La recensione di Mank: il film con maggiori candidature agli Oscar 2021

Mank 2021

Mank è un film diretto da David Fincher, disponibile su Netflix dal 4 dicembre 2020, dopo il suo esordio negli Stati Uniti d’America il 13 novembre dello stesso anno, e che nella sua trama narra la vita dello sceneggiatore Herman Mankiewicz, scrittore del capolavoro cinematografico Quarto Potere, diretto e interpretato da Orson Welles. Mank conta numerose candidature agli Oscar, tra cui quella per miglior film.

Il trailer di Mank

La trama di Mank e come Quarto potere ha influenzato la storia del cinema

Mank è la biografia dello sceneggiatore di Quarto potere, e molto di più.

Ma andiamo per ordine: siamo in California, nel 1940. In una casa isolata e silenziosa si stabilisce forzatamente lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, soprannominato Mank, insieme a due collaboratrici che gli prestano aiuto a causa di un incidente che lo ha reso provvisoriamente non autonomo, e lo supportano nella stesura della sua sceneggiatura commissionata da Orson Welles, queste le prime parole del film, a contestualizzare il tutto:

“Nel 1940, a 24 anni, Orson Welles fu attirato a Hollywood da una RKO in difficoltà con un contratto adatto al suo talento di narratore. Gli fu data autonomia creativa assoluta, senza alcuna supervisione. Avrebbe potuto girare qualsiasi film su qualunque argomento, avvalendosi di collaboratori di sua scelta…”

Le due collaboratrici sono Rita, dolce e premurosa infermiera, e la signora Alexander, rapidissima dattilografa, coordinate da John Houseman, assistente del regista Orson Welles, con l’arduo compito di far rispettare i termini temporali di 90 giorni, ben presto diventati 60, utili ad ultimare la sceneggiatura.

Il motivo del trasferimento in mezzo al nulla è appositamente pensato per tenere Mank lontano dalle distrazioni, ma le scene di stesura sono interrotte da lunghi flashback che raccontano la vita di Mank dell’ultimo decennio, fonte di ispirazione, durante gli anni impiegati alle Paramount e alla Mgm poi, alle dipendenze di Louis Mayer.

Mank aveva abbandonato New York negli anni ’20, per affermarsi a Los Angeles come richiestissimo sceneggiatore, e in quegli anni fu frequentemente ospite del magnate della stampa William Randolph Hearst e, sia con lui che con Mayer, ebbe diversi diverbi a riguardo delle elezioni per il governatore dello stato del 1934: Mank favoriva il candidato democratico Upton Sinclair, Hearst e Mayer tutto l’opposto.

Mank e Marios si incontrano durante le riprese di un film

Upton Sinclair si contese con Frank Merriam il governo della California, e le sue idee inorridirono il sistema hollywoodiano tanto da indurre il capo della Mgm a mettere in circolo giornali ingannatori per denigrare il temuto comunista:

“Irving, lei è un uomo di cultura. Conoscerà la differenza tra comunismo e socialismo. Nel socialismo tutti condividono la ricchezza, nel comunismo tutti condividono la realtà. Upton vuole solo che lei destini parte della sua gratifica natalizia a chi le fa le pulizie in casa”.

I flashback riguardano anche la compagna di William Randolph Hearst, Marion Davis, interpretata dalla bellissima attrice Amanda Seyfried, e ci riconducono poi agli affetti più cari, dalla moglie, “la povera Sara” e il fratello Joseph, anche lui uno sceneggiatore. Non appena si torna al momento presente, i frammenti del film sono intervallati dalla dettatura dell’opera di Mank, e i momenti di alcolismo, mai senza whiskey per Herman.

L’obiettivo è rendere evidente che la sceneggiatura di Quarto potere ha preso vita dalla vita vissuta in quegli anni, una trama in cui realtà e fantasia sono indistinguibili, ma esattamente nella vita di Mankiewicz. Orson Welles costruì la sua carriera sul successo ottenuto da questo film, considerato da molti il film più bello della storia del cinema, ridimensionando però il contributo di colui che venne ritenuto, a trent’anni di distanza, il vero artefice di questo trionfo: Herman Mankiewicz.

Candidature agli Oscar

Marion Davis durante una scintillante festa

Mank è stato candidato per gli Oscar 2021, che si terranno la notte del 25 aprile, per i seguenti premi: miglior film, miglior regia, miglior attrice non protagonista per Amanda Seyfried e miglior attore protagonista per Gary Oldman.

Mank è un viaggio, nella vita di un uomo vissuto nella Hollywood capace di far sognare, che ruotava intorno alla bellezza, ai dialoghi accesi, e alle ferme e dure prese di posizione, alle feste iniziate con molto scintillio e finite con qualche lite furiosa intorno ad idee politiche.

David Fincher ha recuperato una vecchia sceneggiatura del padre Jack, anch’egli scrittore, ed è stato in grado di farne un film sovrapposto e complesso, in cui l’interpretazione di Gary Oldman è favolosa, perfettamente calata nel personaggio, in grado di ricostruire un’identità perfettamente credibile. Ma non è la sola figura importante: la sensazione che restituisce il film guardandolo fino in fondo, è che nessun personaggio sia secondario ma, solo, è descritto dal punto di vista di Mank, è visto con i suoi occhi, siamo noi attraverso lui.

“Dobbiamo solo restare vigili, rispetto alle persone che sono nell’ombra e lasciano la propria incredulità fuori dalla porta. Abbiamo una grande responsabilità”.

Stilisticamente, anche in Mank così come in Quarto potere, siamo in assenza di colore, una scelta capace di donare profondità ulteriore ad un film già complesso e dettagliato fin dalle prime scene.

Insomma, così come Quarto potere ha segnato la storia, forse sarà in grado di farlo anche Mank, legandosi ad un gigante, così che possa farci pensare: se ho visto Quarto potere, non posso non vedere Mank.

Tu quale film candidato all’Oscar hai già visto?

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La Recensione

Mank

9 Voto

Mank è la storia della vita dello sceneggiatore Herman Mankiewicz, scrittore del capolavoro cinematografico Quarto Potere, diretto e interpretato da Orson Welles.

PRO

  • Gary Oldman è perfettamente calato nei panni di Herman Mankiewicz, una storia profonda ed appassionante.

CONTRO

  • Se non si è visto Quarto potere, è difficile comprendere fino in fondi i moltissimi riferimenti del film.

Recensione

  • Voto 9
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