Analisi del trailer del film The Other Tom, in gara a Venezia 78

The Other Tom, titolo originale El Otro Tom, è uno dei lavori più attesi tra quelli presentati alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, e il prossimo 8 e 9 settembre sarà presentato in anteprima nell’ambito della sezione Orizzonti. Diretto e sceneggiato dalla coppia di registi messicani Rodrigo Plá (La zona, La demora, Un mostro dalle mille teste) e Laura Santullo (La zona, Un mostro dalle mille teste), il film arriverà prossimanente nella sale italiane con 102 Distribution.

In queste ore è stata rilasciata una nuova clip del film che tratta un tema delicato e di grande attualità, ovvero l’uso smodato di psicofarmaci che spesso vengono prescritti ai bambini. I registi di The Other Tom affrontano la questione con grande cura, assumendo un tono intimista e mostrando il legame tra una giovane madre e il suo bambino dal quale emerge tutta la difficoltà emotiva della loro storia.

Così come si può notare dalla clip del film, madre e figlio ricevono la visita di due assistenti sociali che devono controllare qual è la situazione in casa. Nessun dei due sembra particolarmente felice della ricorrenza, ma è una proceduta che gli tocca, di cui non possono fare a meno e che in un certo senso subiscono.

La mamma sembra piuttosto spazientita, il bambino triste e rassegnato, i due assistenti sociali, un uomo e una donna, fanno ciò che gli tocca fare: si guardano intorno, visionano la casa nella quale abita la piccola famiglia, scattano alcune fotografie, controllano dispensa, condizioni del lavello, scaffali e mobili presenti nella piccola cucina.

Una scena tratta dal film The Other Tom

The Other Tom presenta un tema delicato

Il tema trattato dai registi di The Other Tom è decisamente delicato, come già detto, e anche piuttosto periglioso perché, se non trattato con attenzione, potrebbe diventare o inutilmente retorico, o dare un messaggio sbagliato. A quanto pare, infatti, molto spesso quando viene fatta una diagnosi di disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività ai bambini, segue molto spesso la prescrizione di farmaci.

Questi farmaci, molto forti, tentano di controllare e calmare i bambini affetti dalla già citata iperattività ma che, alla resa dei conti, non curano: nel film viene messa in luce, quindi, la ricerca di una soluzione alternativa, pur assumendosi il rischio di sfidare il protocollo con coraggio e forza, ma senza una soluzione certa. Questo il tema principale raccontato in questa storia.

Il casr e la trama di The Other Tom

Il cast di The Other Tom è molto ricco e variegato, oltre agli attori principali interpretati da Julia Chavez, ovvero la protagonista, la giovane e problematica madre Elena, e il giovane Israel Rodriguez Bertorelli, il piccolo protagonista; è importante citare gli altri attori protagonisti, ovvero: Leah Miller, Jorge Castro, Malicia Dominguez, Alejandra Dozal, Sofía Prieto, Joseph de la Riva, Alma Brockhoff, Cristopher Jones, Rigo Zamarron, Marina Garbalena, Samantha Jasso, Michelle Flores, Gloria Carden, Jaco Rodriguez, Frank Rico, Gigi Chaires, Abby Alonzo e Jeanelle Carden.

La trama ufficiale del film descrive alla perfezione la situazione che si incontra durante i 111 minuti di visione:

Nove anni, testardo, dirompente, imprevedibile, sfocato, arrabbiato, Tom non è, a dir poco, adatto all’ambiente regolamentato di un’aula scolastica pubblica a El Paso, in Texas. E le sue richieste pesano molto su sua madre Elena, una madre single che si destreggia tra lavoro e assistenza sociale, mentre cerca di mantenere una sorta di vita propria. Elena è inizialmente collaborativa quando al ragazzo viene diagnosticato un disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e gli vengono somministrati una serie di farmaci per contrastare il suo comportamento “inappropriato”. Quando Tom diventa un guscio depresso di se stesso, con uno spaventoso potenziale di autolesionismo, Elena prende la fatidica decisione di buttare via le sue droghe nonostante le conseguenze – dalla scuola, e poi dai servizi di protezione dei bambini, che minacciano di rimuovere Tom dalla sua cura. Anche le opzioni senza droga approvate dallo stato comportano una minaccia implicita di non cooperazione.

A quanto dichiarato dagli autori, inoltre, The Other Tom è un progetto che nasce come reazione all’epidemia di bambini con sindromi multiple e disturbi mentali, diagnosticati osservando il loro comportamento. A quanto pare, infatti, si sta assistendo a un momento in cui i comportamenti tipici dell’infanzia sono visti come patologie. Ogni giorno più bambini assumono farmaci psichiatrici, più insegnanti richiedono questo farmaco, più medici e psichiatri prescrivono farmaci psicoattivi, come se fossero aspirina, ma sempre più genitori stanno prendendo la decisione di risolvere i problemi comportamentali dei loro figli all’interno di questa configurazione.

Ecco le toccanti parole di Rodrigo Plá e Laura Santullo:

Tra le tante cose che potrebbero essere messe in discussione sulla diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), siamo particolarmente interessati a guardare all’approccio ai bambini implicito in questa diagnosi e alla schiacciante semplificazione di ciò che è un essere umano; il bambino è ridotto al suo comportamento immediato, privo di qualsiasi storia personale, distaccato dalle sue azioni dalla sua realtà sociale, affettiva e familiare. Con tutto questo in mente abbiamo costruito The Other Tom per interrogarci e chiederci cosa sta succedendo. Lo facciamo concentrandoci su una famiglia in particolare, composta da Tom, un bambino di nove anni “difficile”, e sua madre Elena, una giovane donna single, dando vita al loro dramma personale, perché crediamo che sia proprio dall’osservazione dell’individuo che possiamo tentare di assumere qualcosa di più grande. Pienamente consapevole che è un punto di vista; uno tra tanti.

Durante il processo di scrittura, abbiamo deciso che la nostra storia, anche se finisce in Messico, si sarebbe svolta principalmente negli Stati Uniti. Ciò è dovuto a due ragioni che riteniamo importanti. Il primo è che gli Stati Uniti sono la culla di questo metodo di valutazione e di medicazione. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nelle sue diverse edizioni, si è rivelato come una Bibbia in gran parte del mondo (Messico incluso), su cui molti specialisti si affidano per legittimare sia la condizione che il trattamento come indiscutibili. D’altra parte e nell’attenzione ad un altro degli elementi sostanziali del nostro aneddoto, (la possibilità che la madre perda l’affidamento del figlio), l’esistenza di una forte presenza dei servizi sociali statali è fondamentale per poter raccontare la storia in tutte le sue dimensioni. La tensione intorno ai confini tra ciò che è pubblico e ciò che è privato, per quanto riguarda le decisioni familiari, fa parte dell’essenza del film.

Cosa succede quando una diagnosi si rivela essere uno stigma? In che misura può e deve intervenire lo Stato? E qual è il punto di un farmaco che controlla, che calma, ma che alla fine non cura?


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