La recensione di Califfato: un viaggio in un’altra cultura

Califfato 2020

Califfato è una serie svedese di otto puntate diretta da Goran Kapetanović e prodotta da William Behrman e Niklas Rockström, disponibile su Netflix, che racconta, attraverso la minaccia di un attentato terroristico in Svezia, le dinamiche con cui l’ISIS operava a livello pratico e psicologico nel 2015 in Siria.

Il trailer di Califfato

La trama

L’anno è il 2015, l’ambientazione è tra la Svezia e la Giordania. L’adattamento temporale è significativo, in quanto in quegli anni le minacce dell’ISIS imperversavano in tutto l’Occidente, anche a causa del terrore generatosi in seguito agli attentati di Parigi a Charlie Hebdo e al Bataclan.

La trama di Califfato segue l’intreccio delle vite di diversi personaggi, che trovano un senso comune col susseguirsi degli episodi. La serie è incentrata sull’ipotesi di un attentato dell’ISIS in Svezia, paese in cui viene inviato Ibbe, un giovane ragazzo con il compito di asservire persone fragili, giovani e in ogni caso facili da manipolare per farli morire da martiri durante attacchi terroristici combinati.

Ad indagare sul caso è Fatima, una poliziotta che trae le sue informazioni da Pervin, una giovane donne siriana che ha liberamente scelto di spostarsi dalla Svezia per andare a vivere a al-Raqqa, immaginandola come la terra che, completando sé stessa nella religione, la avrebbe condotta verso felicità. Questa situazione si presenta completamente mutata col passare del tempo, e Pervin rischierà la sua vita in più occasioni cercando di carpire informazioni dal marito e i suoi “fratelli” per sventare l’attacco terroristico, con lo scopo di aiutare la polizia per essere riportata in Svezia e dire addio a quella vita siriana rigida e violenta.

Pervin, la donna che vuole scappare dalla Siria

Parallelamente, la serie narra delle dinamiche di integrazione religiose in Svezia, e di come queste siano tenute ai margini della vita sociale. Ciò condurrà tre giovanissime ragazze, Sulle, sua sorella e l’amica Karina, a farsi deviare da Ibbe, il quale sfruttando le loro debolezze e la loro giovane età otterrà di integrarle nella comunità islamica presente in Svezia, e in seguito le indurrà a sognare una vita nel nome della religione che può realizzarsi in modo completo solo a al-Raqqa, in Siria, accanto alle loro sorelle musulmane, come gli spiega un’aiutante di Ibbe nel coinvolgere e reclutare nuove estremiste:

“Questa è al-Raqqa, la capitale, è dove vivo io. Ah la frutta… C’è tutto l’immaginabile, il cibo è incredibile tutto ha un sapore completamente diverso. Gli uomini sono in guerra, ma a al-Raqqa non te ne accorgi, è un luogo magico, da nessuna parte ci si sente vicini a Dio come a al-Raqqa. Dio sia lodato. Ogni giorno sogno di tornare lì, sono qui per conoscere compagne svedesi e aiutarle se vogliono vivere per Allah”.

Inutili le opposizioni delle famiglie in un’età così complessa come l’adolescenza, e l’intervento avverrà solo alla scomparsa delle giovani in cui, però, non potranno essere recuperate totalmente, e ognuna delle tre ragazze sceglierà con la sua testa, al di là di inutili costrizioni, di essere chi aspira a diventare, con tragici epiloghi.

L’intreccio finale è totalmente inaspettato e lascia spazio a riflessioni profonde.

Perché guardare Califfato: un punto di vista alternativo

Califfato si guarda tutta d’un fiato: il fattore curiosità gioca un ruolo fondamentale nella serie, e spinge a voler sapere come va a finire.

Ma non è solo questo: la storia raccontata dalla serie svedese non è la classica serie che descrive solo un attacco terroristico e la sua preparazione, ma descrive lo stato d’animo delle persone che stanno intorno agli estremisti.

Il velo utilizzato dalle donne musulmane

Le donne e le mogli musulmane, spesso si trovano disilluse di fronte alla vita che stanno vivendo, e sognano di scappare da quei paesi così restrittivi, disposte a tutto per riacquistare la loro libertà. La storia che Califfato ci racconta è anche quella di giovani donne che si trovano a vivere in contesti molto diversi dalla realtà siriana, in città europee con costumi e usi diversi e, soprattutto, con manifestazioni religiose di altro tipo.

Le ragazze della serie vengono indotte a ritenersi una minoranza emarginata e incitate all’odio verso la cultura occidentale, estremizzando la religione musulmana, come appare evidente nel dialogo tra Sulle e suo padre, è lei infatti a dirgli:

“Il Corano ha torto? C’è scritto di uccidere gli apostati. Il Corano ha torto? Quindi lo vuoi cambiare? […] Chi lo dice che gli americani sono bravi e i musulmani sono terroristi? Voglio vivere da musulmana, è un problema?”

Alla fine tutti perderanno qualcosa, con un finale inaspettato, che lascia spazio a molte osservazioni.

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La Recensione

Califfato

8 Voto

Califfato è una serie di otto puntate che racconta di un ipotetico attacco terroristico dell'ISIS verso la Svezia, in cui si intrecciato le storie di donne convertite e di donne pentite delle loro scelte.

PRO

  • Gli argomenti trattati sono originali, si intrecciato diverse storie che affrontano diversi aspetti psicologici legati alla religione.

CONTRO

  • A tratti le storie dei personaggi paiono slegate tra loro.

Recensione

  • Voto 8
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