The Condemned – L’Isola della morte, la recensione del film

The condemned recensione film

The Condemned Tribute - Savin' Me


TITOLO: The Condemned – L’isola della morte

TITOLO ORIGINALE: The Condemned

REGIA: Scott Wiper

CAST: Steve Austin, Vinnie Jones, Robert Mammone, Tory Mussett, Manu Bennett, Madeleine West, Rick Hoffman

PAESE: USA

ANNO: 2007

GENERE: thriller, azione

DURATA: 113 minuti

 

 


TRAMA: Un produttore televisivo, ossessionato dall’audience, decide di costruire un reality diverso dal solito per poter fare il record d’ascolti: preleva dieci assassini dai carceri di tutto il mondo e li mette su un’isola deserta della Papua Nuova Guinea affinché combattano e si uccidano fra loro. L’ultimo a rimanere vivo sarà decretato vincitore della competizione ed avrà la libertà a lungo sognata.
Lo show viene messo in diretta su internet poiché considerato il mezzo di comunicazione più efficiente.
Fra i vari protagonisti di questa orrenda trasmissione vi è Jack Conrad (Steve Austin), vecchio agente delle forze speciali statunitensi, arrestato in El Salvador per aver fatto saltare in aria un intero palazzo: in realtà, Jack, è stato costretto a svolgere questo compito per proteggere i pezzi grossi del Pentagono.
Il gioco ha inizio e i concorrenti vengono rilasciati sull’isola in cui, poco alla volta, cominciano a morire. Sebbene sopravvivere sia l’unica soluzione, Conrad non è intenzionato a fare del male a nessuno ma viene costretto a ricredersi dopo i continui attacchi da parte degli altri assassini. Mentre cerca di salvarsi la pelle individua il quartier generale della troupe, anch’essa situata sull’isola.
Tra un’uccisione e l’altra Conrad riesce ad arrivare vivo alla fine del gioco e riesce a sconfiggere anche il nemico principale, colui che ha messo lui e gli altri killer in tale situazione.

“Internet è come un incendio”

The condemned recensione film – Steve Austin nel film

 

COMMENTO: The Condemned – L’Isola della morte è uno di quei film demenziali che però, per qualche strana ragione, ti tiene incollato allo schermo per due ore di fila. In questo film, un cattivissimo produttore televisivo (che non si capisce, data la tanta malvagità platealmente espressa, come faccia ad avere moglie, migliore amico e troupe) decide di creare un reality più originale del solito per poter attirare più telespettatori possibili e fare così un record di audience mai visto prima (guadagnando per altro una gran bella somma). Mette su un’isola deserta dieci assassini di fama mondiale (con tanto di bomba attaccata ad una gamba) che hanno il compito di uccidersi tra loro: l’ultimo sopravvissuto vince la gara e guadagna la libertà, in caso di tentata fuga o “pareggio” entro il limite di tempo prestabilito, i concorrenti superstiti verranno fatti saltare in aria.
Un meccanismo di gioco simile si era visto in uno dei capitoli di Saw – L’enigmista e per cui, l’idea, così tanto originale non è stata.
Comunque, questi assassini senza scrupoli vengono lasciati sull’isola in perfetto stile “Isola dei Famosi”: gettati da un elicottero in mare. Come volevasi dimostrare, l’unico protagonista italiano, muore prima dell’inizio del gioco: viene difatti gettato, per sbaglio, sopra un tronco che lo trafigge in pieno petto, insomma, scarsi pure nei film.
Gli altri partecipanti, bene o male, sopravvivono all’atterraggio. Si iniziano subito a delineare i caratteri e le personalità dei vari killer. Abbiamo, per esempio, la donna stronza che, utilizzando l’ipocrisia fa fuori pure un americano che non l’aveva uccisa quando avrebbe potuto (la stronza si fa saltare in aria quando pensa di non avere più chances); abbiamo, per esempio, la coppietta di assassini sposati, ovvero marito e moglie messicani che non vogliono partecipare al gioco ma tentano solo di fuggire (senza riuscirci perché il killer più cattivo li fa secchi uno dopo l’altra); e via dicendo.
Conrad è il protagonista di questo thriller: è l’assassino finito lì per sbaglio, o meglio, tutte le gesta crudeli che ha svolto in passato possono essere “giustificate” poiché svolte per commissione dei servizi speciali americani (ovviamente i servizi segreti, le forze di comando, i poliziotti, carabinieri, vigili urbani e chi più ne ha più ne metta, rimangono ad osservare senza fare un tubo per tutto il film, efficienza voto -6!).
Nonostante ciò viene spedito sull’isola della morte anche lui, dove, benché sia fisicamente il più grosso, quindi con molte più probabilità di vincere, decide di fare quello “pace e amore” del gruppo e non attacca nessuno. L’unico suo obiettivo è quello di trovare il quartiere generale presente in mezzo alla foresta per poter cercare il modo di liberarsi dal congegno esplosivo attaccato alla gamba. Mentre lui se ne sta per i fatti suoi ovviamente tutti lo attaccano. Deve difendersi di continuo e prende sotto la sua ala protettrice il messicano, ormai vedovo. Il messicano però, rotto dappertutto che neanche Rossi con la Fiorentina, finisce vittima di un agguato da parte del cattivone principale (un assassino ex forze speciali come Conrad) e il suo leccapiedi asiatico. Viene bruciato vivo proprio di fronte agli occhi del nuovo amico. Conrad a questo punto abbandona definitivamente la sua filosofia da buddista doc e parte all’attacco sfidando tutti e tutto.
Nel frattempo, la moglie e il migliore amico del produttore televisivo, finalmente capiscono quanto sia folle questo gioco e provano a fermarlo, inutile dirlo: senza risultato. Anzi, il migliore amico si becca una coltellata in gola, la moglie una sberla e via.
Il film finisce con Conrad che fa piazza pulita: spara in testa all’assassino rivale e lancia una bomba sull’elicottero su cui sta scappando l’inventore del gioco, distruggendolo (io non faccio neanche canestro nel cestino ad un metro da me, lui dalla collina riesce a far finire l’esplosivo dentro l’elicottero).

Torna a casa felice e contento (da una fidanzata che lo ha aspettato per oltre un anno), titoli di coda.

Sebbene alcune scene siano così esagerate da sembrare ridicole, sebbene certi attori spacciati per principali siano per lo più comparse e sebbene Conrad sia il classico The Rock della situazione, il film ha quel non so che in grado di tenere viva l’attenzione. Oltre ad avere una colonna sonora decisamente rock.

Da vedere se non si ha nessunissima altra cosa da fare.

P.s. Steve Austin è un celebre ex wrestler (spiegato il motivo di cotanta forza fisica).

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The condemned recensione film – immagine dal film

La Recensione

Il Verdetto

7 Voto

<p style="text-align: justify;">Sebbene alcune scene siano così esagerate da sembrare ridicole, sebbene certi attori spacciati per principali siano per lo più comparse e sebbene Conrad sia il classico The Rock della situazione, il film ha quel non so che in grado di tenere viva l’attenzione. Oltre ad avere una colonna sonora decisamente rock.</p> <p style="text-align: justify;">Da vedere se non si ha nessunissima altra cosa da fare.</p>

Recensione

  • Voto Globale 7
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