Qual è il vero senso della vita? Ce lo racconta la Disney Pixar con Soul, un film per i genitori più che per i bambini

Soul protagonisti

Soul

Con Soul la Disney Pixar mette a segno l’ennesimo buon film, una storia bella, divertente e piena di spunti di riflessione. Un film che, data la complessità e l’astrazione dei temi trattati, non è tanto adatta ad un pubblico di giovanissimi, ma che al contrario sembra pensato per un pubblico di adulti, e in particolare, per i genitori.

Il film Soul è stato reso disponibile, in esclusiva, sulla piattaforma streaming di Disney+ dal giorno di Natale, e ad oggi ha già raccolto un gran successo. Molte sono le persone che hanno gradito la profondità della trama, meno numerosi ma comunque presenti, le persone che vedono in Soul un ripetersi dei temi di Inside Out.

A mio avviso Soul ha in realtà una marcia in più, ma è sicuramente dedicato ad un pubblico più adulto piuttosto che a quello dei bambini sotto i 10 anni.

Di cosa parla Soul, il film Disney Pixar? Ecco come comincia la storia…

Il protagonista del film è Joe Gardner, un insegnante di musica delle scuole medie che tenta disperatamente di avverare il suo grande sogno, quello di diventare pianista di una jazz band. Fare l’insegnante di musica per tutta la vita, infatti, appare agli occhi di Joe come una sconfitta, un appendere al chiodo le sue ambizioni, e finire la propria vita senza sentirsi realmente realizzato.

Un giorno però, dopo aver ricevuto la chiamata di un ex allievo, gli si presenta la grande occasione della vita: nel quartetto jazz di una delle sue musiciste preferite, viene a mancare il pianista, e Joe viene invitato a prendere il suo posto per un’importante serata.

Il grande sogno di tutta la vita sta per realizzarsi! Ma nel tragitto verso il locale dove deve fare le prove, Joe finisce in un tombino e… muore. Un inizio duro, quasi inconcepibile per lo spettatore, ma è proprio da questo inaspettato avvenimento che prende il via la vera storia di Soul.

Una volta caduto nel tombino, Joe si ritrova in una specie di limbo. Il suo corpo giace in coma all’ospedale, e la sua anima si ritrova su un rullo scorrevole che lo trascina a poco a poco verso una grande luce. Joe però non ci sta. Non accetta di dover morire nel giorno più importante della sua vita, il giorno che ha sempre aspettato, e fa di tutto per poter scendere dal rullo e allontanarsi dalla grande luce dell’Aldilà.

E’ così che Joe si ritrova in un altro posto assurdo, un posto dove le anime ancora non nate si allenano per poter poi scendere sulla terra e dare inizio ad una nuova vita. Qui le anime come quelle di Joe vengono impiegate come mentori e guide, in modo che le nuove anime possano ricevere ispirazione e aiuto per avviarsi verso la vita vera.

Proprio in veste di mentore Joe conosce così 22, un’anima ribelle che non è mai riuscita a completare il proprio allenamento pre-nascita. Incapace di appassionarsi a qualcosa, 22 rifiuta di impegnarsi e rifiuta di dover lasciare quel limbo libero e senza pensieri per scendere in una Terra terribilmente caotica e, ai suoi occhi, insensata.

Sarà così che i due proveranno a collaborare per poter ricevere il pass per la Terra in modo che possa usarlo Joe per tornare alla sua serata jazz, ma qualcosa va storto e i due si ritrovano catapultati nella vita con l’anima di 22 nel corpo di Joe e l’anima di Joe nel corpo di un gatto! Per fare in modo che tutto torni al suo posto, i due ne passeranno delle belle…

La recensione del film Soul

Non è la prima volta che un film Disney Pixar affronta il tema delle emozioni e della morte. Già con Inside Out e Coco i due temi, seppur in modo molto diverso, erano stati trattati, e sono tanti gli spettatori che si sono sentiti d’avanti ad una storia già vista e raccontata.

Eppure, a differenza dei film precedenti (dove in Inside Out vengono mostrate le emozioni in modo semplice e intuitivo, e in Coco viene mostrata la morte come una nuova vita dove non si scompare mai davvero finché lasciamo nei nostri cari il ricordo dei momenti trascorsi insieme) in Soul più che della morte si parla di vita, delle emozioni piccole, degli attimi, delle grandi passioni ma anche dell’importanza di non scollegarsi mai dal mondo che ci circonda, di restare recettivi e immersi in ogni istante della nostra vita.

Quello che Soul ci insegna è che il senso della vita non è una grande verità, un grande scopo; il senso della vita è semplicemente vivere, godere fino in fondo ogni momento della nostra esistenza.

Così come ci viene mostrato attraverso il personaggio di Joe Gardner, le passioni sono importanti nella vita di tutti noi, sono la legna che tiene vivo il fuoco dentro di noi. E’ importante avere un obiettivo e spingersi verso di esso con tutte le forze, ma bisogna anche stare attenti a non concentrarsi solo sull’arrivo, il traguardo tanto agognato, ma di essere in grado di godersi l’intero tragitto.

Nel tentativo di realizzare il suo sogno di musicista, Joe finisce per perdersi la vita nella sua immensa semplicità, gli amori, la gioia delle piccole cose. La passione diventa in questo modo un’ossessione, una febbre che ci rende insensibili a tutto i resto.

Ad aiutare Joe in questo cammino di comprensione della vita sarà 22, un’anima pura, che addirittura non desidera nemmeno vivere in questo mondo, ma che poi rimane incantata dal vedere quanto la vita sia piena di emozioni, sentimenti, sensazioni che vale la pena vivere, nonostante tutto.

Ritengo che Soul sia un film che possa servire molto, più che ai bambini, ai genitori, perché nel percorso di 22 viene resa chiara l’importanza di supportare sempre i propri figli, spingerli a fare, a conoscere, senza forzature, e senza riversare su di loro frustrazioni e delusioni proprie. 22 si riempie di ciò che vede, che sente intorno a sé, e così facendo impara a vivere e a godere della vita in tutte le sue sfaccettature.

Al contrario Joe scopre che, dopo la serata da sogno che aspetta da tutta la vita, non cambia niente, la vita continua come prima, e che il vero significato delle cose sta nel come le si vive.

Joe Gardner al piano

Il grande punto di forza di Soul sta tutto nella scrittura, che si concentra su temi complessi e difficili da raccontare con una storia semplice. Sebbene sia pensata per un pubblico più adulto, Soul rimane un film di animazione da vedere insieme ai bambini, e oggi parlare di queste cose con un bambino non è affatto semplice.

Altro punto di forza sta di sicuro nelle illustrazioni e nella grafica scelta. Soul fa uso di diversi stili, che vanno a caratterizzare l’Aldilà, il limbo e la Terra, così da renderli visivamente diversi ed immediati.

Un gran bel film, che mi sento di consigliare a tutti. Forse i bambini troppo piccoli non potranno afferrare tutto, ma non è giusto nemmeno sottovalutare la loro capacità di riflessione.
Per una gusto puramente personale, continuo a preferire, fra i diversi citati, il film Coco (qui potete leggere la recensione), ma ho amato molto Soul e lo consiglio a tutti!

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La Recensione

Soul

9 Voto

La storia di Joe Gardner insegnante di musica che, nel giorno più importante della sua vita, scopre il vero senso dell'esistenza. Una storia adatta più ad un pubblico adulto che ai bambini, ma che merita di essere assaporata dal primo all'ultimo minuto.

PRO

  • Sceneggiatura
  • Illustrazione
  • Temi importanti trattati nella trama

CONTRO

  • Adatto più ad un pubblico adulto che non ai bambini più piccoli dei 10 anni

Recensione

  • Voto 9
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