Recensione di Che fine ha fatto Sara? 3. Nel suo finale la serie ci concede tanti colpi di scena

Poster che fine ha fatto Sara 3

La terza stagione di Che fine ha fatto Sara? (¿Quién mató a Sara? 3) è ora disponibile in streaming, precisamente dal 18 maggio su Netflix, a un anno dall’uscita della seconda stagione, che era disponibile per lo streaming dal 21 maggio 2021. La seconda stagione si è conclusa con una misteriosa e preoccupante telefonata tra Nicandro e lo psichiatra Hugo Alanis Musa. Il ragazzo è coinvolto nella morte di Sara e il medico è un suo complice. Il finale della seconda stagione di Che fine ha fatto Sara allude a un progetto più ampio che comprende un programma psichiatrico illecito che coinvolge anche la giovane protagonista. Marifer pensa di essere responsabile della morte di Sara, ma non è lei la vera colpevole. Si tratta, quindi, di un finale di stagione abbastanza aperto e i fan hanno atteso con curiosità gli episodi della terza stagione, per scoprire cosa sia realmente successo alla ragazza.

All’inizio erano previste solo due stagioni per questo show ma è stato l’entusiasmo del pubblico a spingere Netflix a rinnovare la serie per la terza e ultima stagione. Nel cast troviamo Manolo Cardona (Alex Guzman), Leo Deluglio (il giovane Alexander), Guinness Garcia Millan (Cesar Lazcano), Carolina Miranda (Elisa Lazcano), Claudia Ramirez (Mariana Toledo de Lazcano), Alejandro Nones (Rodolfo Lazcano), Andres Baida (Giovane Rodolfo), Eugenio Siller (Jose Maria “Chema” Lazcano) e Polo Morin (Giovane Chema). La serie è scritta da Jose Ignacio Valenzuela.

Le prime due stagioni sono incentrate sul rapporto conflittuale tra la famiglia Guzman e la famiglia Lazcano, approfondito da numerosi flashback. Dopo la seconda stagione c’era il rischio di assistere a una trama intenta a strafare sui dettagli oscuri legati all’adolescenza di Sara. La ragazza muore all’età di 17 anni ma dimostra di aver vissuto episodi traumatici di vario genere, che vanno dall’incontro con il padre psicopatico ad altri affari di droga fino alla sua inaspettata gravidanza. Pertanto, non sembrava credibile che avesse avuto l’opportunità di vivere tanti traumi diversi, data la sua giovane età.

La terza stagione corregge il tiro. Come puoi vedere anche nel trailer, ci sono molti colpi di scena. Piuttosto che concentrarsi sugli eventi prima della morte di Sara, la trama approfondisce ciò che accade subito dopo. Inoltre, nella terza stagione di Che fine ha fatto Sara, assistiamo allo sviluppo di alcuni personaggi relativamente nuovi: Nicandro, il padre di Nicandro Reinaldo (interpretato da un grande Jean Reno) e il dottor Alanis. Le loro storie stupiscono con colpi di scena ben costruiti. Invece, la famiglia Lazcano passa in secondo piano, almeno nelle prime scene. La rivalità e il profondo legame tra loro e i Guzman è alla base di Che fine ha fatto Sara e questo tema viene un po’ ripreso man mano che ci avviciniamo al finale.

Gli ultimi episodi della terza stagione di Che fine ha fatto Sara? presentano una trama molto complessa che alterna flashback a scene ambientate nel presente. Se da un lato questa complessità narrativa è stimolante, dall’altro gli spettatori faticano a seguire la storia con facilità, quindi anche i colpi di scena e i momenti più emotivi non hanno l’effetto sperato. Probabilmente l’elemento che ha reso più confusa la trama è la scelta di inserire in ogni episodio dei flashback che si svolgono in momenti diversi. Ad esempio, nel quarto episodio, oltre alle scene odierne con José Maria e Alex, i flashback si svolgono prima della caduta di Sara con il paracadute e poi nella clinica del dottor Alanis. Aiutato solo dall’invecchiamento non troppo evidente dei personaggi, il pubblico fatica a collocare le scene nel momento giusto della storia, anche per il ritmo veloce con cui si alternano. La protagonista dei flashback è quasi sempre Sara, che nonostante la giovane età, dimostra di aver vissuto numerose esperienze traumatiche.

In generale, però, questo ricchissimo intreccio riesce a fornire una risposta convincente alla domanda cardine della serie, ovvero: “Che fine ha fatto Sara?”. L’esito – che alcuni potranno già comprendere nei primi tre episodi della terza stagione – è sorprendente, allontanandosi radicalmente dai sospetti e dalle ipotesi della prima e della seconda stagione. Inoltre, l’alternanza dei flashback cerca di dare un senso di unità alla trama: in tutti gli episodi della serie le carte in tavola sono state spesso mescolate, e le scene ambientate nel passato aiutano a capire quelle del presente.

La terza stagione di Che fine ha fatto Sara? prosegue e sviluppa alcuni temi presenti con meno insistenza nelle prime due stagioni. Abbiamo visto come Sara sia stata vittima di una negligenza medica, di un sistema incapace di comprendere i suoi disturbi mentali. La ragazza soffre di schizofrenia ereditata dal padre, la sua famiglia fatica a riconoscerla – fatta eccezione per sua madre che ne è terrorizzata – e le sue amiche non sospettano di nulla. La serie presenta anche il desolante senario della clinica di cura in cui Daniela è rinchiusa dal padre Reinaldo (ricercatore della clinica) a causa della sua omosessualità.

In generale, la serie aggrava alcuni problemi reali, con esagerazioni utili alla trama. Tuttavia, Che fine ha fatto Sara attira l’attenzione sui numerosi problemi e sull’abbandono dei pazienti psichiatrici. Le malattie mentali spesso si rivelano più sottili di quelle somatiche, in quanto meno evidenti. Le persone faticano a trovare il coraggio di parlarne e anche la società a volte tende ad escludere i pazienti psichiatrici. Quindi, la terza stagione della serie, mette in luce un vero problema portandolo a molti spettatori con cruda onestà e inserendolo efficacemente nella trama.

Il ritmo di Che fine ha fatto Sara è supportato da un montaggio veloce, a volte addirittura confuso per rappresentare il disorientamento dei protagonisti. I primi tre episodi della terza stagione hanno posto le basi per il finale, iniziando a rispondere alle tante domande aperte. Sebbene questa complessità sia stimolante e crei continuamente suspense, è difficile avere un’idea completa della trama dopo più di 20 episodi. Le nuove rivelazioni contraddicono di volta in volta le precedenti e non sempre il pubblico riesce a seguire facilmente questo intreccio, fondamentalmente incentrato su un fatto che avviene in pochi minuti: la morte di Sara.

Tuttavia, gli indizi sui colpi di scena sono ben sparsi per tutta la serie e questo sicuramente stimola e mantiene viva l’attenzione degli spettatori. Infine, la performance di Ximena Lamadrid nei panni di Sara Guzman è davvero convincente e precisa, anche in situazioni insolite. Forse l’elemento più eclatante e drammatico è rappresentato dalla clinica di cura in cui alcuni dei protagonisti – José Maria e Daniela – vengono rinchiusi per cancellare la loro omosessualità. I dialoghi, così come le immagini relative a questo ambiente, sono molto crudi e hanno l’obiettivo di scuotere il pubblico.

La scelta di rappresentare l’omofobia in modo così concreto e violento è certamente coraggiosa, rischiando anche di mancare di sensibilità in varie scene in cui il confine tra provocazione e morbosità sembra labile.

Nei primi episodi della terza stagione di Che fine ha fatto Sara? viene introdotto un personaggio chiave: Lucia, la figlia di Sara. Ximena Lamadrid interpreta il nuovo ruolo con grande intensità, proprio come Sara. Questa svolta ha reso particolarmente interessanti gli episodi di apertura della terza stagione, poiché i fan pensavano di conoscere molto a fondo Lucia. Negli episodi successivi il personaggio non ha un ruolo centrale e non capiamo quale sia la sua identità, a parte essere la figlia di Sara. Lo spazio a lei dedicato, però, contribuisce a variare i toni della terza stagione, proponendo qualcosa di innovativo e nuovo rispetto alle due stagioni precedenti. In particolare è interessante il rapporto che Lucia ha con lo zio Alex: queste scene, seppur poche, riescono in qualche modo a ricostruire l’unità della famiglia Guzman.

Gli autori di Che fine ha fatto Sara? hanno optato per un finale che non è né completamente negativo né positivo. I protagonisti devono dire addio a un caro amico nell’episodio finale. La scena finale chiude poeticamente la serie, con una patina di nostalgia ma anche con la speranza di un futuro migliore. Le ambientazioni sono appropriate e aiutano a creare questo effetto: da un lato vediamo un paesaggio naturale molto aperto, dall’altro c’è la clinica fredda e anonima del dottor Reinaldo. Questo contrasto è molto interessante.

Concludendo, la terza stagione 3 ha segnato la fine della serie. Serie che tra pregi e difetti ha saputo entusiasmare moltissimi fan. Con un cast valido anche se non così noto, la storia è riccamente articolata: l’intera trama è incentrata su un unico misterioso evento, la morte di Sara. Si tratta di una scelta narrativa particolare che si è rivelata valida. Tuttavia i personaggi secondari rischiano di essere un po’ sacrificati. La fotografia si dimostra ancora una volta di grande impatto nella terza stagione, come nelle scene in cui vediamo i disegni inquietanti di Sara e il suo riflesso distorto nello specchio. Riprendendo la mitologia classica, il piano psichiatrico del dottor Alanis e del dottor Reinaldo è chiamato progetto Medusa: la ragazza si vede allo specchio con i serpenti al posto dei capelli, altra metafora della sua irrequietezza.

E tu hai visto la 3° stagione di Che fine ha fatto Sara? Fammi sapere attraverso i commenti cosa ne pensi.

La Recensione

Che fine ha fatto Sara? 3

8 Voto

La terza stagione di Che fine ha fatto Sara? si avvicina al finale con alcuni colpi di scena sorprendenti e capaci di rinnovare l'interesse e l'attenzione del pubblico. Con i suoi soliti toni onesti, malinconici e talvolta crudi, la serie si sviluppa in un intreccio complesso ma stimolante.

PRO

  • Tanti colpi di scena
  • Cast sconosciuto ma che si comporta bene
  • Ambientazioni studiate a dovere

CONTRO

  • Delle volte i flashback creano confusione

Recensione

  • Voto 8
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