La recensione di “The Recruit”, uno spy thriller che rende giustizia a Noah Centineo

The Recruit serie tv prima stagione

Noah Centineo è, forse, l’archetipo della star di Netflix, un artista la cui carriera è stata in gran parte composta da ruoli in commedie romantiche per adolescenti. Come i film in cui ha recitato, Centineo ha un fascino effimero; è una presenza amabile, ma è uno che non riesce a guadagnarsi l’affetto del pubblico dopo i titoli di coda. Il che lo rende adatto a una serie TV d’azione molto spettacolare ma poco complessa. “The Recruit”, nuovo dramma Netflix creato da Alexi Hawley, spinge il personaggio di Centineo Owen Hendricks in mezzo agli agenti della CIA, e qui l’attore sfrutta al meglio i suoi punti di forza aggiungendo più stile, dramma e sesso al suo curriculum Netflix.

“The Recruit” si apre con il personaggio di Noah in una missione sulla neve, che fa parte dell’ultimo episodio della serie. Partire dal finale raramente funziona come strumento strutturale, ma ci sta in questo caso, poiché non ci sono assolutamente informazioni contestuali per apprezzare il pericolo in gioco, e non torneremo a questa scena fino all’ultima mezz’ora della stagione. Chi è il personaggio di Noah? Dovrebbe essere qui? Dov’è qui, cosa stanno facendo? Chi sta sparando con le pistole a chi? Qual è il pericolo, cosa c’è in gioco? Ancora una volta, chi è quest’uomo?!

Quest’uomo è Owen Hendricks, un avvocato della CIA alle prime armi. È affascinante, arguto e sa come muoversi, specialmente quando viene coinvolto in una missione dove deve placare l’ira di un ex agente che vuole rivelare devastanti segreti di stato. Vive con due coinquilini intelligenti e attraenti, Hannah (Fivel Stewart) e Terence (Daniel Quincy Annoh). Il suo capo è adeguatamente severo, Nyland (Vondie Curtis-Hall), e i suoi colleghi hanno lo scopo di sabotare le sue missioni. Questi sono Violet (Aarti Mann) e Lester (Colton Dunn). Nel corso degli 8 episodi, i personaggi si sottovalutano a vicenda, implorano favori e tramano inganni con lo scopo di trarne vantaggio. Il creatore di “The Recruit” Alexi Hawley usa spesso il gergo cinematografico famoso quando si parla di agenti della CIA e sembra davvero amare questa organizzazione. La serie ci immerge nei meandri della burocrazia dell’intelligence e ci aiuta a capire, spesso in modo ironico, come funzionano alcune procedure. Lo status di novellino di Owen ci aiuta a capire come funziona l’organizzazione, dato che lui è nuovo e deve imparare a destreggiarsi nell’ambiente CIA.

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Un primo episodio goffo trascina Owen in acque profonde con Max (Laura Haddock), un ex risorsa ora rinchiusa nel carcere di Phoenix, generando confusione per quanto riguarda lo slancio della storia e le motivazioni del personaggio. Tuttavia, è meglio essere una storia traballante ma interessante che una storia ben composta ma noiosa. Ho trovato ammirevole il modo in cui “The Recruit” insiste nel mostrare il costo fisico e psicologico delle complicate vite giramondo che di solito vediamo nella narrativa spia, con la nostra povera giovane star che sembra altrettanto oberata di lavoro e bruciata come quando ha fatto tre film Netflix in un anno.

The Recruit si lascia guardare anche per via del suo stile visivo originale, che la differenzia da molte serie tv dello stesse genere ma orrende che possiamo trovare su Netflix. Il professionista di Spy-action Doug Liman (The Bourne Identity) dirige una manciata di episodi e il suo dinamismo contribuisce alle esperienze frastagliate e frenetiche di Owen, oltre a creare sequenze d’azione davvero d’impatto. Inoltre, anche se il montaggio può occasionalmente sembrare instabile, è più una caratteristica che un bug. Detto questo, “The Recruit” sarebbe stata molto più interessante con Doug Liman al timone di regia per l’intera stagione: odio vedere serie tv dirette a 4 o 6 mani… spesso si notano le differenze di qualità.

Anche se ha qualche difetto ti consiglio di vedere “The Recruit” per come trasmette le azioni della CIA in tono umoristico. Ho trovato interessante il tono humor per rappresentare un’istituzione burocratica che raramente viene mostrata in questo modo in film o serie tv, Quello che poteva essere considerato come un esperimento per Doug Liman, potrebbe rilevarsi come il suo miglior lavoro nel 2022.

The Recruit è disponibile da venerdì 16 dicembre su Netflix. Tu l’hai vista? Ti è piaciuta? Ti invito a lasciare un commento per dire cosa ne pensi. Se non l’hai ancora vista, scrivimi se intendi vederla.

La Recensione

The Recruit

7 Voto

Anche se potremmo essere abituati a guardare Centineo mentre pavoneggia nelle commedie romantiche, il suo fascino viene trasmesso anche a “The Recruit” e la sua interpretazione è ciò che mi ha convinto a dare 7 a questa prima stagione. “The Recruit” è un omaggio interessante a vecchi film di spionaggio ma nello stile: il personaggio principale non ha idea di cosa stia effettivamente facendo. È soprattutto questo che fa funzionare l'intero concetto di The Recruit. Permette a Hendricks di dire e fare cose senza pensare davvero alle conseguenze e aggiunge l’elemento divertimento alla serie TV. Inoltre, un buon livello di sequenze d'azione e una trama di spionaggio piuttosto decente faranno divertire la maggior parte delle persone che decideranno di vedere questa serie.

PRO

  • Centineo porta il suo carisma in The Recruit
  • Belle sequenze d’azione

CONTRO

  • Doug Liman avrebbe dovuto dirigere tutti gli episodi della stagione
  • Primo episodio molto goffo

Recensione

  • Voto 7
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