Recensione di “Afterlife of the Party”, la commedia Netflix con Victoria Justice

Victoria Justice in Afterlife of the Party

Dopo il successo di “Lady Bird”, “Eighth Grade” e altri, l’asticella per i film collegiali si è alzata.

La trama di Afterlife of the Party

All’inizio di Afterlife of the Party conosciamo due delle protagoniste. La protagonista principale è Cassie, un’organizzatrice di eventi estroversa che festeggia il suo 25esimo compleanno andando in disco e bevendosi tutti gli alcolici del locale. La sua migliore amica e coinquilina introversa, Lisa, è una paleontologa che preferirebbe restare a casa a completare il puzzle della Gioconda. Questo scontro di personalità crea una spaccatura che coincide con la prematura scomparsa di Cassie dopo una notte selvaggia. Afterlife of the Party non ti spiegherà mai e poi mai perché Cassie muore. Coma etilico? Infarto? Non lo saprai mai. O almeno credo.

Comunque, dopo la morte, Cassie si risveglia in purgatorio, dove un angelo le spiega che è morta e ha degli affari incompiuti da risolvere. Le dà una lista di tre nomi: la sua migliore amica, il padre istruttore di yoga e la madre che l’aveva abbandonata quando era piccola. Se riuscirà a sistemare i rapporti con loro, andrà in paradiso. Altrimenti, finirà all’inferno per il resto dell’eternità. C’è piccolo problema: gli altri non possono vederla. O possono?

Victoria Justice, famosa per i suoi ruoli in “Zoey 101”, “Una mamma per amica” ecc… interpreta Cassie.

All’inizio appare in versione ragazza antipatica.

Il film però lavora sullo sviluppo del suo personaggio che passa dall’essere un moccioso viziato a qualcuno che non vede l’ora di aiutare gli altri. La sua roccia è la sua migliore amica, interpretata in modo affascinante da Midori Francis, che instaura un’adorabile storia d’amore con il vicino (Timothy Renouf). Il loro corteggiamento è l’elemento più forte del film, molto più sviluppato della trama di un padre in lutto (Adam Garcia) o di una madre che ha deciso di fuggire da ogni responsabilità materna (Gloria Garcia).

La locandina del film con Victoria Justice.

Per tutto il tempo, l’angelo custode di Cassie, Val, che sembra una sorta di Fata Madrina di “Cenerentola”, guida la ragazza verso la sua redenzione, aiutandola a recuperare alcuni pezzi del puzzle con ologrammi digitali in stile “Minority Report”.

La sceneggiatrice Carrie Freedle ha affermato che a Cassie è consentito un cambio di vestiti al giorno nell’aldilà. Combattere per la propria anima eterna non è più importante che rifarsi il look da morta? Avrebbe avuto più senso restare con i vestiti con cui sei morta cara Cassie, come Patrick Swayze che indossa la stessa maglietta rossa per l’intera durata di “Ghost” (1990). Però Ghost è un film drammatico, Arterlife of the Party è una commedia. E soprattutto, gli sceneggiatori avranno voluto dare a Cassie la possibilità di portare con se lo stylish di quando era ancora in vita.


Diciamo che i dialoghi non sono il punto forte di Afterlife of the Party: “È una festa da ballo improvvisata con la mia migliore amica della prima elementare!” Alla fine della scena, lei ripete: “Ti amo, sei la mia migliore amica da quando avevamo sei anni!”

Nessuno lo direbbe. L’amicizia è implicita.

Durante la scena successiva nel corridoio, Cassie e la sua amica incontrano il nuovo vicino che trasporta scatole per il trasloco. Lisa dice: “Traslochi? Certo che ti stai trasferendo; Non so perché l’ho appena detto”.

Questi sono i dialoghi che sentirai durante il film. Regola numero uno: quando hai poco da dire, dovresti solo mostrare delle belle scene e non dire nulla.

Allo stesso modo, la ninna nanna padre-figlia “God Only Knows” dei Beach Boys, la canzone preferita di Paul McCartney in assoluto, è un cliché dopo la famosa apparizione in “L’amore davvero”. Avrebbero potuto usare un’altra canzone.

La colonna sonora però, è arricchita dalla cotta di Cassie per una celebrità immaginaria di nome Koop (Spencer Sutherland). Con questo stratagemma possiamo ascoltare ottime canzoni pop originali come “Drive”. Le melodie sono abbastanza orecchiabili e funzionano in commedie sentimentali tipo questa.

Afterlife of the Party è stato inizialmente scritto per essere girato negli Stati Uniti, ma ha dovuto essere girato a Città del Capo, in Sudafrica, a causa del COVID-19. Piuttosto che abbracciare i punti di riferimento di Città del Capo, i realizzatori hanno mantenuto le cose sul vago, comprese le scene in discoteca che richiamano New York City.

Diventa disorientante vedere il padre di Cassie vivere in un oceano tropicale e poi raggiungere facilmente il locale dell’amica della figlia o incontrare la ex moglie come se nulla fosse. Ti chiederai: vivono in paesi diversi? Ma come fa? Forse vive sulle magiche acque turchesi del fiume Hudson. 😀

La Recensione

Afterlife of the Party

6 Voto

Afterlife of the Party non ha una trama perfetta, ma questo film è stato straziante. Se hai perso una persona cara, ti sentirai molto connesso ai personaggi. Diciamo la verità, ci sono errori ovunque. Storcerai il naso più e più volte: dialoghi, storia, buchi da tutte le parti... Tecnicamente non proprio un film memorabile, ma il modo in cui la storia si è svolta è stato molto emozionante. Spoiler: attenzione alle lacrime.

PRO

  • Strappalacrime
  • Victoria Justice non è affatto male nel ruolo di Cassie

CONTRO

  • Dialoghi a volte irritanti
  • Potrebbero sfruttare Citta del Capo ma scelgono di trasformarla in New York
  • Ma di cosa è morta Cassie?

Recensione

  • Voto 6
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