La recensione di Vatican Girl: miniserie sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi Vatican Girl

Da italiano appassionato di segreti camuffati ad opera del Vaticano ho trovato sempre affascinante la storia della scomparsa della povera Emanuela Orlandi. Da tutti i documenti emersi non mi serviva sicuramente la serie TV ora in onda su Netflix per capire che il Vaticano sapeva e probabilmente faceva parte del piano Emanuela Orlandi. Tra l’altro, la storia ci insegna che il Vaticano, la parola di Gesù Cristo nel mondo l’ha trasmessa trascinando tanto sangue di persone innocenti e, quello di Gesù Cristo sacrificatosi nella croce, sembra che non sia bastato ai capi di questo ricco stato. Quindi, quando ho premuto il tasto play per vedere “Vatican Girl” avevo già il quadro della situazione. Ovviamente, la miniserie composta da 4 episodi, mi ha permesso di approfondire il tutto, anche grazie alle voci dei familiari di Emanuela Orlandi, per lo più quella del fratello e di altre persone che hanno seguito questo intricato caso. Ti dico subito che ho dato 8 a “Vatican Girl” perché è riuscita ad esplodere in modo corretto i fatti e mi ha appassionato ancora di più sull’argomento, così come una buona serie investigativa dovrebbe fare. La miniserie ovviamente non si espone più di tanto riguardo ai colpevoli della sparizione di Emanuela Orlandi, anche perché il colpevole non è solo uno, ma ti pone dinanzi a diverse strade facendo riferimento all’evoluzione dell’indagine e, lo spettatore, può comporre i pezzi del puzzle e farsi un’idea rispetto a questo caso.

Scritta e diretta da Mark Lewis, la serie “Vatican Girl” è presentata da Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, e Andrea Purgatori, il giornalista principale del caso, come i principali narratori della storia. Entrambi hanno trascorso la propria vita ad investigare sul rapimento della ragazzina rapita alla tenera età di 15 anni. La misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi è avvenuta nel giugno 1983, lo stesso giorno in cui il papa tornava da vincitore nella sua Polonia.

Ancora da risolvere, questo è uno dei casi più inquietanti in ottica Vaticano fino ad oggi. Le sorelle di Orlandi, il fratello, i giornalisti del caso, un’amica anonima e altre persone hanno deciso di presentare le loro storie sulla perdita della persona amata e le proprie versioni dei pezzi del puzzle, ognuno dei quali punta nella stessa direzione: il Vaticano.

Il primo episodio della docuserie “Vatican Girl” ci dice che il caso è un derivato delle pagine di un romanzo di Dan Brown. Tuttavia, la sua gravità non può essere accomunata a un romanzo di fantasia.

Anche se si tratta di una docuserie, la visione del regista cattura stilisticamente le strade di Roma, quasi a rendere omaggio alla nostra bellissima capitale. I flashback sotto forma di vecchi film su nastro e altri artifici accentuano l’aura inquietante delle circostanze passate. Questo, a volte, può portare il pubblico fuori strada. Quindi, ti consiglio di guardare “Vatican Girl” con attenzione per non perderti dei pezzi della storia.

La rivisitazione degli eventi, il ticchettio incessante e pressante degli orologi, la velocità delle immagini e i vecchi film accrescono l’urgenza dell’indagine, che ancora non è stata chiusa. La serie è in grado di convertire (giustamente) un “caso di rapimento” in una questione di interesse nazionale, suggerendo che gli interessi dei potenti saranno sempre messi in primo piano rispetto alle vite innocenti dei cittadini comuni, così come lo era Emanuela Orlandi.

Emanuela Orlandi mentre suona il flauto che portava con se il giorno del suo rapimento.

L’episodio 2 ha il compito di trasmettere un’enorme quantità di informazioni agli spettatori, cambiando la natura della storia da una questione di lutto personale a un gergo interrogativo. Ti dico sin da subito che non sarà facile tenere il passo con i molteplici sospetti come il KGB, la banda della Magliana che lavora con e contro il Vaticano e altri.

Questo caos, in un certo senso, descrive anche la disperazione di risolvere un caso, specialmente quando deve essere analizzato più di un elemento, tra cui le false calunnie di alcuni che dicevano di aver rapito Emanuela, ma in realtà mentivano.

Il pubblico a volte può cedere alla teatralità della presentazione, ma non deve mai dimenticare che questa è una storia di dolore.

Persino i membri della famiglia Orlandi credono che una tale teatralità non dovrebbe rubare la luce alla questione fondamentale e ad un certo punto anche la serie ammette che i racconti distraenti pre-raccontati non sono altro che “tanto fumo” e poco arrosto. Tuttavia, consumano il nostro tempo, togliendoci l’attenzione dai fatti interessanti. Il cuore della storia e dell’affetto – essere la madre di Emanuela – viene tralasciato nell’ultimo episodio.

Concludendo la recensione, consiglio “Vatican Girl” agli appassionati di true crime e controversie religiose. E tu hai visto o vuoi vedere “Vatican Girl”. Dì la tua attraverso i commenti.

La Recensione

Vatican Girl

8 Voto

Alcune sequenze di "Vatican Girl" avrebbero potuto essere tagliate, così da dare più spazio ai fatti reali e al dramma familiare. A parte questo l'ho trovato un racconto interessante e che mi ha permesso di appassionarmi ancora di più al triste rapimento di Emanuela Orlandi, considerata un "agnello sacrificale" dai poteri forti.

PRO

  • La famiglia di Emanuela Orlandi ci racconta i dettagli della storia
  • Mi piace come il regista abbia voluto omaggiare Roma

CONTRO

  • Alcune sequenze potevano essere tagliate

Recensione

  • Voto 8
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