“Non uccidere”, il thriller spagnolo evidenzia la follia e la perdizione di un uomo qualunque

Non uccidere trama

Ecco un’analisi dettagliata della trama della pellicola spagnola “Non uccidere“, thriller di successo in patria e distribuito nelle sale cinematografiche nell’Ottobre del 2020.

La trama della pellicola, che in versione originale ha il titolo “No matarás”, racconta una storia adrenalinica che si svolge in tempo reale in una notte e spinge in modo interessante a compiere riflessioni su ciò che si sarebbe disposti a fare pur di sopravvivere.

La regia è a cura del catalano David Victori, già direttore di “El pacto” del 2018, oltre a precedenti numerosi cortometraggi. Lo stesso regista è anche co-sceneggiatore della narrazione in collaborazione con Jordi Vallejo.

Il protagonista, Dani, è interpretato dall’attore iberico Mario Casas, già noto per aver recitato nelle serie televisive “Los hombres de Paco” (2007-2010) ed “El Barco” (2011-2013), e soprattutto nella recente “Suburbia killer”, miniserie del 2021. Grazie all’interpretazione in “Non uccidere”, Mario Casas si è aggiudicato il premio per Miglior interpretazione maschile protagonista all’edizione 2021 dei Premi Goya.

Milena Smit interpreta Mila, Elisabeth Larena è nei panni di Laura e Fernando Valdivielso assume il ruolo Ray. Completano il cast Javier Mula, Xavi Sáez, Aleix Muños, Andreu Kreutzer, Oscar Pérez, Xavi Siles e Gerard Oms.

A causa della pandemia da Covid-19 la pellicola è stata fortemente penalizzata al botteghino, riuscendo ad incassare appena 108 mila dollari nel mondo.

“Non uccidere” è prodotto da Moviestar+, Castelao, Filmax, RTVE e Tv3 e le riprese si sono svolte in Spagna, in particolare a Barcellona e nelle zone limitrofe del territorio della Catalogna.

La trama di “Non uccidere”

La trama di “Non uccidere” ha come protagonista Dani, un giovane impiegato in un’agenzia di viaggi che assiste il padre, malato terminale. Il ragazzo ha trascorso l’intero ultimo anno ad accudire il genitore. Una mattina, di ritorno dall’acquisto delle sigarette per il padre, trova quest’ultimo privo di vita.

La sorella Laura, avvocato in carriera, gli regala un biglietto del viaggio Around the World, perché si allontani dal dolore e dal vuoto di quella scomparsa e passi un po’ di tempo lontano da casa.

La sera prima di partire per Berlino, la prima tappa del suo viaggio, Dani viene avvicinato da una ragazza molto affascinante ma al tempo stesso inquietante, Mila. Questa gli dice di essere senza soldi perché il ragazzo che era con lei a cena l’ha lasciata e gli chiede di saldare il conto del pub.

In un primo momento diffidente, il timido Dani decide cavallerescamente di aiutare la ragazza che sembra davvero in difficoltà. Questo gesto, però, si rivelerà solo il primo passo in una notte completamente folle e delittuosa.

Da questo punto in poi la trama si sviluppa in tempo reale, ovvero raccontando gli accadimenti esattamente con lo stesso sviluppo cronologico. Il protagonista viene travolto da un vortice di follia destinato a cambiare per sempre la sua vita.

Mila, prima lo convince a farsi un tatuaggio nel negozio dove lavora, poi dopo aver flirtato con lui, lo invita a salire nel suo appartamento. Qui, mentre i due stanno per avere un rapporto sessuale, irrompe il violento fidanzato della ragazza. Dopo un crudele scontro, Dani uccide l’uomo per legittima difesa, mentre Mila, disperata, si getta dalla finestra. In preda al panico più totale, il protagonista fugge e cerca di eliminare ogni indizio che lo possa ricondurre al misfatto.

La spiegazione del finale di “Non uccidere”

Il film dunque è completamente incentrato sull’involuzione del personaggio, da ragazzo mite a belva feroce: prima contro Ray, poi in un sottopassaggio contro alcuni ragazzi che lo hanno aggredito, e coi quali dà vita a un’altra violenta lotta.

“Non uccidere” si chiude su una nota sospesa, incompiuta, volutamente ambigua, con un primo piano sul volto del protagonista completamente devastato dalla lunga notte, cambiato radicalmente non solo nei tratti esteriori, ma forse anche più in profondità.

L’inquadratura sul volto insanguinato di Mario Casas lascia il dubbio allo spettatore se il protagonista si macchierà ancora di un altro crimine o no.

Questa angosciante storia di violenza, follia e perdizione pone inquietanti interrogativi sulla colpa e sul confine fin dove può spingersi un uomo.

Il regista David Victori realizza un autentico bombardamento sensoriale, un’esperienza audiovisiva che non può lasciare indifferenti, una sinestesia di immagini e suoni non fine a se stessa ma funzionale a creare un mondo ansiogeno e vertiginoso: i repentini movimenti di macchina e le sonorità ossessive e dissonanti ci accompagnano insieme al protagonista in questo viaggio infernale.

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