Queen, il disco d’esordio omonimo che regalò il successo alla nota band inglese

Queen: l'album d’esordio

Era il 13 luglio 1973 e per i Queen era giunto il momento di pubblicare l’album d’esordio omonimo “Queen” prodotto da Roy Thomas Beker e John Anthony, e distribuito nel Regno Unito dalla EMI oltre che dalla stessa band. “Queen” sancì l’inizio di un percorso di successo incredibile per la band inglese. I Queen si formarono nel 1970 già tre anni prima dell’uscita del loro primo disco e completarono l’organico con John Deacon nel febbraio 1971.

La band cominciò a suonare nel circuito universitario e dei club nei dintorni della capitale. Nel settembre 1971, Terry Yeadon, un DJ amico di Brain May, offrì ai Queen, che avevano organizzato un primo tour in Cornovaglia nello stesso anno, la possibilità di registrare gratuitamente nei nuovi De Lane Lea Studios. La band ne approfittò, registrando alcuni brani inediti come Keep Yourself Alive, Liar e Stone Cold Crazy. I brani non ebbero il successo aspettato e solo nel 1972, i Queen attirarono l’attenzione di John Anthony, discografico della Mercury Records, e di Roy Thomas Baker, collaboratore dei Trident Studios, di proprietà di Norman e Barry Sheffield.

Roy Thomas Baker chiese loro di registrare nuovamente le canzoni nei nuovi studios. I pezzi vennero registrati e pubblicati in vinile nel 1973 con autori della maggior parte dei brani Freddie Mercury e Brian May, che, almeno inizialmente, lasciarono poco spazio a Taylor e Deacon.

“Queen” contiene numerose influenze delle band in voga in quegli anni come Led Zeppelin, Yes e Pink Floyd e The Who, che rientrarono pienamente negli aspetti compositivi di tracce prettamente hard rock e progressive rock. Un brano su tutti è il loro singolo di debutto, Keep Yourself Alive, scritto da Brian May. La canzone ha il tipico ritmo hard e glam rock, due sottogeneri che accompagnarono la band durante tutta la loro ascesa discografica. Tra i pezzi più memorabili c’è Seven Seas Of Rhye. Il brano è presente nel disco d’esordio in una versione strumentale poi migliorata nel successivo album Queen II, che regalerà alla band il primo successo da classifica.

Nel musical “We Will Rock You”, basato sulle canzoni dei Queen e sulla sceneggiatura originale di Ben Elton, i Sette Mari di Rhye sono il luogo in cui gli irriducibili Bohemian vengono imprigionati dopo essere stati lobotomizzati dal perfido Khashoggi. Nel disco sono presenti anche brani riflessivi e spirituali come “Jesus” che prende forma a partire da un arpeggio di pianoforte per poi favorire l’ingresso di chitarra, batteria e basso, fino a scomparire in una lunga dissolvenza.

My Fairy King tratta argomenti folkloristici, Liar, scritta dal frontman Freddie Mercury nel 1970, è considerato uno dei brani ibridi dei Queen con le sue sezioni altalenanti tra hard rock e pop melodico. Brian May scrisse invece Doing All Right e Son And Daughter. Al primo brano collaborò anche Tim Staffel degli Smile. Son And Daughter, lato b di Keep Yourself Alive, rappresenta fedelmente il sound della band al suo esordio. La chitarra esplode e la voce di Freddie sembra accompagnare le melodie scritte ad hoc da May.

“Queen” è un album con cui la nota band inglese ha dato prova da subito delle proprie virtù. Una particolarità contraddistingue l’uscita di questo disco: nel retro della copertina i Queen vollero includere il commento “No synthesizers”, per non confondere i numerosi effetti di chitarra e gli adattamenti vocali di Mercury con il suono dei sintetizzatori, volutamente non usati dalla band.

I Queen erano molto attenti al risultato in fase di registrazione, e questo portò la band nell’arco degli anni a concentrarsi maggiormente sulla qualità del suono dei loro brani. Keep Yourself Alive fu la prima a venire registrata nuovamente, risultato che però non venne apprezzato al cento per cento dai Queen. Per quanto riguarda The Night Comes Down si preferì utilizzare la demo registrata ai De Lane Lea Studios, poiché la sua qualità risultò migliore rispetto allo standard del resto delle canzoni dell’album.

Stone Cold Crazy, che per la sua “aggressività” avrebbe potuto far parte del primo disco della band, venne scritta alla fine degli anni sessanta da Mercury, quando era membro dei Sour Milk Sea, ma non fece parte dell’album, e venne incluse nel terzo disco, Sheer Heart Attack del 1974. Anche Father to Son e Ogre Battle erano già state composte, oltre che era eseguita in concerto già dal 1972, ma la band volle avere più tempo per perfezionarla in studio.

Anche dal punto di vista dell’immagine e dell’art work la band fu molto attenta ai dettagli. La foto in copertina avrebbe dovuto ritrarre il gruppo nell’appartamento di Mercury, in posa dal gusto fine ottocentesco così da dare un tono vintage, e perciò Brian May ipotizzò di usare alcune particolari tecniche fotografiche, mettendo della plastica colorata davanti all’obiettivo della macchina fotografica, ottenendo così dei suggestivi effetti di distorsione. I primi risultati non furono soddisfacenti e così, sempre Brian, suggerì di utilizzare una foto che ritraeva Freddie Mercury sul palco con alle spalle due riflettori.

La back cover del disco invece presenta un collage composto da immagini della band, tra cui alcune foto riguardanti un party in cui ognuno di loro è mascherato (Mercury è un cavaliere, Taylor un pagliaccio, Deacon è un cappellaio matto, mentre May usa il becco da pinguino che riprenderà nel 1991 per il videoclip di ” I’m Going Slightly Mad”).

L’album d’esordio dei Queen è stato ripubblicato prima nel 1991 negli USA dall’Hollywood Records con l’aggiunta di tre bonus tracks, in seguito nel 1994 dalla Parlophone (senza alcuna traccia bonus) ed infine nel 2011 rimasterizzato in formato digitale dalla Island/Universal e distribuito in due edizioni: una standard edition, contenente l’album originale e una deluxe edition composta da 2 CD, contenente l’album originale ed un EP bonus

Questo disco è il risultato finale di un mix di diversi punti di vista artistici che i componenti della band avevano già iniziato a sviluppare prima di comporre i Queen. Il risultato fu un prodotto che lanciò la band sui grandi palcoscenici del mondo intero

Dopo l’uscita del disco la rivista Rolling Stone scrisse:

“Non c’è dubbio che questo energico, funky quartetto inglese abbia tutti gli strumenti necessari per rivendicare l’abdicato trono heavy-metal degli Zep, oltre che per diventare una forza veramente influente nel mondo del rock. Il loro album di debutto è eccellente.”

Anche Winnipeg Free Press paragonò la band di Freddie Mercury ai Led Zeppelin:

“Il gruppo riesce a iniettare un tale tocco di energia alla maggior parte di questo [album] che non mi dispiace un po’ […] Con il loro primo album, i Queen hanno prodotto un punto di riferimento, mischiato a forte energia che nel tempo potrà essere considerata con la stessa riverenza che Led Zep 1 riceve adesso.”

Tuttavia non mancarono nemmeno le critiche negative, e alcune riviste (soprattutto americane) arrivarono a definire Queen come “banale rock da supermercato”.

Nel bene e nel male “Queen” è un disco che senz’altro ha forgiato i gusti e gli ascolti di una serie di generazioni, e ha fatto sì che il rock diventasse un genere alla portata di tutti. Lunga vita ai Queen!

Tracklist di “Queen”:

Keep Yourself Alive – 3:47

Doing All Right – 4:10

Great King Rat – 5:43

My Fairy King – 4:13

Liar – 6:25

The Night Comes Down – 4:23

Modern Times Rock ‘n’ Roll – 1:48

Son and Daughter – 3:23

Jesus – 3:44

Seven Seas of Rhye… – 1:17

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