostitute.
Dopo un breve periodo passato in questa maniera si rende conto di non poter vivere così, vuole cambiare e, per farlo, decide di partire dal proprio passato. Si reca quindi dalla famiglia Wilson per rivelare ciò che realmente accadde in Vietnam e comincia così un nuovo percorso di vita che lo porterà pian piano a diventare uno dei maggiori attivisti nel movimento contro la guerra, fino a renderlo celebre e, come voleva lui, eroe.

“I primi a combattere, non abbiamo mai perduto una guerra, siamo sempre andati dove ci ha chiamato la Nazione”

Nato il quattro luglio recensione – immagine con Tom Cruise

 

COMMENTO: Nato il quattro luglio è un film dedicato all’attivista politico Abbie Hoffman.
La pellicola che tratta come tema principale la guerra e tutto ciò che ne comporta è stato premiato per la sua realizzazione da due premi Oscar, Migliore regia e Miglior montaggio, su otto nominations ricevute. Tra le quali anche quella a Tom Cruise che cominciò in questo modo la sua sfavillante carriera.
A differenza di altri film storici o trattanti il tema della guerra, Nato il quattro luglio, ha delle qualità diverse e, per certi versi migliori: il film non si pone come obiettivo quello di trattare soltanto dettagli tecnici ma effettua uno studio approfondito sulla psicologia dei personaggi, a partire da Ron Kovic che nasce con ideali forti e precisi a proposito del servire la patria per poi mutare piano piano fino a divenire uno dei maggiori esponenti nell’attivismo contro la guerra. Cosa che, all’inizio del film, parrebbe impossibile.
E’ interessante vedere la sua reazione dopo la guerra in Vietnam e, soprattutto, dopo l’handicap. La vita gli cambia radicalmente: si sente un eroe ma non viene trattato come tale, si sente utile per ciò che ha fatto ma non gli viene riconosciuto alcun merito. Il mondo sta cambiando e lui subisce una profonda alienazione che lo porta ad impazzire giorno dopo giorno. Solamente l’amico Timmy sembra capirlo, ma del resto, reduce anche lui.
Ben costruiti anche gli altri membri della famiglia: i Kovic, difatti, sono la classica famiglia americana (stereotipata) di stampo estremamente cattolico e tradizionalista. La madre, in modo particolare, obbliga i propri cari a seguire regole di base come pregare, dire la preghiera prima di mangiare, non usare parolacce, né commettere atti impuri: la donna diventa matta quando scopre la rivista Playboy in camera del figlio, per esempio. Anche le ideologie ed i valori sono molto tradizionalisti in casa, tant’è che Ron cresce in una determinata maniera proprio per causa di essi.
Insomma, in un film che comincia sembrando un classico film sulla guerra si scopre, invece, che la psicologia, i sentimenti e le emozioni sono tutto.

“Oggi è il 4 luglio e io credo nell’America”

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Nato il quattro luglio recensione – immagine dal film

 

La Recensione

Il Verdetto

8 Voto

<strong>Nato il quattro luglio</strong> è un film che vi metterà sotto gli occhi una realtà sconcertante trattando più argomentazioni importanti e profonde: la guerra, l’attivismo contro essa, gli handicap, l’alcool e le droghe, l’alienazione dal mondo che ci circonda e, soprattutto, la reazione standard principale.

Recensione

  • Voto Globale 8
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