On the Road: recensione del film di Micheal Winterbottom

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L’ultimo film di Micheal Winterbottom è un rockumentary che fonde con estrema serenità documentario e dramma per raccontarci il rock più profondo e oscuro della band britannica Wolf Alice.

Il nome della band trae ispirazione dal decimo racconto contenuto nella raccolta: “la camera di sangue di Angela Carter.” La band ne estrae le stesse qualità gotiche che la Carter ha creato nel suo personaggio.

Winterbottom è un regista attaccato al mondo della musica fin dai suoi esordi; in questo senso il film ci riporta alla vera avventura di rock band che cerca di portare a compimento tutte le tappe del tour. Il regista inoltre ha saputo ben mescolare la finzione alla realtà raccontandoci una piccola storia d’amore tra due personaggi interpretati da due attori: James McArdle e Leah Harvey.

Il film segue quindi la band e il tour nelle 16 tappe. Nel corso del loro viaggio, i quattro verranno raggiunti da Estelle, un’impiegata dell’etichetta del gruppo che li aiuterà nella promozione durante tutto il tour; quest’ultima stringerà un legame forte con Joe, un membro della crew di supporto, e attraverso i loro occhi possiamo ammirare sia la magia che la monotonia della vita in viaggio di una band.

Durante tutta la visione della pellicola ciò di cui si resta affascinati è lo strano equilibrio raggiunto tra l’atmosfera apparentemente rilassata della band e il loro sound rock sul palco. La musica della band occupa una buona parte del film, accompagna la narrativa drammatica aggiuntiva che proviene in gran parte dalla storia d’amore che si sviluppa tra i due personaggi immaginari.

On the Road è un film musicalmente eccezionale con esibizioni entusiasmanti della band, e un senso di intrigo che ti convertirà in fan se non lo fossi già. Mescola perfettamente il fatto reale con la finzione, e la musica con il dramma.

Sicuramente questo film può sollevare domande ed opinioni circa la scelte narrative del regista. C’è chi lo troverà originale, chi invece troppo azzardato. Bastava raccontare il tour della band con una cantante così appariscente? Probabilmente si se avesse sfruttato la stessa protagonista del gruppo ma quanto sarebbe rimasto imparziale e documentaristico il suo approccio verso il gruppo, anche se molto presenti fanno da contorno ad una storia.

La Recensione

Recensione di On the Road

7 Voto

Michael Winterbottom cerca la sua originalità attraverso l'utilizzo di diverse tecniche narrative e coinvolge il pubblico con la storia reale di una rock band britannica.

Recensione

  • Voto 7
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