Recensione di “Nyad – Oltre l’oceano”, film di Netflix con Annette Bening e Jodie Foster

Nyad - Oltre l'oceano foto film

Copertina Nyad Oltre Oceano

Nyad – Oltre l’oceano è un film prodotto da Netflix ed uscito nel 2023. Il film racconta di una storia vera, accaduta nel 2013, ed abbraccia un arco durato trentacinque anni che vede come protagonista Diana Nyad, un’abile nuotatrice statunitense con origini elleniche. Infatti, per chi se lo stesse chiedendo, Nyad è una ninfa dell’acqua dolce (le Naiadi nella mitologia greca erano per l’appunto delle note ninfe con capacità guaritrici e profetiche).

Trama

La pellicola narra della nuotatrice Diana Nyad e della sua vita. Diana è una giovanissima promessa del nuoto e non ha alcuna intenzione di restare una cometa. Così, sin da fanciulla, coltiva il suo interesse e la sua passione per questo incredibile sport e porta avanti eroicamente, con mirabile dedizione, ogni sua impresa. Diana è un personaggio caparbio che riesce a spuntare ogni suo obiettivo, tranne uno: la traversata di quarantotto ore e “plus” per percorrere il tratto di mare che va da Cuba alla Florida. Si tratta di un angolo di mondo, è vero, ma sono comunque diverse miglia da affrontare. In più, se si considerano le correnti, gli squali, le meduse e le altre innumerevoli creature marine ben si intuisce quante difficoltà possa nascondere una simile avventura. Diana Nyad è affiancata da una ben più testarda amica: Bonnie Stoll. Bonnie è un’atletica signora coetanea della sessantenne Diana. Convivono e dividono ogni momento della giornata, vivendo assieme ogni singolo attimo ed istante della propria esistenza. Bonnie cerca di indirizzare Nyad verso una vita tranquilla, ma la protagonista bionda non sembra cedere alle tentazioni della normalità. Anzi, sembra sempre ossessionata dall’ambizione e dalla supremazia. Ovviamente per l’impresa servirà l’aiuto anche di altri membri. A capeggiare questo gruppo di figure secondarie è sicuramente il navigatore John Bartlett. John è l’anima e lo spirito della spedizione: calcola, conta, incita e riflette sapientemente sulle strategie da effettuare. Certo, è molto più previdente rispetto alla spregiudicata Bonnie, la quale possiede un carattere più affine alla protagonista di questo racconto di ben due ore. Nel complesso la trama risulta essere interessante e si riduce spesso all’essenziale. Qualche dialogo di circostanza per approfondire i rapporti è presente, però, certamente, non risulta per nulla pesante. Talvolta, tali scorci riescono ad approfondire la superficiale psiche dei personaggi, conferendo a tutti dei tratti più umani e conformi all’affettuoso legame tra i membri. Un tentativo ben riuscito che caratterizza i personaggi, senza farli scadere nel becero sentimentalismo.

Scene e dialoghi

Ovviamente, però, bisogna sottolineare la presenza di alcune scene di troppo nel film. Qualche battuta mal riuscita, qualche inquadratura poco convincente, nonché anche un imperfetto uso della CGI. Basta semplicemente anticiparvi che ci sono pochissime creazioni computerizzate nel film, ma ogni singolo frame è terribile, inguardabile. E se gli squali intervengono fugaci per fuggire subito altrove, i palazzi sotto il livello dell’acqua, al contrario, restano per diversi attimi sullo schermo del televisore. La realizzazione ricorda molto The Flash, o, per i più nostalgici, qualcosa di più simile ad un lavoro di medio livello su PlayStation 3. Dei dialoghi non possiamo esimerci dal sottolineare l’intelligenza delle frasi pronunciate dai protagonisti. Netflix ci aveva ormai abituato a costanti battute di pessima fattura, alcune volte salaci, altre volte senza o fuori contesto. In questo film si registra un buon livello di normalità. Consiglio spassionato: il doppiaggio italiano è buono, -sicuramente meglio di molti altri aggiungerei- però per avere una maggiore profondità suggerisco di guardarlo in lingua originale.

Cast

Il cast è formato da diversi attori di discreta fama. Una buona Annette Bening interpreta Diana Nyad. Annette Bening è ben tagliata per questo ruolo, possiede una discreta somiglianza fisica da quanto è stato possibile capire. A livello tecnico inscena un bel personaggio con una prova sufficiente. Certo, per spezzare una lancia in suo favore c’è da dire che per la maggior parte del tempo la vediamo in acqua a nuotare, mentre per il resto sofferente, ambiziosa o intenzionata a compiere il suo destino. Il destino che i Greci tanto amavano e che le Parche filavano continuamente e costantemente. Coincidenze? Io non credo. Comunque, al di la di ogni battuta goliardica, vale la pena di celebrare una buona Jordie Foster. Anche lei, però, ci ha abituato a standard di recitazione un po’ più elevati. È vero, complessivamente non è poi una prova deludente, però ricordatevi sempre che stiamo parlando di attrici pluripremiate con numerosi trascorsi alle spalle. Pare giusto concludere evidenziando anche una sufficiente recitazione di Rhys Ifans. Piccola nota: talvolta sembra un po’ meccanico nelle espressioni, non pare aver superato quello step di normalità che aveva lasciato trasparire all’inizio dello scorso decennio, quando con Marc Webb interpretò Lizard in The Amazing Spiderman (tra i tanti film ho scelto questo perché è il più conosciuto).

Regia

Il lavoro tecnico è buono. Qualche inquadratura sbagliata; il comparto audio è buono, anche se qualche musica di sottofondo sembra stonare con le reali sensazioni che si provano. Sui dialoghi ci siamo già fermati. Nel complesso la prova è convincente. Come ultimo punto intendo sottolineare il buon alternarsi tra immagini filmiche e video d’epoca originali, reali filmati registrati in quei giorni. Accurata la narrazione e ben riuscita la relazione che lega passato e presente e presente e passato. Spesso e volentieri i due archi narrativi si intrecciano. L’unico rimpianto, però, è solo quello di non aver approfondito totalmente la psiche di un personaggio tormentato come quello di Diana Nyad: essere una donna navigata non significa non avere vissuto attimi di paura, anzi. È deludente per lo spettatore vedere scene di abusi sessuali che si riducono a ricordi infranti e ad emozioni di tristezza, e che, come nelle sale cinematografiche, si proiettano nella scatola cranica di Diana Nyad solo nei momenti di difficoltà durante le traversate. Tutto questo, l’intera sofferenza vissuta spazzata via, come con un colpo di spugna, dall’acqua che tutto può e nulla da sola realizza. Non posso conoscere gli intenti del regista, però mi sento di sostenere la tesi che questa è stata un’importante opportunità di sviluppo persa. Sebbene questo non renda un film buono un terribile disastro, lo attesta nella sua mediocrità, dove tutti i film Netflix amano nuotare, proprio come la protagonista di questo film. Certo, se avete del tempo guardatelo comunque perché, fidatevi, la storia è avvincente e ne vale la pena.

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La Recensione

Nyad - Oltre l'oceano

6 Voto

Il nostro desiderio di vedere un prodotto su Netflix sensato è stato realizzato. Con ciò non affermo che la casa dello streaming sia un completo disastro. Almeno questa volta non ci ha ingannati. Il film merita un'opportunità. Anche perché fa sempre piacere in questi tempi osservare una storia di squadra: senza distinzioni tra quote rosa o quote blu.

PRO

  • Storia vera
  • Giusta durata
  • Avvincente
  • Non troppo pesante

CONTRO

  • Poco approfondimento psicologico dei personaggi
  • CGI

Recensione

  • Voto 6
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