Poltergeist, la recensione del film horror

poltergeist recensione

Poltergeist | Trailer Ufficiale [HD] | 20th Century Fox


TITOLO: Poltergeist

REGIA: Gil Kenan

CAST: Sam Rockwell, Rosemarie DeWitt, Jared Harris, Jane Adams, Saxon Sharbino, Kyle Catlett, Kennedi Clements

PAESE: USA

ANNO: 2015

GENERE: horror

DURATA: 95 minuti

 


 

TRAMA: Una normale e tipica famiglia americana è costretta a trasferirsi in una zona periferica a causa della situazione di ristrettezze economiche in cui si è inaspettatamente ritrovata: lui (Sam Rockwell), difatti, padre di famiglia, è stato licenziato dalla prestigiosa società in cui lavorava per dei tagli al bilancio, lei (Rosemarie DeWitt), invece, mamma a tempo pieno, è anche scrittrice ma non riesce a concretizzare il suo lavoro date le numerose mansioni familiari a cui deve badare. La coppia ha, per l’appunto, tre figli: Kendra (Saxon Sharbino), la maggiore, oramai adolescente, Griffin (Kyle Catlett), il figlio di mezzo e Madison (Kennedi Clements), la più piccola, di soli sei anni.
I tre non sono molto felici di questo cambiamento nella loro quotidianità. La nuova casa non si presenta nei migliori dei modi: è scarna e spoglia, ha un terrificante salice piangente in giardino ed è circondata da tralicci dell’alta tensione.
Come se non bastasse il quartiere è stato costruito sopra ad un vecchio cimitero e ciò crea paura e preoccupazione.

Già nei primi giorni, in casa, l’atmosfera non è rosea come ci si aspettava: succedono cose strane, si sentono rumori e la piccola Madison rivela al fratellino di essere in contatto con degli “amici”. Questi amici altro non sono che dei poltergeist, ovvero degli spiriti rumorosi che, a differenza dei comuni fantasmi, hanno la capacità di toccare oggetti e persone.
Tali presenze demoniache cominciano a creare scompiglio ma nessuno pare crederci o farci particolarmente caso, soltanto la piccola Madison ed il piccolo Griffin si accorgono che qualcosa non va.
A mutare tutta la situazione sarà la scomparsa improvvisa di Madison, catturata dai poltergeist e finita in una sorta di limbo astratto da cui urgerà salvarla all’istante per non perderla per sempre.
La famiglia, sbigottita, opterà per non ricorrere all’aiuto della polizia, bensì a quello di alcuni esperti in materia…

“Questa è una bella storia. Te la racconterò quando sarà tutto finito…se non muori prima”

Poltergeist recensione – le bambine nei film horror fanno sempre paura

 

COMMENTO: Poltergeist è il remake dell’omonimo film horror del 1982 diretto da Tobe Hooper. Al contrario del primo grande successo, questa rivisitazione non è riuscita a fare il boom. Anzi.
Ma cominciamo dall’inizio: protagonista della storia è la famiglia Bowen, una normalissima famiglia come tutte le altre. Purtroppo lui, il padre, ha perso il lavoro e ciò catapulta tutto il nucleo in una situazione economica non molto solida. Per cercare di non soccombere i Bowen si vedono costretti alla drastica e spiacevole situazione del trasferimento e, fin qui, penserete voi, tutto abbastanza nella norma. Tutto abbastanza nella norma fino a quando non ci presentano la casa. Partiamo con il dire che il quartiere giace in mezzo ai tralicci dell’alta tensione. Sopra un cimitero non spostato (ma questa cosa ovviamente la si scoprirà solo a metà pellicola). La struttura è scarna e spoglia, con un giardino più morto che vivo e con un salice piangente “magico” che nemmeno il Platano Picchiatore di Harry Potter.
I figli non sembrano molto a loro agio e sospettano qualcosa di strano e misterioso ma, ovviamente, come in ogni film dell’orrore che si rispetti…i figli non vengono mai ascoltati e presi in considerazione.
Nemmeno quando entrano in casa e vedono che tutto cade a pezzi i genitori sembrano allarmati. Tutto normale.
E’ anche normale che Madison continui a parlare da sola, con gli armadi e con la televisione spenta.
Così com’è normale che nella mansarda buia e tetra in cui viene rifilato il piccolo Griffin ci siano scoiattoli e collezioni di clown del precedente proprietario (altra particolarità degli horror: o sono clown o sono maiali).
Griffin impazzisce già nei primi giorni ma nessuno se ne cura.
Nessuno si cura di niente effettivamente, nemmeno quando vedono che i fiori piantati in giardino muoiono dopo poche ore. Tutto bellissimo e fighissimo.
Nonostante queste pecche la parte iniziale ha comunque un suo perché: tra suspense, rumori insoliti, simboli vari è facile spaventarsi (io questo lo dico perché sono una femmina).
Ma dalla seconda metà di Poltergeist la situazione rasenta il ridicolo, trasformandosi in qualcosa più simile a un cartone animato che ad un horror. Avete presente le vecchie puntate di Scooby-Doo? Ecco, erano più terrificanti e ben fatte.
Madison, finalmente (“finalmente” perchè ce lo aspettavamo da inizio film) viene “catturata” da queste presenze demoniache che la portano, tramite un varco magico nel suo armadio, in una sorta di limbo fatto di scheletri/zombie che strisciano lungo i pavimenti e i muri.
Adesso.
Qualsiasi genitore normale, ad una cosa del genere, reagirebbe dando i numeri. Qualsiasi genitore normale.
Le due aquile qui, invece, per niente. Corrono sù e giù per la casa qualche minuto e dopo sono subito calmi e lucidi come il Buddha. Così tranquilli che stanno anche a pensare a quale sia la soluzione più razionale. Chiamare la polizia? No. Figurati. Meglio far passare la notte e recarsi l’indomani da esperti in materia paranormale. Non ha nessunissima importanza che la piccola Madison sia “entrata” nel televisore (da cui possono sentirla), né che la maggiore abbia combattuto nella lavanderia con una specie di zombie (io con 5 in Arte lo avrei disegnato più credibile) e nemmeno che Griffin sia stato ritrovato appeso all’albero dopo aver combattuto con pezze di stoffa a forma di clown. No. Tutto nella norma per la nostra normale normalissima famiglia americana.
Ci tengo a sottolineare che, durante tutto questo, non l’ombra di un vicino di casa, nonostante le migliaia case presenti nel quartiere.
Comunque, il giorno seguente si recano in questo ufficio “dipartimento” dove il personale è competente in campo paranormale. Insieme si dirigono tutti nel luogo infestato dove Madison si presenta a tratti ma, “i competenti in materia”, tolti alcuni sensori non riescono a fare nulla.  Urge piano B. Viene chiamato un mago nella disinfestazione delle case, un personaggio televisivo che, c a s u a l m e n t e, è anchè l’ex marito della tipa del dipartimento.
Dubbio amletico su come giudicare tale personaggio: da un lato fa estremamente ridere perché prende sottogamba (come gli altri) la questione degli spiriti, quasi parlassero di disinfestare la casa da insetti e non da spiriti del Demonio; dall’altro, però, è anche molto ironico e simpatico sul serio, cosa da non sottovalutare in questo remake all’insegna del ridicolo.
Fatto sta che l’uomo conosce tutte le risposte e fornisce le giuste indicazioni per portare in salvo la piccola bambina. Non ce n’eravamo dimenticati, vero? Madison…la bambina di sei anni rapita dai fantasmi non fantasmi…? Vi dice niente? Sì, lei. La protagonista.
Morale della favola: tra zombie digitali, fuoco, stelle (mi piacerebbe aggiungere “colpi di scena”, ma no), tutti si salvano. Tranne il guru del paranormale che si sacrifica per liberare le anime dannate conducendole verso la luce. Ed è subito John Belushi in The Blues Brothers quando esclama “La bandaaaa!”.

“Stanno arrivando”

[review]

Poltergeist recensione – immagine del film

La Recensione

Il Verdetto

5 Voto

<p style="text-align: justify;"><strong>Poltergeist</strong> non sboccia come tutti si aspettavano ricordando la versione originale. Non impressiona. Non colpisce. Non arriva dritto dove dovrebbe arrivare. Tolti i clown e i rumori strategici in sottofondo, nulla di estremamente spaventoso. Nemmeno questi nemici poltergeist, appunto, sono stati riprodotti in maniera esaustiva.</p> <p style="text-align: justify;">Insomma...tutto da rifare!</p>

Recensione

  • Voto Globale 5
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